C’è un progetto speciale guidato da un gruppo di scienziati della NASA. È una combinazione tra arte e scienza: si chiama “The Tree Of Life” e vuole mettere la Terra in collegamento con lo spazio attraverso una canzone che durerà due secoli.
Questo speciale “concerto” sarà trasmesso via radio a un veicolo spaziale in orbita bassa, e suonato (forse dovrei dire “cantato” da alberi trasformati per l’occasione in antenne viventi.
Sembra uscito dalla penna di uno scrittore di fantascienza, vero?
Eppure “The Tree of Life” (tra l’altro anche il titolo di un film di Terrence Malick che adoro) è davvero interessante. Il progetto degli alberi “cantanti” è infatti parte di uno sforzo più ampio per sviluppare un potenziale futuro veicolo spaziale in grado di raggiungere Proxima B, un esopianeta situato a 4,2 anni luce di distanza da noi.
Tra i tanti pianeti del nostro Sistema Solare, Proxima B è uno di quelli unici. Ha una temperatura quasi simile a quella della Terra, con acqua liquida sulla sua superficie e il potenziale per ospitare la vita.Tuttavia, con la nostra tecnologia attuale, raggiungerlo richiederebbe circa 6.300 anni. Per questo gli scienziati, stanno cercando miglioramenti che spostino in avanti i confini della durata della vita tecnologica.
Alberi che trasmettono una lunga canzone nello spazio
L'idea è questa: gli alberi saranno dotati di sensori digitali che rilevano i cambiamenti nell'ambiente circostante. Un software speciale convertirà quei dati in frequenze sonore e li trasmetterà attraverso un segnale radio sotto forma di musica verso pianeti sconosciuti.
"Man mano che luce, acqua e temperatura dell'albero cambiano, cambiano anche la melodia, il volume e il suono effettivo della canzone", spiega Julia Christensen, presidente della Space Song Foundation, un crocevia tra scienza, arte e design. "Sul breve periodo si ascolteranno cambiamenti nella canzone mentre il giorno diventa notte, mentre le nuvole passano sull'albero, mentre le stagioni cambiano, ecc. Ma sul lunghissimo periodo (decenni o secoli) si ascolteranno importanti cambiamenti globali nel clima e in altri parametri".
Sarà un lungo “recital” di alberi che canteranno i destini del nostro pianeta. Praticamente il Festival di San Ramo, ovviamente via satellite.
Perché proprio gli alberi?

I fautori del progetto avrebbero potuto scegliere praticamente qualsiasi cosa per il sistema di comunicazione sperimentale, ma hanno puntato sugli alberi. Penso sia la scelta giusta, poiché continueranno a esistere per molti decenni e racconteranno una storia più completa della vita sulla Terra. Sempre che non siano alberi dell’Amazzonia, ovviamente.
Il veicolo spaziale al centro dell'esperimento, che dovrebbe funzionare ininterrottamente per 200 anni, deve ancora essere costruito. Tuttavia, secondo Steve Matousek, advanced concept manager presso l'Innovation Lab della NASA JPL, il team inizierà a testare i prototipi basati sui cubesat entro il prossimo anno. E se tutto va come previsto, i primi due alberi inizieranno a firmare le loro canzoni a New York e Los Angeles.