Secondo un nuovo studio di ricercatori nel Regno Unito e negli Stati Uniti, la luce ultravioletta con tecnologia Far-UVC può ridurre il livello di patogeni nell'aria in una stanza di oltre il 92%.
I risultati suggeriscono che le lampade operative a questa lunghezza d'onda possono essere usate per combattere gli organismi presenti nell'aria, presenti e futuri. Compreso il SARS-CoV-2, e quindi prevenire la diffusione di malattie come la COVID-19.
La ricerca è dettagliata in Scientific Reports (e ve la linko qui).
Far-UVC, ultravioletto senza problemi
La normale luce UVC è molto efficace nel distruggere patogeni come batteri e virus, ma è pericolosa per l'uomo perché può danneggiare la pelle e gli occhi.
Una decina di anni fa, i ricercatori della Columbia University negli USA hanno scoperto che una diversa lunghezza d'onda della luce UVC, nota come Far-UVC, è altrettanto efficace nell'eliminare i germi, ma senza alcun problema di sicurezza. Questo perché, a 222 nm, la sua lunghezza d'onda è troppo corta per penetrare nella pelle umana o nelle cellule oculari.
I primi test della tecnologia furono, tuttavia, condotti in piccole camere sperimentali, e non in ambienti delle dimensioni di una stanza, più corrispondenti ad uno scenario reale.
I nuovi test
In questo nuovo studio, gli scienziati delle università inglesi e americane hanno testato l'efficienza delle lampade ad eccimeri di cloruro di krypton (KCl) Far-UVC in uno scenario realistico progettato a Leeds. L'ambiente è stato ventilato alla stessa velocità di una tipica casa, con circa tre cambi d'aria all'ora. È stato poi rilasciato continuamente nella stanza un "carico patogeno" di batteri aerolizzati di S. aureus. Dopo un'ora il team di ricerca ha iniziato a campionare l'area.
Dopo un primo monitoraggio, l'accensione delle lampade Far-UVC sul soffitto ed un altro monitoraggio di un'ora hanno permesso di confrontare i campioni d'aria prima e dopo l'illuminazione speciale.


Risultati? "Spettacolari"
Il team ha scoperto che le lampade hanno ridotto del 92% il carico di agenti patogeni. Un risultato equivalente a quello ottenuto facendo 35 ricambi d'aria all'ora. "È un risultato di gran lunga migliore di quelli delle altre tecnologie", dice Kenneth Wood, ricercatore presso la School of Physics and Astronomy di St Andrews. "È anche la prima volta che l'effetto del Far-UVC è stato testato in uno scenario realistico".
Wood afferma senza mezzi termini che le prove hanno prodotto “risultati spettacolari”, largamente superiori a quelli della sola ventilazione. "In termini di prevenzione della trasmissione di malattie nell'aria, la luce Far-UVC potrebbe rendere i luoghi interni sicuri come campi da golf in una giornata ventilata", afferma.
Far-UVC per abbattere il Covid (e le prossime pandemie)
David Brenner, membro del team alla guida del Center for Radiological Research della Columbia University, afferma che la luce Far-UVC sarà altrettanto efficace nell'inattivare le varianti attuali e future di SARS-CoV-2. Non solo: anche "vecchi virus" come influenza e morbillo, e prossimi virus ancora non emersi.
In altri termini? La tecnologia Far-UVC può farci vivere nei luoghi chiusi con la stessa salubrità (sul piano dei patogeni, intendo) di quelli aperti e ventilati. Scarse, scarsissime possibilità di contagio e una migliore qualità dell'aria e della salute.
I prossimi passi? Valutare l'efficacia e la rapidità dell'inattivazione virale anche su altri patogeni, e poi si passerà ad un ambiente reale con persone.
Una volta tanto anche la lampada ha la dignità del Genio.