Super poteri: siamo stati abituati a leggere di loro sui fumetti, come chimere della narrazione. Eppure sono latenti nel nostro corpo, e uno scienziato lo ha dimostrato proprio oggi con una controversa iniziativa.
George McDonald Church è un biologo molecolare della Harvard University che ha fornito un importante contributo alla ricerca genetica. Ci siamo già occupati di lui, e oggi cattura più che mai la nostra curiosità.
Super geni, super poteri
Church ha creato una sorta di elenco di pro e contro per ciascun gene in grado di fornire un “super potere” all’uomo. Prendiamo una specifica mutazione al gene LRP5, ad esempio: fornirebbe al paziente ossa extra resistenti. Al contempo, diminuirebbe la capacità di galleggiare in acqua.
Altri cambiamenti analizzati forniscono maggior resistenza alle radiazioni, capacità di trattenere il respiro molto più a lungo, muscoli più grandi, invecchiamento più lento, immunità all’ebola, più memoria e capacità di apprendimento, minore ansia.
Grandi poteri, grandi rischi
Un elenco di possibili “super poteri” sembra l’albero della cuccagna, ma spostare in modo così importante un “mattone genetico” della nostra casa può presentare un bilancio costi-benefici negativo.
Il gene PCSK9, ad esempio: se disabilitato riduce il rischio di infarto, ma aumenta quello di diabete e deficit cognitivi. Rimuovere il gene CCR5, invece, aumenta la resistenza all’HIV ma rende più soggetti al virus West Nile.
Curiosamente Church non ha commentato in alcun modo questo lavoro: è un riferimento per le sue ricerche? Un hobby personale? Una provocazione?
Ad ogni modo, questo elenco è uno sguardo alle possibilità e ai rischi che si apriranno quando la modifica genetica sarà più diffusa e conveniente.
In questo senso può essere letto in molti modi. È un avvertimento. È la mappa di un business miliardario ed emergente. È un colpo d’occhio su un mondo che ci permetterà di regolare le “manopole” del nostro organismo scegliendo quali fattori migliorare e quali peggiorare.