A volte mi domando quante persone al mondo, in questo preciso istante, stiano guardando lo schermo di un iPhone. Centinaia di milioni, probabilmente. Ma secondo Apple, questo rituale quotidiano ha i giorni contati. In un momento di sorprendente candore, Eddy Cue (braccio destro di Tim Cook e responsabile dei servizi Apple) ha appena ammesso che il futuro dell’iPhone potrebbe essere più breve di quanto pensiamo.
“Potreste non aver bisogno di un iPhone tra 10 anni”, ha dichiarato, aggiungendo che l’intelligenza artificiale sta creando opportunità per esperienze completamente nuove. Penso abbia assolutamente ragione.
Il declino annunciato di un’icona
La dichiarazione di Cue è un fulmine a ciel sereno. Non tanto per il contenuto (chi si occupa di tecnologia sa bene che nessun dispositivo è eterno) quanto per la fonte. Quando uno dei massimi dirigenti di Apple ammette pubblicamente che il prodotto che genera metà dei ricavi dell’azienda potrebbe scomparire, la questione diventa seria. Probabilmente persino Steve Jobs si sarebbe strangolato con il suo iconico dolcevita nero sentendo queste parole.
Ma non è un caso isolato. Dalla Mela stanno arrivando segnali sempre più chiari di un cambio di strategia. Come si dice in gergo: quando il vento cambia, alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento. E Apple sta costruendo mulini per il vento che cancellerà il futuro dell’iPhone.
Tim Cook non ha mai fatto mistero della sua ossessione per la realtà aumentata. Secondo fonti interne, sarebbe “l’unica cosa su cui sta davvero concentrando il suo tempo dal punto di vista dello sviluppo prodotto”. Un’ossessione che lo spingerebbe a voler battere Meta nella corsa agli occhiali smart. Ci riuscirà?

Cosa succede nel futuro del “dopo iPhone”?
La ricetta per sostituire il dispositivo più iconico del secolo è complessa. Apple sta lavorando su due fronti: un nuovo Vision Pro più leggero ed economico (il primo, mi assumo la responsabilità di dirlo, ha fallito), e veri occhiali AR. L’obiettivo? Creare dispositivi indossabili che proiettino contenuti digitali nel mondo reale, con un’esperienza meno invasiva dell’iPhone.
Non è solo Apple a pensare oltre lo smartphone. Jony Ive, l’ex guru del design che ha plasmato l’estetica dell’iPhone, sta lavorando da tempo con OpenAI ad un misterioso dispositivo. Le indiscrezioni parlano di un “telefono senza schermo” (che però non sarebbe un telefono) basato completamente sull’intelligenza artificiale, descritto come “un’esperienza di computing meno socialmente totalizzante”. Chissà.
Un’evoluzione inevitabile
La prospettiva di un futuro senza iPhone sembra assurda oggi, è sicuramente atterrirà qualche irriducibile fanboy. Ma ricordiamoci che Apple ha già “ucciso” volontariamente i suoi prodotti più redditizi in passato. Cue ha citato proprio l’esempio dell’iPod, definendo “la cosa migliore che abbiamo fatto” la decisione di eliminarlo quando l’iPhone lo ha reso superfluo.
Perché alla fine è proprio questa la caratteristica che distingue Apple: la capacità di guardare oltre i successi presenti. Altre aziende si aggrappano disperatamente ai loro prodotti di punta, a Cupertino pianificano già la loro estinzione.
Per noi consumatori, la prospettiva di abbandonare l’iPhone per occhiali AR o dispositivi IA è pura follia in questo momento. Ma chi, nel 2007, avrebbe potuto immaginare quanto profondamente gli smartphone avrebbero trasformato le nostre vite?