La TV a schermo piatto è stata creata ispirandosi a “1984” di Orwell, o è nato da un’idea improvvisa? Jules Verne ha inventato il sottomarino scrivendo “Ventimila leghe sotto i mari”? Dovremmo prendercela con “La liberazione del mondo” e con Wells per l’invenzione della bomba atomica, o i tizi del Progetto Manhattan hanno fatto tutto da soli?
Da grande appassionato di futuro, ma pure di fantascienza, è inevitabile che io mi ponga periodicamente domande come queste. Più opere di fantascienza leggi, in effetti, più ti rendi conto che col tempo, una “fantasia” datata somiglia alla realtà attuale. La fantascienza predice il futuro? O semplicemente influenza appassionati e ricercatori, portandoli a trasformarla in realtà?
Il confine tra previsione e influenza è labile. Io ho una mia idea: per me, negli ultimi due secoli gli autori di fantascienza hanno cambiato il corso del futuro. Proprio come gli scienziati sono importanti nell’invenzione di cose nuove, gli autori e le opere di fantascienza sono stati importanti nel partorire nuove idee. Eccone tre che potrebbero aver ispirato, anzi: influenzato il futuro.
Un logico chiamato Joe – Murray Leinster
Siamo diventati dipendenti da Internet: difficile immaginare di tornare indietro, e per chi è nato dopo gli anni 90 è quasi impossibile ricordare cosa c’era prima. Tutti i nostri documenti importanti sono in cloud, i nostri messaggi sono in giro tra mail e social: internet fa parte del nostro stile di vita.
Dai primi del ‘900, sono tante le opere di fantascienza che hanno previsto questa tecnologia. O qualcosa di simile. Tra tutti, spicca “Un logico chiamato Joe” di Murray Leinster, pseudonimo dello scrittore americano Will F.Jenkins. In questo racconto del 1946 si descrive un futuro in cui ogni casa ha un dispositivo chiamato Logic. Il Logic è in grado di trasmettere e archiviare informazioni e funge da fonte di intrattenimento e notizie.
Sapete come funzionano i logici. Ve ne piazzate uno in casa. Assomiglia a un vecchio ricevitore d’immagini, soltanto che al posto delle manopole ha una tastiera: voi battete sui tasti per chiedere ciò che volete. È collegato alla memoria di grande capacità tramite appunto il circuito selettivo Carson. Per esempio, battete “Stazione SNAFU” sulla tastiera. Il circuito Carson scatta fulmineo e qualunque programma visivo che la SNAFU sta teletrasmettendo compare sullo schermo del vostro logico. Oppure battete “Telefono di Sally Hancock”, lo schermo ammicca e sfrigola e vi trovate agganciati al logico di casa sua, e se qualcuno risponde avete un collegamento audiovisivo. E non basta: provate a chiedere le previsioni del tempo o chi abbia vinto la corsa odierna a Hialeah o chi fosse la first lady alla Casa Bianca durante la presidenza Garfield o cosa svenda oggi la PDQ & R, e anche tutto questo vi comparirà sullo schermo.
Da “Un logico chiamato Joe”, 1946
Che vi ricorda?
Guardando indietro – Edward Bellamy
Quando le opere di fantascienza erano ancora una cosa relativamente nuova, Edward Bellamy scrisse un libro sul futuro nel 1887, prevedendo come sarebbe stato il mondo nel 2000. Sebbene le sue previsioni fossero per lo più positive e non rispecchiano la realtà come la conosciamo oggi, il libro contiene intuizioni formidabili.
La storia: un uomo che combatte l’insonnia viene ipnotizzato per addormentarsi e finisce per svegliarsi 113 anni dopo nel seminterrato della sua casa, nella quale ora vivono (ovviamente) nuovi inquilini. Ora si trova in un mondo in cui non esiste la povertà e le persone possono andare in pensione a 45 anni dopo aver lavorato solo poche ore al giorno ad un lavoro che amano. Tutti sono uguali, indipendentemente dall’identità di genere, dalle convinzioni o dal background. In sostanza, Bellamy immaginava un’utopia socialista in cui tutto funzionava alla perfezione. Probabilmente irrealizzabile ancora a lungo, o forse mai.
Nei dettagli, però, c’è tutto. L’autore ha previsto un negozio online simile ad Amazon, che mostra i suoi articoli affinché le persone possano vederli e ordinarli, per riceverli a casa tramite un sistema di tubi. I pagamenti? Attraverso delle speciali “carte di credito”. Sorprendente. C’è spazio perfino per la descrizione di un servizio musicale on-demand che sembra un precursore di Spotify.
Se non lo conoscete, leggetelo.
1984 – George Orwell
Si è detto tanto, di questo straordinario capolavoro. Opere come questa offrono così tanti spunti sul piano politico, sociale e ideologico, che anche qui qualcuno ha tralasciato qualche dettaglio interessante. Tra tutti, 1984 ha introdotto i televisori a grande schermo.
Nella nazione di Oceania, protagonista del libro, tutti dovevano avere in casa questo grande dispositivo da guardare, e da cui essere osservati. Questa tv ante litteram poteva letteralmente vedere in ogni angolo della casa. È l’esatta descrizione della tecnologia che oggi abbiamo nelle nostre case, a parte la funzione di sorveglianza, forse.
Il romanzo di George Orwell parla anche di software di riconoscimento facciale e di conversione da testo a voce, tecnologie ancora oggi in corso di perfezionamento grazie all’intelligenza artificiale. Con la sua espressione “Il Grande Fratello ti sta guardando”, Orwell ha anticipato un futuro di “opinione pubblica indotta”, di media pervasivi e di condizionamento.
Uno sguardo oscuro, in questo caso, ad un futuro fin troppo probabile.