Alphabet (la società ombrello proprietaria di Google, Wing, Calico, Project Tara, Deepmind e altre) ha appena lanciato Isomorphic Labs (IL). Secondo il blog della nuova società, l’obiettivo è "reimmaginare totalmente l'intero processo di scoperta delle medicine con l’intelligenza artificiale".
Ovviamente sarà il CEO di DeepMind (la società Alphabet che si occupa di AI), Demis Hassabis, a gestire questo spin-off che va a caccia di farmaci. Sarà una “rivoluzione possibile”: AlphaFold 2, il sistema AI di Deepmind, ha praticamente già trasformato il modo in cui i ricercatori studiano le strutture proteiche. E Hassabis è ovviamente piuttosto bravo a gestire un laboratorio.
Perchè può funzionare scoprire medicine con l’AI

In senso assoluto, la biologia può essere pensata come un sistema di elaborazione delle informazioni, anche se è un sistema straordinariamente complesso e dinamico. È possibile stabilire una struttura “comune” tra biologia e scienza dell'informazione? Qualcuno dice si. Una “ mappatura isomorfa” tra questi due mondi: e d’altra parte è proprio questo il nome, Isomorphic Labs.
Certo, la biologia è probabilmente troppo complessa e disordinata per essere considerata come un semplice insieme di equazioni matematiche. Ma proprio come la matematica si è rivelata il linguaggio descrittivo giusto per la fisica, la biologia potrebbe rivelarsi il tipo perfetto di regime per l'applicazione dell'intelligenza artificiale.
Perchè di questo si tratta: applicare l'intelligenza artificiale per ottimizzare il processo di scoperta di nuove medicine. Sembra una cosa enorme, vero? Probabilmente lo è.
Come funziona
Basandosi sul lavoro di AlphaFold 2, Isomorphic Labs è in grado di accelerare potenzialmente la scoperta di nuovi farmaci. Questo chiaramente non implica che i farmaci raggiungeranno il mercato più velocemente. Non è il processo di scoperta a rallentare l’adozione di queste medicine: per questo, se aspettate che Alphabet salvi all’istante miliardi di malati, vi state sbagliando.
Tutto dipenderà ancora dalle case farmaceutiche. A meno che (vi ho parlato di questa tendenza a proposito di Amazon) un giorno Alphabet non si metta a fabbricare e vendere pillole in proprio.
C’è sempre da tenere presenti i limiti del deep learning, non c’è dubbio. Ma sarebbe fantastico se questi strumenti così avanzati si mettessero al servizio del mondo, affrontando le grandi industrie farmaceutiche e “surclassandole” democratizzando e accelerando il loro accesso alle medicine più avanzate.