Come è successo con quasi tutti gli ambiti della nostra vita, la tecnologia cambierà per sempre anche la didattica. Essendo una delle branche più solide (e in qualche modo rigide) della società, non è del tutto facile che i cambiamenti in atto facciano effetto nel breve o medio termine. Tuttavia, la rivoluzione tecnologica degli ultimi decenni, e soprattutto i progressi degli ultimi anni, forniscono un buon numero di strumenti che, se ben utilizzati, possono essere molto utili alla didattica.
La didattica del futuro
Videogiochi, applicazioni e piattaforme per risolvere compiti o comunicare con i genitori, spazi flessibili che si adattano alle esigenze di un lavoro sempre più collaborativo e persino robot che correggono i test e inviano feedback in tempo reale sono alcuni dei tanti cambiamenti che il mondo vedrà nei prossimi anni.
Nel quadro dell’evoluzione del sistema educativo, la didattica vedrà l’emersione di alcuni trend. Ne ho individuati 9.
Fine del modello ‘studente seduto, docente che spiega’
Questa è la grande premessa che serve fare. Quella da cui emergono quasi tutti i cambiamenti tecnologici nella didattica. La premessa è semplice: il modello basato su studenti seduti al banco mentre un insegnante spiega sono superati. E non è solo perché i bambini e i ragazzi hanno così tante risposte alle loro domande e informazioni illimitate a portata di mano su Internet. Questo modello è superato perché le loro menti devono essere costantemente stimolate. E questo ci porta al secondo trend.
Da insegnante a facilitatore
I ruoli dello studente / insegnante verranno modificati, specie quello dell’insegnante. Questo professionista, già interessato negli ultimi anni da molte aggiunte e modifiche del suo ruolo tradizionale, aumenterà le funzioni di coach-facilitatore-moderatore. Competenze “morbide” che pareggeranno, quando non supereranno, quelle di “trasmittente” delle conoscenze ad altri. Conoscenze che tenderanno sempre di più ad essere costruite in modo collaborativo, e non a partire da un “oratore” unico.
Didattica a classi invertite
Questo modello di classi invertite è una tendenza didattica nel mondo, già usata in modo proficuo. Si affermerà sempre di più nei prossimi anni. Il focus dell’insegnamento si inverte: invece di dare la priorità alla presentazione dell’insegnante in classe e inviare i compiti da mettere in pratica, i ragazzi guardano la spiegazione teorica degli argomenti a casa attraverso i video, ed è in classe che applicano quella conoscenza attraverso esercizi e proposte. In questo modo, le piattaforme video consentono di sfruttare meglio il tempo delle lezioni e adattarsi ai tempi di apprendimento individuali e alle diverse soglie di attenzione.
Nuovo paradigma, nuove aule
Didattica e apprendimento collaborativo e di gruppo, schermi in classe e lavoro sui progetti determineranno sempre di più un cambiamento clamoroso. Vedremo trasformazioni nell’arredamento, nella disposizione degli spazi di apprendimento e nelle infrastrutture delle istituzioni avanzate. Alcune scuole non hanno più aule informatiche, poiché i dispositivi mobili portano la tecnologia dove vanno gli studenti. Le aule speciali sono riservate ai laboratori davvero avanzati: quelli multimediali, di editing video e di progettazione grafica. Altri istituti, invece, trasformeranno quelle che erano le aule dei computer in laboratori creativi che sfruttano stampa e scansione 3D, robotica e realtà virtuale.
La realtà virtuale, un ospite ingombrante e stimolante per la didattica
La realtà virtuale non verrà utilizzata solo per vivere i videogiochi con maggiore intensità o per avere esperienze esageratamente realistiche. Uno degli usi più efficaci, ad esempio, sarà per le lezioni immersive di lingue. A volte non possiamo viaggiare quanto vorremmo e, quindi, non pratichiamo altre lingue continuamente. Grazie a questa tecnologia, ci saranno applicazioni che permetteranno agli studenti di fare lezioni di lingue in ambienti simulati, connessi direttamente con madrelingua dei paesi di destinazione. Sarà come fare “un’ora di Erasmus” in collaborazione con istituti differenti. Le lezioni immersive comprenderanno anche la conoscenza di passaggi storici, o di culture estere, il tutto “quasi” in presenza. Il campo dove mi aspetto più crescita, però, è quello della medicina: l’ assistenza in tempo reale durante operazioni virtuali amplia in modo infinito la possibilità di fare pratica. Con questo tipo di tecnologia, gli studenti si eserciteranno anche in assenza (o prima) di situazioni reali.
