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Il cinema come lo conosciamo è già morto, e non tornerà più indietro.

A volte ci accorgiamo di ciò che manca solo quando lo perdiamo. Qualcuno se n'è accorto prima. Il cinema? È già morto. Parola dell'Oracolo.

Gianluca Ricciodi Gianluca Riccio
in Previsioni
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cinema
11 Luglio 2021
⚪ Si legge in 3 minuti
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L’avvento della pandemia ha solo accelerato (anche se di diversi anni) un processo che sembrava inarrestabile, e che aveva un esito scontato. I servizi di streaming, vecchi e nuovi, hanno già ucciso il cinema così come lo conosciamo. Ed è un processo, questo, irreversibile salvo clamorosi cambiamenti che francamente paiono ad oggi del tutto irragionevoli.

Era opinione comune, questa, che serpeggiava negli ambienti di Hollywood già poco prima del Covid: colossi come Netflix e Amazon Prime Video avviavano le prime produzioni importanti, andando anche a premi.

È stato solo adesso, però, che “l’oracolo del cinema” ha detto la sua.

Parlo di un tizio chiamato Barry Diller. Lo conoscete? Non è uno stupido. 80 anni e mente lucidissima, mangia cinema come noi mastichiamo chewing-gum. Oggi lavora alla Fox (da 30 anni, dopo averla diretta per 8) ed è amministratore delegato di IAC, un colosso che detiene, tra gli altri, la proprietà di roba come Expedia e Tripadvisor.10 anni alla ABC, dove inventò il primo film lungo per la TV (90 minuti al mese). 10 anni in Paramount, producendo roba come “Grease”, “La febbre del Sabato Sera”, “Indiana Jones e il tempio maledetto”, “Beverly Hills Cop”. Può bastare?

Ebbene, Barry Diller ha dichiarato questa settimana che l’industria del cinema come noi la conosciamo non sta morendo. È già morta. Eccome.

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Questi servizi di streaming hanno realizzato qualcosa che chiamano ‘film’. Non sono film. Sono uno strano processo algoritmico che ha creato cose che durano circa 100 minuti. Il mondo del cinema come era prima è finito e non tornerà mai più.

Barry Diller in un’intervista con i media alla Allen & Company Sun Valley Conference.
cinema è morto
Barry Diller

Sono parole di acciaio. Parole tombali.

Il succo del discorso di Diller è che i servizi di streaming come Amazon Prime non sono creati per vendere cinema alle persone. Sono creati per vendere alle persone… sé stessi, gli abbonamenti streaming. E più cose da piattaforme di ecommerce come Amazon. Amazon lo ha capito prima, ma ha faticato a strutturare un’offerta. Netflix ha creato una ottima offerta, ma si è strutturata solo oggi per vendere altro.

Le società di media spendono miliardi ogni anno in contenuti per creare spettacoli e film esclusivi che spingano gli utenti ad abbonarsi ai loro servizi. Netflix (che per Diller ha già vinto la guerra, e sarà irraggiungibile come Amazon per il commercio) ha rivelato lo scorso trimestre che prevede di spendere più di 17 miliardi di dollari in contenuti quest’anno.

Non c’è guerra senza esercito

cinema
Netflix, “il mostro”. Per il “cinema” sarà irraggiungibile ancora a lungo, come la Coca per le bevande o Amazon per il commercio.

Sono cifre monstre, che spingono anche altre aziende a mettersi insieme per competere. Di recente, AT&T ha annunciato un accordo per unire la sua unità di contenuti WarnerMedia con Discovery e formare un nuovo gigante dei media. La nuova società di media potrebbe valere ben oltre 100 miliardi di dollari. I suoi dirigenti hanno affermato che le due società spendono già 20 miliardi di dollari all’anno in contenuti, compresa la programmazione per le loro reti tv.

Magari continueremo a chiamarli “film”. E quello per noi sarà ancora “cinema”. Ok, avremo i popcorn, i biglietti, e le sale sopravviveranno (quante?). Ma staremo vedendo altro.

Tags: Cinema
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