Tutti avrete saputo dell’ennesima esternazione di Elon Musk. Sollecitato sulla questione dell’incertezza energetica legata al conflitto in Ucraina, il tycoon ha twittato la sua opinione: l’Europa, dice, deve riavviare le sue centrali nucleari spente. Dove sono accese, deve prolungarne la vita. Altro che addio al nucleare, insomma.
Bum, l’ho pensato anch’io. Qualcuno però lo ha preso in parola.
Belgio, addio all’addio al nucleare
Il Belgio ha annunciato venerdì sera che farà slittare di un decennio i suoi piani per eliminare l’energia nucleare dal paese, una misura inizialmente prevista entro il 2025. Una decisione a suo modo dirompente, probabilmente dettata dall’emergenza della situazione geopolitica.
“Il governo federale ha deciso di adottare le misure necessarie per prolungare di dieci anni la vita di due reattori nucleari”, ha fatto sapere il primo ministro Alexander De Croo in una nota fornita ai media.
Questa estensione rafforzerà l’indipendenza del nostro Paese dai combustibili fossili in un ambiente geopolitico turbolento
Il nucleare ha visto una rinascita di popolarità con la società di Bill Gates Terra Power che ha proposto nuovi tipi di reattori nucleari e le recenti leggi sulle infrastrutture nucleari negli USA. Il presidente americano Joe Biden, infatti, ha messo da parte ben 6 miliardi di dollari per scongiurare l’addio al nucleare.
E vogliamo parlare delle forze armate? Allo studio addirittura vere e proprie centrali nucleari mobili per soddisfare le loro esigenze energetiche all’estero. Sul piano spaziale, invece, la NASA progetta di utilizzare l’energia nucleare per alimentare future missioni sulla Luna.
In altri termini, l’addio al nucleare non è mai stato così lontano.
Un’infrastruttura esistente
Di fronte alle preoccupazioni sulla sicurezza energetica, Europa e USA meditano di preservare le loro attuali infrastrutture più a lungo piuttosto che tentare un rapido passaggio alle energie rinnovabili (che devono ancora essere notevolmente ampliate per soddisfare la domanda.
Il Belgio ha attualmente due centrali nucleari in funzione, ciascuna con sette reattori. L’annuncio del governo belga sul rinvio dell’addio al nucleare riguarda tutti loro, con particolare riferimento al reattore Doel 4 vicino ad Anversa e al reattore Tihange 3 vicino a Liegi. Per entrambi, la fine dell’operatività è ora prevista nel 2035.
“Per troppo tempo, la nostra nazione non ha avuto una visione chiara”, ha detto il ministro degli affari esteri Didier Reynders. “Questo ha provocato molta incertezza. La presente strategia affronta l’assenza di visione”.
Sarà. Certo, la scelta ha una sua logica: ma accelerare sulle rinnovabili potrebbe ridurre nuovamente le tempistiche dell’addio al nucleare, e di certo scongiurare i maggiori rischi che impianti più vecchi di 10 anni potrebbero portare.