In molti casi, le aule saranno ampliate e rese flessibili (si, i tanto vituperati “banchi con le rotelle”) per creare e ricreare nuovi spazi. Ci saranno tipologie di lezione o di workshop che vedranno studenti seduti ad un banco, o semplicemente seduti su un pouf con un tablet, o altri in scrivania con altri dispositivi.
Imparare ad imparare e gestire i piani di studio
I bambini sono pronti ad apprendere. Specie ciò che fornirà loro abilità per tutta la vita. Il pensiero critico, la metacognizione (comprensione dei processi di pensiero che si stanno verificando), la deduzione e l’inferenza, saranno essenziali. Nel contesto futuro l’autoapprendimento sarà un trend centrale e in crescita, di pari passo con l’esplosione dei MOOC (enormi corsi online aperti, che sono già offerti da molte università) e in un momento in cui la conoscenza sarà sempre a portata di mano (attraverso tutorial, video ed e-learning).
Apprendimento personalizzato
Sebbene la tendenza sia quella di lavorare in modalità collaborativa, ci sarà anche una personalizzazione della didattica in base al livello e agli interessi di ogni studente. Sarà possibile grazie alla sistematizzazione delle informazioni degli studenti. Un trend che crescerà di pari passo con quelle che sono le “learning analytics”, app e piattaforme dove gli insegnanti avranno un record dettagliato di ogni studente e potranno condividerlo con i loro coetanei, e “cruscotti” interattivi che consentiranno di vedere a che punto è ogni studente nel processo di apprendimento e rispetto al gruppo generale.
Carriera didattica integrata
Il libro di testo, l’enciclopedia e i quaderni coesisteranno con schermi e dispositivi digitali. E, sebbene entrambi i formati potranno persistere per un po ‘di tempo, la verità è che la tendenza sarà ad avere sempre meno supporti “incapsulati” stampati e lineari. Ci sarà sempre più spazio per supporti “aperti” che presenteranno i contenuti e i risultati degli studenti. Sarà un “manuale d’uso” di ciascuno studente, progressivo e personalizzato. Una sorta di “viaggio della didattica” di ciascuno, che incorpori tutto. Un curriculum “vivente”. Ho finito le metafore.
Addio alle giustificazioni
È probabile che questa pratica che ci ha lasciato così tanti aneddoti verrà presto abbandonata. Oggi molte scuole gestiscano la comunicazione con i genitori attraverso app che riportano voti, cambi di programma, compiti a casa, informazioni sugli studenti e, sì, assenze. Quel bene prezioso che tutti da studenti abbiamo avuto il potere di gestire… come dire… con discrezione.
Intelligenza artificiale, didattica naturale
L’intelligenza artificiale è destinata ad avere un enorme impatto sui modelli didattici. Potrà essere usata per automatizzare la valutazione di compiti, testi e valutazioni degli studenti. Ridurrà drasticamente il carico di lavoro. A differenza degli insegnanti, un sistema di intelligenza artificiale può fornire attenzione personalizzata a un numero illimitato di studenti, contribuendo a fornire una didattica su misura.
Lo so, questo potrà sembrarvi fantascienza. Tuttavia, esistono già diversi approcci a questa tecnologia. Assistenti virtuali all’apprendimento utilizzano l’intelligenza artificiale, il machine learning e l’elaborazione del linguaggio naturale per fornire tutoraggio individuale.
Quando a uno studente verrà trasmesso un concetto, l’AI sarà in grado di conversare con lei. E non solo: potrà fare domande, rispondere a domande aperte e dare una risposta immediata. Valuterà perfino il lavoro dello studente, fornendo dati di valutazione accurati.