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L’Università di Tokyo sviluppa una plastica autoriparante

La plastica autoriparante potrà essere usata in smartphone, automobili e molti altri prodotti, riducendo notevolmente sprechi e inquinamento.

Gianluca Ricciodi Gianluca Riccio
in Ambiente
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Plastica autoriparante

Plastica autoriparante

18 Aprile 2022
⚪ Si legge in 2 minuti
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La scoperta di una plastica autoriparante da parte di scienziati dell’Università di Tokyo è una gran bella notizia. Il team ha combinato la plastica convenzionale con un agente speciale che le permette di guarire crepe e fessure. Qui trovate maggiori dettagli.

Takuzo Aida, professore di chimica nell’Ateneo giapponese, pensa che l’approccio potrebbe portare alla creazione di una plastica di lunga durata che non ha praticamente più bisogno di essere riciclata o smaltita.

Sarebbe fantastico. Secondo un recente studio dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), più del 90% della plastica non viene riciclata nel mondo. La maggior parte della plastica che creiamo finisce nelle discariche, negli inceneritori e nei nostri mari, dove può impiegare centinaia di anni per decomporsi.

Senza contare i danni giganteschi delle microplastiche ormai presenti ovunque, perfino nel nostro sangue.

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Plastica autoriparante uguale: meno plastica

Plastica autoriparante

La nuova sostanza autoriparante è progettata per aiutare ad affrontare il problema dell’inquinamento plastico riducendo l’uso (e l’abuso) di specifiche materie plastiche. Al centro dello studio giapponese c’è un materiale specifico, è il polietere Tiourea. Aida e i suoi collaboratori hanno usato questa sostanza in uno studio per creare una plastica che può riparare le sue crepe anche a temperatura ambiente.

Di solito, quando la plastica convenzionale si degrada, le catene di molecole che formano il materiale si rompono. Per ripararle e riciclarla, la plastica va fusa ad alte temperature: processo ad alta intensità energetica che comporta altro inquinamento.

Il nuovo materiale autoriparante agisce grazie ad un processo chiamato legame idrogeno. Quando si premono le parti rotte l’una contro l’altra a temperatura ambiente per circa un’ora, la plastica si rigenera e ritrova compattezza: stessa cosa accade anche per le lesioni non visibili.

Le potenziali applicazioni?

La plastica autoriparante può trovare spazio praticamente ovunque venga usata quella “tradizionale”: display per smartphone, elettrodomestici, oggetti d’uso comune, montature per occhiali, automobili.

In attesa di farne del tutto a meno, immagino.

Tags: plastica
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