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Spazio

La muffa del reattore di Chernobyl testata come scudo sulla ISS

I funghi rinvenuti sul reattore nucleare di Chernobyl continuano a stupire: sono in grado di assorbire anche le radiazioni spaziali sulla ISS. Potranno tornare utili sulle colonie marziane.

26 Luglio 2020
Gianluca RiccioGianluca Riccio
⚪ 3 minuti
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Un fungo in grado di assorbe le radiazioni scoperto sulle macerie del reattore di Chernobyl ha dimostrato di fare egregiamente il suo lavoro anche nello spazio. Il fungo può assorbire le radiazioni dannose sulla Stazione Spaziale Internazionale e potrebbe potenzialmente essere usato per proteggere le future colonie di Marte.

L'esposizione ai raggi cosmici rappresenta un grave rischio per la salute degli astronauti che lasciano l'atmosfera protettiva della Terra. Gli scudi possono essere attualmente realizzati in acciaio inossidabile e altri materiali, ma devono essere spediti dalla Terra, il che è difficile e costoso.

Xavier Gomez e Graham Shunk hanno avuto l'idea di far crescere gli scudi radioattivi su Marte a partire da organismi viventi mentre erano ancora studenti delle scuole superiori della Carolina del Nord nel 2018.

I due hanno trovato una ricerca che mostra che il fungo chiamato Cladosporium sphaerospermum che era originariamente isolato dalla muffa sul reattore nucleare di Chernobyl in rovina poteva assorbire alti livelli di radiazione.

Delle caratteristiche speciali possedute da questi funghi ho parlato in questo post di febbraio 2020.

L'articolo prosegue dopo i link correlati

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Si sono chiesti se il vegetale rinvenuto nella zona forse più radioattiva del mondo potesse funzionare come scudo di radiazione spaziale.

Dopo aver vinto un concorso di innovazione spaziale, nel dicembre 2018 sono stati in grado di inviare una capsula di Petri contenente il fungo sulla ISS per 30 giorni per testare la loro idea.

Funghi sul reattore di Chernobyl assorbono le radiazioni spaziali sulla ISS
La ISS, Stazione spaziale internazionale

Scudo verde

Pur se molto sottile (uno strato di appena 2 millimetri) il fungo inviato nello spazio ha bloccato circa il 2% delle radiazioni in arrivo. "Questo vuol dire che uno strato di funghi di 21 cm di spessore sarebbe sufficiente per proteggere efficacemente le persone su Marte," affermano Gómez e Shunk, ora alla North Carolina School.

I risultati sono "davvero buoni", ma ci sono alcune sfide tecniche che devono essere affrontate prima che il fungo possa essere usato come scudo anti-radiazioni, afferma Nils Averesch della Stanford University in California, che ora sta collaborando con gli studenti.

Il fungo del reattore di Chernobyl, le sfide

Il fungo non può essere coltivato all'aperto su Marte perché fa troppo freddo, ma potrebbe essere possibile incorporarlo all'interno di muri di edifici isolati, afferma Averesch. 

Le persone su Marte dovrebbero anche trovare un modo per annaffiare il fungo, usando potenzialmente l'acqua estratta dal ghiaccio ai poli, dice.

Un'altra opzione potrebbe essere quella di estrarre il pigmento di melanina che il fungo utilizza per convertire la radiazione in energia chimica e incorporarlo nel tessuto della tuta spaziale o in altri materiali.

Melanina mon amour

L'approccio "sintetico" sembra decisamente promettente. Anche i ricercatori della Johns Hopkins University di Baltimora, nel Maryland, hanno recentemente inviato alla ISS un materiale plastico mescolato con melanina estratta da un altro fungo "amante delle radiazioni" trovato nei pressi del reattore di Chernobyl. È il cryptococcus neoformans, e promette di bloccare ancora più radiazioni spaziali.

Averesch ritiene che gli schermi radioattivi ispirati ai funghi abbiano un potenziale eccellente. 

"Ciò che rende grande il fungo è che hai solo bisogno di pochi grammi per iniziare, si auto-replica e si auto-guarisce. Anche in caso di danni lo schermo sarà in grado di ricrescere in pochi giorni".

Riferimenti: https://doi.org/10.1101/2020.07.16.205534

Tags: ChernobylfunghiMarte

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