Sembrerebbe che perfino i virus non possano sfuggire alla legge del più forte che regna in natura.
Un recente studio ha dimostrato che alcuni organismi microscopici hanno la capacità di nutrirsi attivamente di virus, e forse ne esistono molti altri di questo tipo.
Ma cosa sono esattamente i virus? Si tratta di minuscole particelle composte da materiale genetico capaci di replicarsi all’interno delle cellule di altri organismi, assumendone il controllo e diventandone parassiti. Questo ha portato a un lungo dibattito sulla loro natura (sono esseri “viventi” o no?): di certo hanno un ruolo cruciale nella vita di ogni altra creatura, compresi noi esseri umani. E ora sappiamo che hanno anche dei predatori che ne sono ghiotti.
La scoperta dei “mangia virus”
Basandosi su una precedente ricerca sui clorovirus, virus comuni negli ambienti acquatici che infettano le alghe verdi, gli scienziati dell’Università del Nebraska hanno voluto scoprire se alcuni esseri microscopi potevano sfruttare i virus come fonte di energia.
Per testare questa ipotesi, hanno raccolto campioni di acqua da uno stagno e hanno introdotto una grande varietà di organismi microscopici. Quindi, hanno aggiunto grandi quantità di clorovirus all’acqua e hanno atteso un giorno per vedere se ci fossero stati cambiamenti significativi.
Risultato? La scoperta di un’incredibile specie di protozoo unicellulare chiamata Halteria, capace di sfruttare i virus come fonte di nutrimento. Anzi, come unica dieta e ragione di vita: questi microbi non sono in grado di crescere se non mangiano clorovirus.
Lo studio, pubblicato di recente sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (ve lo linko qui), è il primo a dimostrare che alcuni microbi possono sopravvivere solo nutrendosi di virus.
Microbi buongustai
L’autore principale John DeLong, professore associato di scienze biologiche, si complimenta. “i virus sono composti da sostanze altamente nutritive: acidi nucleici, azoto, fosforo. Era altamente probabile che qualche organismo avrebbe prima o poi apprezzato queste straordinarie risorse.”
Se Halteria e altri microbi lavorano come pensiamo, dovrà cambiare totalmente la nostra visione del ciclo globale del carbonio.
DeLong e il suo team dicono di aver identificato anche altri microrganismi “virovori”: ora puntano a stabilire in che misura il fenomeno avviene che in natura, o se è influenzato dall’ambiente del laboratorio.