Vi piacciono le zanzare? No, eh? Quest’estate, un team dell’Università della California ha sviluppato un metodo per ”hackerare” la vista delle zanzare, rendendo loro molto difficile trovare umani cui succhiare il sangue. Come hanno fatto? Usando uno strumento di ingegneria genetica noto come CRISPR.
Spesso paragonato a un paio di “forbici molecolari”, CRISPR utilizza proteine specializzate chiamate CAS per tagliare filamenti di DNA o RNA in punti precisi. In quei punti si può poi inserire o rimuovere un gene specifico e voilà: organismo modificato. Si, ma che c’entra coi pomodori?
E un attimo, ora vi dico. CRISPR, lo avrete capito, non sarà utile solo per le zanzare. Ci sono già così tante applicazioni che mi è venuta voglia di andare a vedere le più strambe sulle quali i laboratori stanno lavorando. Eccone 5.
Pomodori piccanti
Immaginate di addentare dei bei pomodori maturi. Freschi, succosi. Che sapore vi viene in mente? Dolce, salato? E se vi dicessi piccante? Un team internazionale di genetisti potrebbe aver definito un futuro alternativo per il frutto più amato da noi napoletani.
Ricercatori in Brasile e Irlanda usano CRISPR per attivare i geni capsaicinoidi dormienti nelle piante di pomodori. In altre parole attivano nei pomodori la stessa sequenza genetica che dà piccantezza ai peperoncini. Oltre a creare parmigiana di melanzane che non vi aspettate, questi pomodori potrebbero essere un’alternativa economica ai peperoni tradizionali, un po’ più difficili da coltivare su larga scala.
Caffè già decaffeinato sulla pianta
Se CRISPR può dare una spinta ai nostri pomodori, è anche vero che può toglierla alla nostra colazione. La società britannica Tropic Biosciences sta sviluppando un chicco di caffè che crescere senza caffeina. Oggi i chicchi vengono decaffeinati chimicamente: vengono immersi in acetato di etile o cloruro di metilene (che è un ingrediente degli sverniciatori). Questo bagno chimico elimina la caffeina e anche gran parte del sapore. Il caffè CRISPR offrirà un decaffeinato “al caffè”, con un sapore assolutamente identico. Al posto della chimica, la genetica.
Un vino senza rischi di sbornie
Se “Una notte da Leoni” (The Hangover) non è solo un film per voi, ma una realtà da evitare, potrebbe essere arrivato il vostro momento fortunato. Un team di scienziati dell’Università dell’Illinois ha usato CRISPR per aumentare i benefici per la salute di un ceppo di lievito usato per fermentare il vino, eliminando i geni responsabili del mal di testa del giorno dopo.
Il Saccharomyces cerevisiae , il lievito in questione (usato anche come lievito attivo da un noto mulino italiano) è un organismo poliploide. Significa che ha molte copie di ciascun gene (al contrario delle solite due). Questa caratteristica lo rende estremamente difficile da ingegnerizzare geneticamente con i metodi tradizionali, che potevano colpire solo una copia di un gene alla volta.
CRISPR può. Con CRISPR, il team dell’Illinois è stato in grado di creare un vino con più resveratrolo (meglio per il cuore) e senza postumi da sbornia (meglio per voi). Ad ogni modo, tornando ai pomodori, passate al Bloody Mary e nessuno si farà male.
Prendere il toro per… ehi… dove sono le corna?
Quando si tratta di allevare bestiame (finchè gli allevamenti non saranno aboliti) le corna dei tori adulti sono un pericolo: perfino per lo stesso animale. Tradizionalmente, i bovini allevati in fattoria vengono decornati in modo cruento e doloroso: coltelli, ferri roventi, sostanze caustiche come l’idrossido di sodio. CRISPR potrebbe semplicemente offrire un’alternativa più etica.
Utilizzando CRISPR, gli scienziati hanno ingegnerizzato un gene per l’assenza di corna nei bovini , eliminando la necessità di procedure di rimozione delle corna. Alcuni di questi tori modificati geneticamente sono stati in grado di trasmettere il tratto alla loro prole. Roba grossa, al punto che la genetista Alison L. Van Eenennaam ha scritto un saggio su Nature a riguardo, definendo la rimozione del corno “una priorità per il benessere degli animali”.
Resuscitare specie perdute
Forse l’uso più estremo di CRISPR al momento è la sua potenziale capacità di riportare in vita intere specie. Niente Jurassic Park, spero. Per ora, l’oggetto di studio è il ritorno sul pianeta di una specie che non mi aspettavo: il piccione migratore .
Nei secoli scorsi i piccioni migratori volavano in stormi di centinaia di milioni, in quella che l’ambientalista Aldo Leopold descrisse come “una tempesta piumata”. Tutto iniziò a cambiare nel XVIII e XIX secolo. Perchè? Perchè c’è l’essere umano di mezzo, che domande.
Oltre ad essere onnipresenti, infatti, i piccioni migratori avevano la sfortunata qualità di essere deliziosi. Furono cacciati in massa sia per il cibo che per lo sport. L’ultimo piccione migratore conosciuto, un uccello di nome Martha, morì in cattività nel 1914. Oggi, CRISPR può riportare in vita i piccioni viaggiatori.
Come? Usando il piccione modificando il genoma del piccione dalla coda a fascia (un suo parente stretto). Se riesce, questo metodo potrebbe essere usato per resuscitare tutti i tipi di creature estinte o in pericolo di estinzione, dal furetto dai piedi neri al mammut lanoso.