Quante gambe servono a un robot modulare? Due per muoversi veloce in spazi stretti, quattro per trasportare carichi pesanti senza cadere. E quando capire se servono le une o le altre?
Direct Drive Technology ha deciso di non scegliere. Il suo D1 è entrambe le cose: un quadrupede che si divide in due bipedi autonomi quando serve. Aggancio magnetico al centro del corpo, batterie separate, processori indipendenti. Ogni sezione pesa 24 kg e può lavorare da sola per oltre cinque ore: insieme sollevano 100 kg e si muovono come un quadrupede classico. Certo, a differenza dei quadrupedi classici, D1 può decidere di non esserlo più. E lo fa senza bisogno che qualcuno glielo chieda.
Robot modulare, come funziona l’aggancio
Il sistema si basa su un accoppiatore magnetico posto al centro del corpo. Le due unità si collegano e scollegano senza intervento umano, formando o separando la configurazione quadrupede a seconda delle necessità. Ogni sezione è un robot completo: processore Jetson Orin NX 8GB, batteria da 43,2V/9-Ah, ruote motorizzate, sensori di equilibrio. La velocità massima raggiunge gli 11 km/h in modalità rotolamento, l’autonomia supera le cinque ore per unità. Quando le due sezioni si uniscono, il carico utile arriva a 100 kg in modalità quadrupede (80 kg in posizione eretta).
Direct Drive Technology, azienda di Hong Kong fondata nel 2018, ha presentato D1 a ottobre 2025 definendolo “il primo robot modulare con intelligenza embodied completamente modulare al mondo”.
La tecnologia chiave si chiama “All-Domain Splicing”: capacità di combinare unità ruota-gamba con altre unità ruota-gamba, oppure gambe con gambe, creando sistemi di movimento flessibili.

Applicazioni pratiche del robot modulare
Direct Drive Technology propone D1 per pattugliamento di sicurezza, consegne a breve distanza, ricerca e soccorso, riprese mobili. La logica è chiara: in un magazzino con corridoi stretti conviene mandare un bipede agile. Su una rampa con carico pesante serve la stabilità di quattro zampe. La robotica modulare è una delle tendenze chiave del 2025, perché riduce i tempi di fermo, supporta la scalabilità e permette ai sistemi di evolversi sostituendo singoli componenti.
Il prezzo parte da 7.499 dollari per una singola unità bipede, 13.999 dollari per due unità (quindi il quadrupede completo). Telecamere e altri accessori sono venduti separatamente. Il sistema operativo è Ubuntu 22.04, il controllo può essere sia remoto che autonomo. La gamma di test ha mostrato un’autonomia a vuoto superiore ai 25 km, dati che posizionano D1 tra i robot mobili con maggiore durata operativa nella sua categoria.
Verso sistemi adattivi
La modularità non è solo una caratteristica tecnica. È una risposta al problema della specializzazione: costruire robot diversi per ogni compito costa, occupa spazio, complica la manutenzione. Il MIT lavora su robot modulari a sciame capaci di assemblarsi in strutture sempre più grandi. ABB sta sviluppando piattaforme modulari per l’industria.
Direct Drive Technology applica lo stesso principio alla mobilità: invece di avere un robot bipede e uno quadrupede, ne hai uno che fa entrambe le cose.

Il risultato è un sistema che si adatta in tempo reale. Non serve riprogrammare, non serve fermarsi, non serve cambiare macchina. Il robot modulare sceglie la configurazione ottimale in base al compito. È un po’ come avere un collega che può lavorare da solo o chiamare rinforzi quando serve: meno drammatico, più pratico.
Il futuro, a quanto pare, ha tante gambe quante te ne servono.
