La scoperta di 23 diversi aminoacidi nella polvere dell’asteroide Ryugu raccolta dalla sonda giapponese Hayabusa2 ha stupito gli scienziati. E rafforza l’idea che nello spazio le condizioni che hanno permesso la nascita della vita sulla Terra siano diffusissime.
Nel loro nuovo articolo che vi linko qui, i ricercatori dell’Università di Okayama in Giappone affermano di aver trovato “aminoacidi e altra materia organica che potrebbero fornire indizi sull’origine della vita sulla Terra”. La sensazionale scoperta viene dal materiale prelevato dall’asteroide Ryugu e riportato sulla Terra nel 2020.
Implicazioni sconcertanti
La missione giapponese Hayabusa2 ha completato un viaggio di sei anni e 186 milioni di chilometri nello spazio, arrivando su Ryugu nel 2018. Due anni dopo, nel 2020, la polvere di Ryugu è arrivata a terra, pronta ad essere analizzata. Analizzando le prime particelle riportate a terra (un campione di circa 5 grammi) gli scienziati sono rimasti a bocca aperta. Oltre alla presenza di aminoacidi, mattoni della vita, il team di ricerca ha osservato che l’asteroide ha attraversato molti cicli di congelamento e scongelamento. La circostanza suggerisce che Ryugu potrebbe aver ospitato acqua liquida: altro indizio affascinante.
Risultati senza precedenti per una roccia spaziale che ha le caratteristiche più primitive di qualsiasi campione naturale esaminato dall’uomo. Una roccia di cinque milioni di anni, come fa notare l’Agenzia Spaziale giapponese JAXA.
Che c’è dopo Ryugu?
La scoperta di aminoacidi sull’asteroide Ryugu, come detto, è un indizio affascinante sull’origine della vita sulla Terra. Da questa missione sono arrivate tante domande in più, e sono tutte ancora aperte: come si è creata questa materia organica? Da dove proviene? Anche sulla Terra è stata portata dagli asteroidi?
Domande che potrebbero iniziare a ricevere risposte grazie alla prossima missione di Hayabusa2. Ora la navicella si sta dirigendo verso un altro piccolo asteroide chiamato 1998 KY, e magari avremo altre sorprese.