Il motore a reazione supersonico che doveva spingere aerei civili oltre Mach 1 finisce a terra, dentro container da cantiere, per alimentare server che processano intelligenza artificiale. Boom Supersonic ha annunciato che l’80% dei componenti del suo Symphony (il cuore pulsante dell’Overture, l’aereo supersonico che dovrebbe decollare nei prossimi anni) viene ora riproposto come Superpower: un turbogeneratore capace di produrre energia bruciando gas naturale.
La mossa non è solo ingegnosa. È necessaria. Perché gli aerei supersonici non si finanziano da soli e i data center AI hanno fame.
Il problema energetico dell’AI
I data center dedicati all’intelligenza artificiale stanno spuntando come funghi dopo la pioggia, ma a differenza dei funghi consumano quantità industriali di energia elettrica. Le stime indicano che entro il 2035 diventeranno tra i maggiori consumatori di elettricità nel mondo. Il fabbisogno è destinato almeno a raddoppiare nei prossimi anni, spinto dalla corsa ai modelli linguistici di grandi dimensioni e ai sistemi di apprendimento automatico sempre più complessi.
Le aziende tech stanno cercando soluzioni disperate: riattivare centrali nucleari dismesse, finanziare la costruzione di nuovi reattori, stipulare contratti energetici a lungo termine. Come vi raccontavo in questo articolo, Meta ha già investito in energia nucleare per garantire continuità ai suoi server. Il problema non è solo la quantità di elettricità, ma anche la continuità: i data center devono funzionare 24 ore su 24, 365 giorni l’anno, senza interruzioni.
Da motore supersonico a generatore
Il Symphony, come detto, è il motore supersonico che Boom ha progettato per spingere l’Overture, il suo aereo supersonico civile. Un propulsore complesso, costoso, ambizioso. Superpower ne condivide l’80% dei componenti, ma elimina il turbofan (la parte che genera spinta, per ovvi motivi) e aggiunge stadi compressori supplementari. In più, c’è una turbina libera collegata a un generatore elettrico.
Il risultato è un sistema compatto, grande quanto un container standard, che produce 42 megawatt senza bisogno di raffreddamento aggiuntivo e può funzionare a temperature ambiente fino a 43 °C. Può bruciare gas naturale (o, in emergenza, diesel) e secondo Boom può essere installato in circa due settimane una volta preparate le fondamenta.
Un po’ come prendere un motore di Formula 1 e usarlo per alimentare un quartiere: non è quello per cui era stato pensato, ma funziona.

Il primo cliente e la strategia di Boom
Crusoe, azienda specializzata in infrastrutture AI, ha già ordinato 29 unità Superpower per una capacità totale di 1,21 gigawatt. Boom punta a produrre 4 GW di capacità annua entro il 2030. Non è solo una questione di business diversificato: è una strategia di sopravvivenza finanziaria. Gli aerei supersonici civili sono progetti colossali che richiedono investimenti astronomici e tempi lunghi. Avere una seconda linea di ricavi aiuta a tenere in piedi l’azienda mentre si aspetta che Overture decolli davvero.
Blake Scholl, fondatore e CEO di Boom, ha dichiarato:
“La tecnologia supersonica è un acceleratore, ovviamente per il volo più veloce, ma ora anche per l’intelligenza artificiale. Con questo finanziamento e il nostro primo ordine per Superpower, Boom ha i fondi per consegnare sia il motore che l’aereo”.
Specifiche Superpower
- Potenza erogata: 42 MW per unità
- Componenti condivisi con Symphony: 80%
- Combustibile: Gas naturale (diesel in emergenza)
- Temperatura operativa: Fino a 43 °C senza raffreddamento aggiuntivo
- Dimensioni: Container standard
- Tempo di installazione: ~2 settimane
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Quando e come ci cambierà la vita
Se Boom mantiene la roadmap, entro il 2030 potremmo vedere data center alimentati da turbogeneratori derivati da motori supersonici. Non cambierà il modo in cui usiamo l’AI, ma potrebbe rendere più stabili e distribuiti i servizi basati su intelligenza artificiale. E forse, tra qualche anno, prenderemo anche un volo supersonico grazie agli stessi soldi.
Insomma: il supersonico civile resta un sogno costoso. Ma nel frattempo, la tecnologia che doveva farlo volare sta già facendo qualcos’altro. Alimentare macchine che pensano (o almeno ci provano). E chissà se tra vent’anni ci ricorderemo che tutto è iniziato perché serviva corrente per far girare ChatGPT.