La startup spagnola Overture Life ha realizzato qualcosa di sorprendente per favorire la fertilità: un robot guidato da un controller Playstation (non scherzo) in grado di fecondare ovuli umani. Sembra fantascienza, ma è già una realtà e ha portato alla nascita di due bambine in perfetta salute.
Daje di joypad
Uno degli ingegneri, senza una reale esperienza nella medicina della fertilità, ha utilizzato un controller Sony PlayStation 5 per posizionare un ago robotico. Osservando un uovo umano attraverso una telecamera, si è poi mosso in avanti da solo, penetrando nell’uovo e facendo cadere un singolo spermatozoo. Complessivamente, il robot è stato utilizzato per fecondare più di una dozzina di uova.
E l’insolita tecnica, riferisce il MIT Technology Review, ha funzionato.
Tutto qui? Immagino già i fenomeni social che scrivono cose del tipo “si è sempre fatto”. (Quelli che gridano “aah! I robot mettono incinta le nostre donne” li saltiamo proprio). È comunque un importante aggiornamento della tradizionale fecondazione in vitro, che attualmente prevede “l’incontro” di ovuli e spermatozoi con l’uso un ago speciale sotto un microscopio.

Una mano (elettronica) alla fertilità
La fecondazione assistita tradizionale è costosa e laboriosa, ma startup come questa lavorano per rendere il processo più economico e accessibile, automatizzandone alcune parti. Una mano ben accetta, in tempi di grave crisi per la fertilità.
“Un concept straordinario,” dice Gianpiero Palermo, il medico che negli anni ’90 introdusse la procedura di fecondazione assistita oggi maggiormente adottata. “Naturalmente, servono molti altri miglioramenti per garantire l’efficacia di tutto il processo”.
Una prospettiva considerata in ogni caso molto promettente: per questo Overture Life ha già raccolto circa 37 milioni di dollari di finanziamenti da investitori come l’ex CEO di YouTube, Susan Wojcicki.
Un lungo cammino
In sintesi, quello di Overture Life è sicuramente un passo incrementale verso l’automazione completa del processo. Quasi il simbolo di come una nuova forma mentis possa contribuire ad innovare i processi ovunque. Anche nel campo della medicina della fertilità.
Mi piace pensare che una nuova generazione di medici, temprata dal lungo studio, metta a frutto anche le ore di “addestramento inconsapevole” passate davanti ad un videogame.