E se un asteroide largo dieci chilometri fosse diretto verso la Terra, con un impatto imminente e terribile a soli sei mesi di distanza? No, dico: se questo non fosse un film di Netflix (uno a caso) ma la realtà? Abbiamo abbastanza risorse e tecnologie per evitare una calamità di questo tipo?
Negli scorsi mesi si sono fatte avanti simulazioni (con brutti risultati) e missioni spaziali (come DART) per capire come faremmo a salvare il pianeta. Oggi un nuovo documento che esamina gli aspetti tecnici dice di si: lo possiamo salvare.
Vi sembriamo forse dei T-Rex, noialtri?
"Abbiamo dimostrato che l'umanità ha superato una soglia tecnologica che ci impedisce di 'diventare come i dinosauri', scrivono Philip Lubin e Alex Cohen, ricercatori dell'Università della California nel loro articolo pubblicato su Arxiv. "Possiamo salvare il pianeta anche con un preavviso di appena 6 mesi".
Apro una parentesi per spezzare una lancia sulla schiena di un brontosauro (per le versioni estere di questo blog: voglio biasimare i dinosauri). Questi gretti animali non hanno mai seguito corsi di fisica, e non investivano un soldo in difesa planetaria.
Ok, torniamo a noi. Come lo possiamo salvare questo pianeta, allora? Non manderemo mica Bruce Willis in giro su qualche navetta?


Polverizziamolo per salvare la Terra
Il nocciolo dello studio (ve l'ho linkato, se avete fegato leggetelo tutto) si concentra su diverse modalità di intervento: quelle considerate migliori puntano all'uso di speciali "penetratori esplosivi". Si, ridacchiate pure, fate i vostri doppi sensi, ma si tratta di polverizzare un meteorite.
Come? Con l'uso di dispositivi equipaggiati con piccole (piccolissime, dicono) cariche nucleari. Questa tecnica montata su razzi pesanti come lo Space Launch System (SLS) della NASA o la Starship di SpaceX porrà fine alla nostra minaccia esistenziale.
Ne siamo sicuri?
Questo approccio non farebbe sparire completamente un asteroide, cosa proibitiva specie per dimensioni importanti. Tuttavia, una parte della sua superficie sarebbe vaporizzata, producendo un cambiamento di direzione sufficiente ad evitare che l'asteroide colpisca la Terra.
Non è un'opinione controversa, sono tanti gli scienziati convinti dei nostri mezzi attuali. Rusty Schweickart, astronauta in missioni Apollo finanzia una organizzazione di ricerca sugli asteroidi chiamata B612. Anche lui sottolinea che la tecnologia necessaria per deviare un asteroide esiste già oggi.
Ne sono lieto: è vero, un "killer di pianeti" capita una volta ogni 100 milioni di anni, ma è altrettanto vero che si tratta di un "quando", non di un "se".
E comunque salvare un pianeta non è una cosa da nulla


Per fare qualche cifra, l'articolo di Lubin e Cohen osserva che una minaccia di questa portata che colpisce la Terra a una velocità di chiusura di 40 km/s avrebbe un'energia d'impatto di circa 300 teraton TNT. È circa 40mila volte maggiore dell'attuale arsenale nucleare combinato del mondo intero.
“Un asteroide dal diametro di 10 chilometri produrrebbe un impatto simile a quello che uccise i dinosauri circa 66 milioni di anni fa. Un tale evento, se non mitigato, sarebbe una minaccia esistenziale per l'umanità", hanno affermato. “La mitigazione è concepibile utilizzando la tecnologia esistente, anche con un preavviso di 6 mesi, ma è fondamentale adoperare micro cariche nucleari".
In altri termini, questo studio ci fa sperare che un solido sistema di difesa planetaria sia possibile già oggi, e possa salvare il nostro pianeta, ma va costruito. Potremmo non averne bisogno per molto altro tempo, ma in ogni caso è meglio essere pronti... che morti.
E non mi dite "Don't look up", che mi arrabbio.