Un gruppo di ricercatori ha progettato un anticorpo dalle caratteristiche davvero speciali. Agisce come una bomba intelligente che riconosce proteine specifiche sulla superficie delle cellule senescenti e le rimuove senza influenzare il resto, riducendo al minimo i potenziali effetti collaterali.
In sintesi? Un anticorpo contro l'invecchiamento cellulare.
I risultati di questo straordinario lavoro, pubblicati su Scientific Reports, aprono la strada allo sviluppo di trattamenti efficaci per ritardare il progresso delle malattie legate all'età e anche lo stesso processo di invecchiamento cellulare a lungo termine. L'obiettivo è aumentare la longevità e, soprattutto, la qualità della vita delle persone in questa fase della loro vita.
Abbiamo, per la prima volta una base di anticorpi che può essere utilizzata per aiutare a rallentare l'invecchiamento e la senescenza cellulare negli esseri umani
Salvador Macip, leader dello studio e ricercatore presso l'Università di Leicester
"Abbiamo basato questo lavoro su terapie antitumorali esistenti," spiega Macip. "Terapie che prendono di mira proteine specifiche presenti sulla superficie delle cellule tumorali. Abbiamo applicato la stessa strategia anche alle cellule senescenti".
L'invecchiamento cellulare
Tutti gli organismi viventi hanno un meccanismo noto come "invecchiamento (o senescenza) cellulare" che arresta la divisione delle cellule danneggiate e le rimuove per impedirne la riproduzione. Questo meccanismo aiuta a rallentare la progressione del cancro, ad esempio, oltre ad aiutare il tessuto nella fase di sviluppo dell'embrione. Tuttavia, nonostante sia un meccanismo biologico benefico, in vecchiaia contribuisce allo sviluppo di malattie. Sembra che questo dipenda dal fatto che il sistema immunitario non è più in grado di rimuovere in modo efficiente queste cellule senescenti. È così che con l'invecchiamento cellulare queste cellule si accumulano gradualmente nei tessuti e influiscono negativamente sul loro funzionamento.
Esperimenti di laboratorio fatti in precedenza con modelli animali hanno mostrato che l'eliminazione di queste cellule senescenti ha ritardato con successo il progresso della malattia e il declino associato all'età. Da questi è nata una classe di farmaci noti come senolitici, che hanno attirato l'attenzione dei laboratori di tutto il mondo. La loro diffusione di massa, tuttavia, è ostacolata dalla loro mancanza di specificità e dagli effetti collaterali.

Un "missile" contro la vecchiaia
Il farmaco progettato da Macip e dal suo team è un senolitico di seconda generazione. Diversamente da quelli attuali ha elevata specificità e possibilità di controllarne la somministrazione. I ricercatori di Leicester sono partiti dai risultati di uno studio precedente che ha esaminato il "surfaceome", le proteine sulla superficie della cellula, per identificare quelle presenti solo nelle cellule senescenti.
Hanno quindi utilizzato un anticorpo monoclonale addestrato a riconoscere le cellule senescenti e ad attaccarsi ad esse. "Proprio come i nostri anticorpi riconoscono i germi e ci proteggono da loro, abbiamo progettato questi anticorpi per riconoscere le vecchie cellule. E per distruggerle abbiamo dotato questi anticorpi di un carico tossico, come se fossero missili teleguidati", dice Macip.
Il "proiettile d'argento" contro l'invecchiamento celluare potrebbe essere "sparato" quando compaiono i primi sintomi di malattia, come l'Alzheimer, il diabete di tipo 2, il Parkinson, l'artrite, la cataratta o alcuni tumori. A lungo termine, i ricercatori ritengono che potrebbe essere utilizzato come parte di un protocollo che migliora l'invecchiamento e allunga la durata della vita in salute.