Ci avviciniamo al terzo anno di pandemia, e non è un azzardo dire che molti di noi si sono abituati a indossare le mascherine ogni giorno. Per questo da un po' di tempo vado a caccia di soluzioni, o meglio, di "reazioni creative di adattamento" a questo stato di cose, e devo dire che in Giappone ne trovo sempre tante.
Il più delle volte mi perplimono, come in questo caso. Sentite questa, davvero tipica di un popolo così poliedrico e affascinante, quasi borderline: Hoshinoya Tokyo, un ristorante della capitale giapponese, propone un modo di cenare che è tutto un programma. Dal 13 ottobre gli ospiti possono godersi una "tokyo lantern dinner", un'esperienza culinaria con gli ospiti piazzati dentro divisori trasparenti a forma di lanterne.
Avete capito bene, i commensali mangiano sotto una campana di... carta. Lanterne da cena. Non è una serie Netflix, sono immagini reali.

Funzione ed estetica: la cena delle lanterne, c'è a chi piace e a chi fa orrore.
Le "lanterne" sono sospese sopra la testa di ogni persona, il che significa che si può stare a tavola non solo senza maschera, ma pure senza preoccupazioni. Perchè Hoshinoya Tokyo ha scelto le lanterne? Che domande: perché le lanterne sono un oggetto attribuito ai costumi e alla cultura tradizionale.
Non a caso i divisori sono realizzati da uno storico negozio di lanterne, il Kojima Shoten di Kyoto. Hanno un'ampia sezione trasparente in vinile e dispongono perfino di una luce integrata che illumina il viso con una luce soffusa. Per essere eleganti, sono eleganti.
Ma è un'eleganza "dell'orrore", di questi tempi. Le cene si svolgono in uno spazio privato di 40 mq, ventilato circa 5,5 volte all'ora: è circa 11 volte di più rispetto alla legge sugli standard edilizi giapponesi.

Al modico prezzo di quasi 200 euro a persona potete gustarvi una cena tranquilla, dentro le lanterne, in un'atmosfera ovattata da concertino sul Titanic. Quando si dice "la fine del mondo". Barricati, ma con stile.
Tempi bui ma curiosi, questi. Buon appetito.

