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Vulcani attivi su Venere, arrivano altre prove

La sua atmosfera terribile ha sempre impedito osservazioni dirette, ma i dati raccolti sembrano confermare la tesi: su Venere ci sono ancora vulcani attivi.

Gianluca Ricciodi Gianluca Riccio
in Spazio
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vulcani su venere
9 Gennaio 2020
⚪ Si legge in 3 minuti
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Esperimenti di laboratorio hanno scoperto prove che Venere potrebbe essere ancora vulcanicamente attiva.

La Terra è l’unico pianeta del sistema solare con vulcani attivi (se parliamo di lune, invece, anche Io, una luna di Giove, è piuttosto attiva vulcanicamente). E Venere ha ancora vulcani attivi?

Venus Express è un velivolo spaziale che ha orbitato intorno al pianeta Venere dal dal 2006 al 2014. Durante la sua missione è riuscito ad acquisire parecchi dati, ma osservare direttamente l’eventuale attività vulcanica sulla superficie era praticamente impossibile. Il motivo? L’ atmosfera di Venere è molto, molto densa.

Un nuovo esperimento di laboratorio ha valorizzato una delle osservazioni fatte dalla Venus Express. I dati raccolti potrebbero essere spiegati solo da una particolare attività vulcanica collegata ad una roccia verdastra chiamata olivina.

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Quanti anni hanno i vulcani attivi su Venere?

In precedenza gli scienziati avevano trovato prove di vulcani e flussi di lava sulla superficie di Venere, senza però riuscire a capire l’età di questi flussi.

In generale, gli scienziati studiano la composizione della superficie di un pianeta in base alle diverse lunghezze d’onda della luce che emette e riflette.

Il caso di Venere però è diverso. I ricercatori hanno meno linee di emissione con cui lavorare a causa del biossido di carbonio che assorbe parte della luce.

La completa caratterizzazione dei minerali sulla superficie di Venere richiede simulazioni al computer. Le prove servono a capire come le reazioni chimiche e l’atmosfera gassosa che interagisce con i minerali di superficie dopo un’eruzione possono influenzare i segnali osservati da Venus Express.

Uno studio pubblicato in precedenza dagli stessi autori si è concentrato sull’olivina, un minerale che si ritiene esista sulla superficie di Venere. Gli scienziati ne hanno misurato tuee le caratteristiche compresa la quantità e le lunghezze d’onda della luce riflessa dopo che è stata ossidata in un altoforno a 600 e 900 gradi Celsius.

Dopo un mese di ossidazione, l’olivina ha sviluppato uno strato arrugginito di ematite, modificando le lunghezze d’onda della luce riflessa.

Questo è importante perché i risultati di Venus Express sembravano registrare la firma dell’olivina, secondo l’articolo pubblicato la scorsa settimana su Science Advances.

Ma se l’olivina si ossida rapidamente sotto la calda atmosfera venusiana, allora l’olivina osservata da Venus Express potrebbe avere solo pochi mesi.

I vulcani potrebbero aver portato l’olivina sulla superficie del pianeta pochi giorni prima delle osservazioni di Venus Express. Questa evidenza, combinata con picchi occasionali di anidride solforosa atmosferica registrati sia da Venus Express che da Pioneer Venus Orbiter, costituisce quasi una certificazione del fatto che ci siano ancora vulcani attivi su Venere.

Questa ricerca non è una prova diretta del vulcanismo sulla superficie del pianeta, ovviamente. Ma giustifica ampiamente una nuova missione su Venere, questo nostro vicino cosí riservato che in passato avrebbe ospitato la vita prima di una catastrofe planetaria.

Vulcani ancora attivi su Venere? Lui è di certo in grado di darci la risposta.

Sempre che la nostra tecnologia sia capace di raggiungere l’atmosfera di Venere per porre la domanda.

Tags: esplorazione spazialevenere
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