“La festa appena cominciata è già finita,” cantava Sergio Endrigo. Elon Musk ha ritirato la sua offerta da 44 miliardi di dollari per acquistare Twitter, dopo una saga lunga mesi che ha irritato gli investitori e scosso il mercato. E per una festa che finisce, una lunga battaglia giudiziaria sta per iniziare.
Il presidente di Twitter, Bret Taylor, ha dichiarato che la piattaforma social media citerà in giudizio Musk in Delaware per far rispettare i patti. Nell’accordo, in particolare, c’era una clausola di “performance specifica”: una disposizione che potrebbe costringere Musk ad acquistare la società finché dispone di finanziamenti erogati per completare l’accordo: e proprio a maggio il tycoon e patron di Tesla aveva dichiarato di averne ottenuto uno proprio per questo scopo.
Il prezzo di una salatissima epopea giudiziaria
Quali sono adesso i passaggi accidentati per un funerale che si consuma ancora prima di un matrimonio? Se pure non fosse formalmente “costretto” a comprare, Musk potrebbe dover affrontare una multa di 1 miliardo di dollari per andarsene. Una sanzione che sta cercando di eludere accusando Twitter di aver violato “diverse disposizioni” dell’accordo, secondo la lettera che annuncia lo scioglimento l’offerta.
“Per quasi due mesi,” si legge nella lettera, “abbiamo cercato dati e informazioni per fare una valutazione indipendente del numero di account fraudolenti o di spam sulla piattaforma Twitter”. Secondo il team di Musk, Twitter non ha mai fornito, o ha rifiutato di fornire queste informazioni.
La battaglia giudiziaria “ballerà” proprio su questo elemento. Secondo Twitter gli account finti (bot usati per fare spam) sono circa il 5% degli oltre 200 milioni di utenti della piattaforma. Musk ritiene siano molti, molti di più. Molti analisti pensano che questo “casus belli” sia un pretesto di Musk per recedere dall’accordo senza pagare penali.
Un terremoto per gli altri e per sé
Quella di Twitter potrebbe non essere l’unica rogna giudiziaria sul cammino di Musk. La SEC, Securities and Exchange Commission americana, potrebbe punirlo seriamente per la sua condotta che ha destabilizzato sia Twitter che altre sue società.
Tante società. Molti tra voi avranno perso il conto: Musk dirige Tesla, e questo è notorio. Poi ha Neuralink, azienda di intelligenza artificiale. Dirige la società di viaggi spaziali SpaceX e la società di costruzione di tunnel The Boring Company. Per le telecomunicazioni ha in mano Starlink, e altre aziende che non menziono.
Già in passato ha affrontato cause legali da parte di investitori per il suo comportamento irregolare e i suoi effetti sulle azioni delle società. Proprio a causa di suoi tweet (che hanno ridotto di 14 miliardi di dollari il valore di Tesla) ha ricevuto una multa da 40 milioni di dollari, ed è dovuto dimettersi da Presidente del Consiglio di Amministrazione della società.
Fa ciò che vuole
Che impatto possono avere questi provvedimenti contro un uomo che, col suo patrimonio netto di 224 miliardi di dollari, è ora il più ricco del mondo?
Minuscolo. E questo fa temere molto sulla possibilità di arginare le attività di una persona in grado di condizionare così pesantemente il mercato. Perchè questa è la domanda che sta emergendo dopo questa sciarada incredibile: Musk ci è o ci fa?
Lo scopriremo: non presto, però. La via giudiziaria è sempre lunga.