Patrick Brown, fondatore e CEO di Impossible Foods, ha dichiarato giusto ieri che l’industria della carne è nel bel mezzo di una resa dei conti.Sono sempre di più i consumatori che cercano opzioni alimentari più sane, e le notizie sui metodi di allevamento intensivo sono sempre più agghiaccianti.
L’industria della carne, per paradosso, tende a uniformare uomini ed animali con una curiosa legge del contrappasso.
Uomini e animali
Da un lato capi di bestiame in condizioni di cattività disgustosa e pieni di farmaci, con una densità tale da autorizzare tutti a pensare che da questo rapporto malato con l’uomo nasca parte delle ultime trasmissioni di malattie zoonotiche.
Dall’altro, a quanto apprendiamo dalle ultime notizie sulla diffusione del Covid-19, i lavoratori del comparto iniziano ad essere trattati quasi nello stesso modo. Le condizioni lavorative in molti macelli hanno letteralmente reso impossibili le misure di sicurezza. Non solo Germania, con i suoi recenti contagi: anche negli USA, in Canada, in Olanda ci sono stati focolai partiti dai macelli. Uno eclatante ha interessato ben 180 impianti di una filiera produttiva.
Non sorprende, dunque, che Brown sia convinto che il mercato degli animali sarà obsoleto entro i prossimi due decenni.
Verso uno switch
“Sul piano nutrizionale i nostri prodotti corrispondono a qualità e contenuto proteico dei prodotti animali che sostituiscono”, dice Brown. “Per questo penso che le persone saranno sempre più consapevoli e i prodotti alimentari a base vegetale sostituiranno completamente quelli a base animale entro i prossimi 15 anni. Questa è la nostra missione. Questa trasformazione è inevitabile“.
Accordi decisivi
Impossible Foods ha annunciato una partnership con Starbucks per fornire con i suoi prodotti tutti i locali della catena internazionale. E si tratta di un accordo chiave nel quadro dell’evoluzione di un’azienda di “carne alternativa” come Impossible Foods.
Un terzo degli americani di età compresa tra 18 e 29 anni visita un ristorante Starbucks almeno una volta al mese.
La forza e l’ubiquità del marchio rendono Starbucks il sistema perfetto per ‘mettere in circolo’ questi prodotti.
Due alfieri del nuovo cibo
Il mercato che si apre alla vendita di questi prodotti su base vegetale è davvero ampio: non si tratta di prendere qualche capo di bestiame e di farne salsicce, una cosa tutto sommato replicabile. La carne alternativa è un prodotto ad alto tasso tecnologico, e non è appannaggio di tutti, specie di piccole realtà commerciali. Per questo c’è già spazio per due player che diventeranno enormi in pochissimi anni.
Uno è proprio Impossible Foods: produce carne, latticini e prodotti ittici con ingredienti a base vegetale brevettati, commercializzati principalmente nel settore del food service, i servizi alimentari.
L’altro è Beyond Meat, se possibile (scusate il bisticcio di parole) ancora più riconoscibile di Impossible, che si è concentrato sul settore consumer, con una importante sortita anche nel mondo dei fast food: ricordate la vendita record dei suoi nuggets nella catena KFC?