Questa proprio non ci voleva: secondo due studi scientifici separati le microplastiche stanno contaminando anche la frutta e la verdura che mangiamo.
Le microplastiche in frutta e verdura
Il primo studio è italiano: secondo i dati raccolti da Margherita Ferrante, scienziata dell’Università di Catania, le mele sono il frutto più contaminato mentre le carote sono le verdure più colpite.
Pubblicato questa settimana sulla rivista Environmental Research, il rapporto chiede una verifica urgente degli effetti delle microplastiche sulla salute umana.
Ecco come entrano in tutto ciò che mangiamo
Un secondo studio peer-review pubblicato questa settimana rivela invece che la plastica viene trasportata dall’acqua attraverso i sistemi di irrigazione delle colture alimentari.
Lo studio è stato condotto congiuntamente dal Dr. Lianzhen Li dell’Istituto di ricerca sulle zone costiere di Yanthai in Cina e dal professor Willie Peijnenburg dell’Università di Leida nei Paesi Bassi e saranno pubblicati in settimana sulla rivista Nature Sustainability.
Il professor Peijnenburg ha scoperto che le microplastiche penetrano nelle radici delle piante di lattuga e grano, e da lì trasportate nelle piante mature.
Per decenni gli scienziati hanno creduto che le particelle di plastica fossero troppo grandi per passare attraverso le barriere fisiche del tessuto vegetale.
Ora questo assunto viene messo decisamente in discussione. Ortaggi a radice come carote, ravanelli e rape, e ortaggi a foglia come la lattuga risultano essere maggiormente a rischio di contaminazione da microplastiche.
Queste nuove scoperte sollevano seri dubbi sulla sicurezza del cibo che mangiamo.
Maria Westerbos, fondatrice della Plastic Soup Foundation, ha dichiarato: “Da anni sappiamo che finiscono nei crostacei e nei pesci, ma questa è la prima volta che sappiamo che le microplastiche finiscono anche nelle verdure. E se entra nelle verdure, sta entrando anche in tutti gli esseri viventi che mangiano le verdure, il che significa che sono anche nella carne e nel latte.”
Ciò che dobbiamo scoprire ora è ciò che ci stanno facendo. E questo è un territorio parzialmente inesplorato.