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Hermeus ci prova: aerei ipersonici da 6000 chilometri orari

Promettono di abbattere i tempi di un volo da 7 ore a un’ora e mezza: gli aerei ipersonici possono cambiare la nostra percezione del mondo, ma saranno accessibili economicamente?

Gianluca Ricciodi Gianluca Riccio
in Trasporti
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14 Maggio 2022
⚪ Si legge in 4 minuti
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Il jet commerciale più veloce oggi viaggia a circa 1100 chilometri orari (680 miglia orarie), ma la startup Hermeus sta sviluppando qualcosa che può polverizzare questi dati. Si tratta di aerei ipersonici che farebbero viaggiare i suoi passeggeri alla velocità di almeno 6000 chilometri orari (3.800 mph): Mach 5, cinque volte la velocità del suono.

Se riuscirà, un’innovazione del genere può letteralmente cambiare il mondo, ma il volo superveloce potrà mai essere conveniente?

Aerei ipersonici: più tempo per tutto

Il primo vantaggio degli aerei commerciali ipersonici è che abbatterebbero i tempi. Oggi si trascorrono sette ore in volo da New York a Londra: su un jet commerciale ipersonico il viaggio durerebbe solo 90 minuti.

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Per i turisti, questo può significare giorni in più di vacanza: per chi viaggia per affari, meno tempo perso in giro. Il volo ipersonico commerciale può davvero essere un gameplayer, e cambiare la nostra percezione del mondo ancora una volta.

Più o meno, come quando le auto hanno sostituito i cavalli.

Aerei ipersonici
Aerei ipersonici: una ricostruzione del primo prototipo Hermeus chiamato Quarterhorse

La sfida? È tutta economica

Perchè sia rivoluzionaria, però, questa tecnologia non deve dimostrarlo sul piano tecnico (esistono già velivoli che portino passeggeri in sicurezza anche oltre Mach 5). Deve farlo sul piano economico: garantendo costi abbastanza bassi da consentire ai viaggiatori di pagare il biglietto per questi aerei ipersonici.

Mica facile. Ad esempio il Concorde (che pure volava “appena” sotto Mach 2) non è mai riuscito a farlo. Un volo transatlantico medio costava l’equivalente di 12.000 euro attuali: un costo troppo alto che ha contribuito al fallimento di tutto il progetto.

Come fare? Servirebbe mantenere l’aereo il più leggero possibile, riducendo la quantità di carburante necessaria. E qui sorgono i problemi maggiori.

I potenti motori a razzo che spingono i consueti aerei ipersonici richiedono un serbatoio di ossigeno liquido, che può aggiungere molto peso all’aereo.

I motori ramjet (che estraggono ossigeno dall’atmosfera anziché da un serbatoio) hanno problemi a lavorare a basse velocità.

L’idea

Hermeus pensa che la chiave per contenere i costi degli aerei ipersonici sarà combinare un ramjet con un motore jet tradizionale. Una soluzione nota come “sistema di propulsione a ciclo combinato basato su turbina” (TBCC).

In sintesi: il turbogetto può alimentare l’aereo durante il decollo da una pista. Una volta in aria entrerebbe in funzione il ramjet fino al momento di atterrare: a quel punto, di nuovo turbojet.

Bella idea: il segreto, ovviamente, è mettere insieme nel migliore dei modi due tecnologie che, prese da sole, usiamo già da 50 anni. Aerei con sistemi TBCC hanno già volato (ad esempio l’SR-71, aereo spia USA), ma nessuno ha mai pensato a questo sistema di propulsione per un aereo passeggeri commerciale. Fino ad oggi.

Aerei ipersonici
Il motore Hermeus a grandezza naturale. Ha un nome eloquente: Chimera. Fa capire la difficoltà dell’obiettivo.

Hermeus ci prova

Alcuni investitori pensano che Hermeus potrebbe farcela: tra luglio 2021 e marzo 2022 l’aeronautica americana ha investito quasi 200 milioni di dollari nella società. A prima vista è un progetto molto ambizioso, quasi proibitivo, ma i tanti talenti in azienda e una roadmap di tutto rispetto rendono possibile l’impresa.

Il primo prototipo volante (nome in codice: Quarterhorse) è atteso entro il 2023: ne seguirà uno a grandezza naturale, Darkhorse. Ultima tappa? L’aereo finale, Halcyon: il primo aereo commerciale ipersonico da 20 posti.

Perchè 20 posti? Secondo l’azienda, è la dimensione perfetta per poter rendere i prezzi sostenibili in questa fase. Chiaramente per un target che di solito viaggia in business class. Chissà. Non ne saremo certi finchè non vedremo aerei funzionanti.

E più in là?

Vincere la sfida economica e rendere accessibili i costi degli aerei ipersonici aprirà la strada a tanti operatori. E in ogni caso, quale che sia la tecnologia, le alternative non mancheranno: statene certi.

La startup Space Transportation sta sviluppando un aeroplano che promette di portare gente da una parte all’altra del globo in un’ora. Una specie di ibrido razzo-velivolo che (parere mio) potrebbe costare troppo.

Anche SpaceX, l’azienda aerospaziale di Elon Musk, pensa di usare il suo enorme razzo Starship (in fase di sviluppo) per viaggi ipersonici in tutto il mondo. Qui i costi sarebbero decisamente più bassi: con una capienza di quasi 1000 passeggeri, il volo su un gigante del genere potrebbe costare poco più di 1000 euro.

In sintesi: anche se gli aerei ipersonici commerciali non sono ancora in volo, non vuol dire che rimarremo per sempre a queste velocità. Il futuro andrà decisamente più veloce.

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