“O è la fine delle armi nucleari, o la nostra”, scrissero a marzo 16 Premi Nobel per la Pace in una lettera aperta, che da allora ha raccolto oltre un milione di firme. Sono passati decenni dopo la fine della Guerra Fredda e mesi dall’ultimo pronunciamento di USA, Russia ed altri membri del consiglio di sicurezza ONU: “una guerra nucleare non può essere vinta e non deve essere combattuta”, concordavano. Eppure, lo spettro di un’apocalisse nucleare non è mai stato così concreto.
Ancora più vicino di quanto non fosse lo scorso febbraio, quando la risposta di Vladimir Putin alla reazione occidentale seguita all’intervento in Ucraina fu glaciale. “Le potenze occidentali che contemplano un intervento nella guerra in Ucraina,” diss il presidente russo, “devono sapere che la Russia risponderà immediatamente e le conseguenze saranno come non hanno mai visto in tutta la loro storia”.
Minacce di ritorsioni nucleari, messa in stato d’allerta delle forze nucleari, tutto parte di un “cerimoniale” terribile, ma prevedibili in questi contesti. E ora?
Perchè la situazione è peggiorata
L’unico trattato che vincola gli arsenali nucleari di Russia e Stati Uniti scadrà tra meno di quattro anni, nel 2026. Dubito che le due parti riprendano a trattare per ridurre la minaccia reciproca, ma le cose potrebbero guastarsi ancora prima.
Se la prospettiva di una guerra nucleare non vi terrorizza, dovrebbe. Secondo uno studio del 2019 del Program on Science and Global Security dell’Università di Princeton (ve lo linko qui), l’impiego di armi nucleari “tattiche” a corto raggio in un conflitto europeo potrebbe rapidamente degenerare in una guerra termonucleare che ucciderebbe o mutilerebbe più di 90 milioni di persone in poche ore.
Nella simulazione, il primo attacco avverrebbe nell’area di Kaliningrad… vi dice nulla il nome? Quest’area, anche nota come corridoio di Suwalki, è da anni considerata il tallone di Achille della NATO nel Baltico in caso di aggressione russa, perché considerato poco difendibile. E “il caso” vuole che la Lituania (con la benedizione di Bruxelles?) abbia appena avviato il blocco graduale di Kalingrad, lanciando il gioco dell’escalation che può creare il presupposto per la classica profezia che si autoavvera.
Guerra nucleare, il mondo appeso al filo di un trattato
Nel 1962 USA e URSS evitarono per un soffio la terza guerra mondiale (che sarebbe stata una guerra nucleare) dopo il dispiegamento di missili nucleari a Cuba. Da allora, il controllo di questi armamenti è diventato una necessità: entro i dieci anni successivi, i due paesi hanno firmato il primo trattato, ABM, che iniziava a limitarli. Un successivo accordo nel 1987 ha vietato le armi nucleari a raggio intermedio, e il trattato START nel 1991 ha ridotto significativamente gli arsenali dei due paesi.
Questa è stata una benedizione.
Nessuna di queste due superpotenze potrebbe lanciare una guerra nucleare senza essere conscia di andare incontro all’annientamento reciproco. Eppure, nel 2002 gli USA si sono ritirati dal trattato ABM, iniziando a costruire un sistema di difesa missilistica. Da allora è iniziata una nuova corsa agli armamenti. Nel 2019, invece, il Presidente Donald Trump è andato oltre ritirando gli USA anche dal trattato del 1987.
Questa è stata una maledizione.
Siamo appesi ad un filo: quello del nuovo trattato START, firmato dagli ex presidenti Barack Obama e Dmitry Medvedev nel 2010. Oggi è praticamente l’unico vincolo sull’aumento di armi nucleari. Quest’anno avrebbero dovuto iniziare colloqui sul rinnovo e sull’eventuale ampliamento di questo trattato. Come potete immaginare sono sospesi. E se START II decade, la corsa alle armi nucleari (comprese quelle ipersoniche e autonome, già impiegate in Ucraina) sarà senza controllo, con conseguenze inimmaginabili.
In cosa possiamo sperare?
Anzitutto un dato: gran parte del pianeta persegue con fermezza il controllo degli armamenti nucleari. Nel 1975 e nel 1997 quasi tutti i paesi del mondo hanno firmato convenzioni multilaterali che vietano armi biologiche e chimiche, mentre il trattato ONU sulla proibizioni di quelle nucleari è entrato in vigore giusto nel 2021.
Chi lo ha firmato? Tutti gli stati non nucleari. USA e Russia, firmatari del primo trattato di questo tipo nel 1970, si impegnarono a fornire tecnologia nucleare pacifica a questi stati in cambio di una promessa reciproca. In sostanza: i paesi nucleari si sarebbero impegnati a ridurre queste armi e a eliminarle nel lungo periodo, quelli non nucleari si sarebbero impegnati a non dotarsene.
Che ne è di quelle promesse?
Danzano su un filo teso. E sotto c’è un abisso. Per quanto sembri impossibile oggi, chiunque sia dotato di materia grigia deve urlare a gran voce la necessità che USA e Russia aprano dei negoziati per ridurre il pericolo di una guerra nucleare.
L’alternativa alla Pace, in questo caso, è l’annientamento.