Il Professor Michael Ristow e i suoi colleghi Giapponesi delle Università di Oita ed Hiroshima hanno dimostrato in due diversi test che concentrazioni anche basse di Litio portano un considerevole aumento della longevità negli umani così come in altri organismi (in questo caso un tipo di verme, il Caenorhabditis elegans.): la ricerca è stata pubblicata sullo European Journal of Nutrition.
Il Litio è uno degli elementi nutritivi presenti in vegetali e acqua potabile: "la comunità scientifica non conosce ancora la funzione fisiologica di questo elemento," dichiara Ristow. "Per valutarne gli effetti sull'uomo, i ricercatori hanno analizzato il tasso di mortalità in 18 municipalità Giapponesi, ed hanno rilevato una importante correlazione tra la longevità di alcune zone e la quantità di Litio presente nell'acqua potabile. A quel punto abbiamo somministrato la stessa quantità anche al C.Elegans, e ottenuto gli stessi risultati".
In altre parole, seppure il meccanismo non sia stato ancora compreso, gli scienziati ritengono che il Litio aumenti la longevità: è una base per studi a raggio ancora più ampio, che forniscano lo spunto per lo sviluppo di integratori a basso dosaggio come supplemento all'alimentazione.
"Nel recente passato abbiamo già verificato una importante relazione tra la quantità di Litio presente nell'acqua potabile e un basso tasso di suicidi, o un migliore livello del benessere psicologico in generale. Saranno necessari altri studi, ma ci sembra un elemento sul quale indagare".
In vino veritas, in Litio iuvenes, a quanto pare.