Che la cosa ci piaccia o no, Big Tech sta costruendo il metaverso: un approccio che punta a fare nel mondo virtuale molte tra le cose che si fanno nella realtà fisica (e qualcuna che non si può fare).
Tecnicamente, il metaverso non è ancora stato creato. Come per altre tecnologie, se gli individui non sono in grado di immaginarlo non potranno accettare la sua nascita. Per questo motivo, Meta ha lanciato una campagna di due spot pubblicitari che illustrano come questo mondo immersivo potrà entrare a far parte della vita quotidiana delle persone.
Non solo giochi: cultura e pratica
Con un video intitolato The Impact Will be Real (L'impatto sarà reale), il gigante di Internet prova a spiegare che il metaverso sarà più che un semplice divertimento. La clip della campagna mostra anzi come il digitale possa essere integrato nella realtà per scopi educativi e medici.
All'inizio dello spot, un professore "lancia" ai suoi studenti una cellula galleggiante (che noto CASUALMENTE essere simile al logo di Meta) mentre tiene una lezione. La struttura e il funzionamento interno della cellula possono essere osservati muovendola manualmente, così da comprenderne meglio la costruzione e le funzioni. In altri termini: didattica immersiva.
La clip esplora anche le possibili applicazioni del metaverso per l'addestramento virtuale alla chirurgia. La campagna mostra come gli studenti di medicina possano esercitarsi a lavorare con parti del corpo in 3D un numero infinito di volte prima di trasferire le loro abilità al mondo reale.
Altra applicazione, alla quale tutti avrete più o meno peensato: studenti e visitatori potranno "viaggiare" nel tempo. Come? Con "gite" in ambienti ricostruiti, magari per interagire con avatar di personaggi storici che hanno conosciuto dai libri di Storia.
Campagna di persuasione
Il secondo video ha un taglio più simile alla docu-fiction, descrivendo più da vicino il metaverso che le persone si aspettano. Intitolato Fishing with Dad (a pesca con papà) e mostra padre e figlia impegnati in una battuta di pesca virtuale. Anche se sono a chilometri e chilometri di distanza.
Tra gli obiettivi dell'azienda di Zuckerberg in questa campagna c'è ovviamente quello di trasmettere il messaggio che il metaverso potrà rafforzare alcune relazioni. Se in passato scrivere una lettera, o stare al telefono con qualcuno lontano, o videochiamarlo serviva a tenersi in contatto, una interazione immersiva sarà ancora più utile.
Vogliamo che le persone sappiano che il metaverso abbia un vero potenziale
dallo spot Meta
Serve tempo
Non c'è dubbio che ci sia davvero un grande potenziale. Lo dico io, certo, ma lo pensano anche centinaia di aziende di primo livello. Così come ci sono dei rischi sociali ed etici da esplorare e se possibile evitare.
Principalmente, però, ci sono dei limiti tecnici. Possiedo un Oculus di seconda generazione e vi dico che ci si può fare ancora ben poco. Questi visori sono ancora impossibili da tenere addosso per molto tempo: sono goffi e pesano un'accidente.
Le prossime versioni (prima fra tutte quella che Meta presenterà il prossimo anno) avvicineranno ancora di più il grande pubblico al metaverso. Per vedere qualcosa di simile ai visori indossati negli spot di questa campagna, invece, credo servirà arrivare alla fine di questo decennio.
Chissà se questi "occhiali" un giorno sostituiranno cellulare e computer portatile. C'è solo un modo per saperlo: arrivare a vederlo (o non vederlo).