L’intelligenza artificiale si sta dimostrando sempre più straordinaria nella lotta contro le malattie mortali. L’ultimo colpo messo a segno è lo sviluppo (in soli 30 giorni) di un innovativo trattamento contro il carcinoma epatocellulare.
Grazie alla collaborazione tra ricercatori dell’Università di Toronto e Insilico Medicine, una piattaforma di AI chiamata Pharma (basata su Alphafold) ha portato alla scoperta di un percorso di trattamento inedito. I medici hanno potuto attaccare questa forma di cancro al fegato progettando una molecola rivoluzionaria in grado di legarsi al bersaglio.
Ti curo e ti dico quanto vivrai
Un secondo sistema AI si è rivelato in grado di prevedere con oltre l’80% di precisione la sopravvivenza dei pazienti a 6, 36 e 60 mesi. Lo ha fatto analizzando le caratteristiche uniche di ciascuno attraverso le note dei medici oncologi.
Questo straordinario risultato è stato ottenuto grazie all’addestramento dell’AI su un vasto campione. Molto vasto: 47.625 pazienti provenienti da sei centri anti cancro situati in tutta la Columbia Britannica.
Che prospettive ci sono?
John-Jose Nunez, psichiatra e ricercatore clinico presso l’UBC Mood Disorders Center e coinvolto nello studio, lo spiega con chiarezza: “L’AI essenzialmente legge i dati come li leggerebbe un essere umano. Questi documenti contengono molti dettagli come l’età del paziente, il tipo di cancro, le condizioni di salute di base, l’uso di sostanze passate e le storie familiari.
L’unica differenza? Nella capacità estrema dell’AI di combinare insieme questi dati (che sono più di quelli fino ad oggi usati per prevedere i tassi di sopravvivenza al cancro) per dipingere un quadro completo dei risultati”.
ChatGPT per farmaci e stima della sopravvivenza
Oggi l’intelligenza artificiale generativa ci mette a disposione testi e immagini su richiesta (scaldando i motori per darci presto video generati da poche righe di testo). Domattina ci restituirà farmaci sulla base delle malattie che gli chiederemo di curare. Non solo: calcolerà alla perfezione le nostre possibilità di sopravvivenza.
La tipologia di queste reti neurali mi fa pensare ad una svolta molto vicina nella diagnostica e nella cura delle malattie. È la loro scalabilità. La loro portabilità. Questi sono sistemi potentissimi che non richiedono enormi set di dati strutturati per funzionare.
Possono essere addestrati rapidamente usando i dati locali degli ospedali di una singola città o di una singola provincia per contribuire a migliorare le prestazioni sanitarie in tutta la zona interessata.
Un’arma intelligente. Uno strumento che appena tre anni fa nessuno avrebbe pensato potesse esistere.