Breve storia triste: un agente della polizia svizzera (no, non si chiama Huber) apre una valigetta, dentro c’è quello che sembra un tapis roulant in miniatura. Fa cenno a un ragazzo sul monopattino di avvicinarsi. Ruota anteriore sul rullo, acceleratore premuto. Il display si illumina: 112 km/h. Limite legale in Svizzera per questi mezzi: 20 km/h. Il monopattino viene sequestrato, il conducente denunciato.
Succede a Zurigo, dove la polizia cantonale ha mostrato in un video il suo nuovo strumento per stanare i monopattini truccati: un dinamometro portatile prodotto dalla svizzera Wenger. Piccolo abbastanza da stare in una valigetta, veloce abbastanza da fare un test completo in molto meno di un minuto. Non serve più portare il mezzo in officina o laboratorio: il banco di prova si porta direttamente sul posto.
Polizia svizzera, come funziona il test lampo
Gli agenti posizionano il monopattino sulla piattaforma con la ruota anteriore appoggiata al rullo. Accendono il motore, azionano l’acceleratore al massimo. Il rullo gira sotto carico, simulando la resistenza della strada. Il sistema registra la velocità di picco raggiunta e la mostra su un display digitale.
Secondo le normative svizzere, i monopattini elettrici non possono superare i 20 km/h. Chi viene fermato con un mezzo modificato rischia sanzioni pesanti: multe fino a 400 euro e sequestro immediato del veicolo.
Nel video diffuso dalla polizia svizzera, il test dura pochi secondi. La semplicità dello strumento è il suo punto di forza: non servono competenze tecniche particolari, non ci sono procedure complicate. Un agente, una valigetta, trenta secondi. Risultato: velocità massima certificata, prove inconfutabili.
Il problema dei monopattini modificati
I monopattini modificati sono diventati un’emergenza crescente in tutta Europa. Molti utenti installano software o componenti hardware per sbloccare i limiti di velocità imposti dai produttori. Alcuni intervengono direttamente sul controller, altri scaricano app che bypassano le restrizioni via Bluetooth. Il risultato è sempre lo stesso: mezzi progettati per muoversi a 20 km/h che raggiungono velocità da ciclomotore o motociclo, senza alcuna delle protezioni richieste per quei veicoli.
In Svizzera, tra aprile e maggio 2025, la polizia cantonale ha fermato due casi eclatanti: un monopattino capace di 113 km/h a Martigny e uno da 126 km/h a Zermatt. Entrambi i conducenti sono stati denunciati e i mezzi sequestrati.
Velocità simili su un monopattino elettrico senza casco, senza protezioni, senza targa né assicurazione rappresentano un pericolo mortale per chi guida e per gli altri utenti della strada. Potevano rimanere offesi, se mi passate un altro riferimento “culturale”. Poi torno serio, perché c’è poco da ridere.
Dati sugli incidenti
Gli incidenti con monopattini elettrici sono in crescita costante. Secondo i dati ACI-ISTAT, in Italia nel 2023 si sono verificati 3.365 incidenti che hanno coinvolto monopattini elettrici, con un aumento del 14,9% rispetto all’anno precedente. Il numero di feriti è salito a 3.195, mentre le vittime sono passate da 16 nel 2022 a 21 nel 2023.
Uno studio italiano sulla sicurezza condotto su diverse intersezioni urbane ha evidenziato che i conducenti di monopattini elettrici sono esposti a un rischio di collisione significativamente maggiore rispetto ai ciclisti in situazioni di incrocio. Più dell’80% dei monopattini osservati ha “interagito” con automobili, contro il 70% delle biciclette. La velocità, anche quando contenuta nei limiti legali, resta un fattore critico: bastano pochi km/h in più per aumentare drasticamente la probabilità di feriti gravi.
Dalla polizia svizzera un esempio di tecnologia “facile” al servizio dei controlli
Il dispositivo Wenger si inserisce in un trend più ampio: l’uso della tecnologia per migliorare i controlli stradali. Dalle telecamere con intelligenza artificiale che rilevano l’uso del telefono alla guida, ai sistemi che identificano conducenti ubriachi analizzando il volto, fino ai sensori che monitorano il rispetto dei limiti di velocità: la sicurezza stradale si affida sempre più a strumenti capaci di interventi rapidi e precisi.
Il dinamometro portatile ha un vantaggio specifico: elimina ogni dubbio. Un monopattino può sembrare regolare a prima vista, ma il test rivela immediatamente la verità. Non ci sono margini di interpretazione, non servono perizie complesse. La ruota gira, il display mostra un numero. Se quel numero supera i 20 km/h, il mezzo è fuori legge. Punto.
La diffusione di strumenti simili potrebbe rappresentare un deterrente efficace. Sapere che la polizia può verificare in pochi secondi se un monopattino è stato modificato rende meno conveniente il rischio.
Non si tratta solo di multe: chi guida un mezzo modificato perde anche la copertura assicurativa in caso di incidente. Un danno economico e legale che si aggiunge al pericolo per la propria incolumità.
La valigia della polizia svizzera non è magia. È precisione, rapidità, efficacia. Un modo per far rispettare regole pensate per proteggere tutti: chi guida il monopattino e chi gli sta intorno. Perché la mobilità leggera è una risorsa, ma solo se resta nei limiti della sicurezza.