Una tecnologia sviluppata presso il Vanderbilt University Medical Center ha portato alla scoperta di un anticorpo monoclonale "ultra potente" contro più varianti di SARS-CoV-2, il virus responsabile del COVID-19, inclusa la variante delta.
L'anticorpo ha caratteristiche rare che lo rendono una preziosa aggiunta alla serie limitata di candidati terapeutici anticorpali ampiamente reattivi, hanno riportato i ricercatori sulla rivista Cell Reports.
Questo è un modo per costruire in modo proattivo un repertorio di potenziali terapie" contro future epidemie,
Ivelin Georgiev, PhD, direttore del Vanderbilt Program in Computational Microbiology and Immunology

"Gli agenti patogeni continuano ad evolversi e stiamo cercando di recuperare rapidamente", dice Georgiev. "È necessario un approccio più proattivo che anticipi future epidemie prima che si verifichino. Per prevenire il ripetersi di virus come il COVID-19, o cose addirittura peggiori in futuro".
Un anticorpo ultra potente
Nel report presentato, Georgiev e i suoi colleghi descrivono l'isolamento di un anticorpo monoclonale da un paziente guarito dal COVID-19 che "mostra una potente neutralizzazione" contro SARS-CoV-2. È anche efficace contro le varianti del virus che stanno rallentando gli sforzi per controllare la pandemia, compresa quella Delta.
Cosa rende questo anticorpo "ultra potente"? L'anticorpo ha caratteristiche genetiche e strutturali non comuni che lo distinguono da altri anticorpi monoclonali comunemente usati per trattare il COVID-19. E l'idea è che SARS-CoV-2 ha molte meno probabilità di mutare per sfuggire a un anticorpo che non ha mai "visto" prima.
Tutto merito di LIBRA-seq
La tecnologia usata per isolare l'anticorpo ultra potente, chiamata LIBRA-seq, consentirà ai ricercatori di esaminare gli anticorpi contro altri virus, anche quelli che non hanno ancora causato malattie umane ma potrebbero.
LIBRA-seq sta per Linking B-cell Receptor to Antigen Specificity (collegare il recettore del linfocita B a un Antigene) attraverso il sequenziamento. È stato sviluppato nel 2019 da Ian Setliff, PhD, un ex studente laureato nel laboratorio di Georgiev che ora lavora nel settore delle biotecnologie, e da Andrea Shiakolas, un attuale studente laureato di Vanderbilt.

Setliff si chiedeva se LIBRA-seq fosse in grado di mappare le sequenze genetiche degli anticorpi e le identità di specifici antigeni virali, i marcatori proteici che gli anticorpi riconoscono e attaccano, simultaneamente e in modo ad alto rendimento. L'obiettivo era trovare un modo più rapido per identificare gli anticorpi che si concentrassero su uno specifico antigene virale. Georgiev ha messo alla prova l'idea di Setliff. E ha funzionato.
Gli sforzi guidati da Setliff e Shiakolas sono culminati in un manoscritto che descrive lo sviluppo del proof of concept della tecnologia LIBRA-seq che è stato pubblicato sulla rivista Cell nel 2019.
Ora si procede più spediti
"Sarebbe stato impossibile tre o quattro anni fa muoversi alla velocità che abbiamo adesso", dice Georgiev. "Molto è cambiato in un periodo di tempo molto breve quando si tratta di scoperta di anticorpi monoclonali e sviluppo di vaccini".
Meno male, perchè non c'è tempo da perdere. "Se diamo al virus del tempo", dice il ricercatore, "sorgono così tante altre varianti", una o più delle quali (eludendo i vaccini attuali) potrebbe essere persino peggiore della variante Delta.
"È esattamente il motivo per cui devi avere quante più opzioni possibili", ha detto Georgiev. L'anticorpo ultra potente descritto in questo paper "aggiunge un altro importante strumento alla nostra cassetta degli attrezzi".
Fonte: Università Vanderbilt