La nostra battaglia contro l’invecchiamento ha un nuovo alleato, e ha un nome che evoca il mito greco. Klotho, come la dea che filava lo stame della vita, sembra in grado di allungare quel filo e renderlo più resistente. Lo dimostra uno studio pubblicato su Molecular Therapy da un team internazionale guidato dal Professor Miguel Chillón dell’Università Autonoma di Barcellona.
Attraverso una terapia genica che aumenta i livelli della forma secreta di questa proteina (s-KL), i ricercatori hanno ottenuto risultati che definire promettenti è riduttivo: topi che vivono fino al 20% più a lungo, con muscoli più forti, ossa più sane e cervelli più attivi. Ma, come ripeto sempre, non è solo questione di quantità di vita.
L’origine di una scoperta straordinaria
Il nome Klotho non è casuale: richiama direttamente la più giovane delle tre Moire della mitologia greca (quelle che noi chiamiamo Parche), proprio quella che tesseva il filo della vita umana. Una scelta appropriata per una proteina che, come stanno dimostrando numerosi studi, potrebbe avere un ruolo fondamentale nella regolazione della nostra longevità.
La proteina Klotho è stata scoperta per la prima volta nel 1997 dal ricercatore giapponese Makoto-Kuro, che pubblicò su Nature i risultati dei suoi esperimenti. Già allora, i topi con deficit di questa proteina mostravano segni di invecchiamento precoce, mentre quelli con livelli più elevati sembravano godere di una maggiore longevità e di un invecchiamento più sano.
Sono passati più di 25 anni da quella prima scoperta, e oggi la ricerca ha fatto passi da gigante. Mi colpisce particolarmente l’evoluzione di questo campo di studi: siamo passati dall’osservazione di un fenomeno alla comprensione dei meccanismi cellulari che ne stanno alla base, fino ad arrivare a potenziali applicazioni terapeutiche.

Klotho, un approccio radicale all’invecchiamento
Lo studio guidato dal professor Chillón è un punto di svolta. I ricercatori, come detto, hanno utilizzato vettori di terapia genica per introdurre nelle cellule di topi giovani il gene che codifica per la forma secreta della proteina Klotho (s-KL). Questo ha fatto sì che le cellule iniziassero a produrre autonomamente la proteina, aumentandone significativamente i livelli nel sangue.
I risultati sono stati sorprendenti. I topi trattati con s-KL hanno vissuto dal 15 al 20% più a lungo rispetto agli altri. Per darvi un’idea, sarebbe come estendere la vita umana media dagli attuali 80 anni a circa 96 anni. Ma l’aspetto forse più rilevante è che non si tratta solo di vivere più a lungo: questi animali hanno mostrato prestazioni fisiche migliori, con fibre muscolari più grandi e meno fibrosi, indice di una migliore salute muscolare.
“Abbiamo lavorato con la proteina Klotho per un po’ di tempo, per il suo potenziale terapeutico nel trattamento delle malattie neurodegenerative. In questo studio, volevamo vedere se s-KL potesse essere benefica anche per un invecchiamento sano esaminando un’ampia gamma di fattori”, spiega Miguel Chillón.
Gli effetti sorprendenti di Klotho su tutto l’organismo
La bellezza di questa scoperta sta nella sua natura sistemica. Non si tratta di un trattamento che migliora un singolo aspetto dell’invecchiamento, ma di un intervento che sembra avere effetti benefici su molteplici fronti contemporaneamente.
Oltre ai muscoli, sono stati osservati significativi miglioramenti anche nella salute ossea, particolarmente nelle femmine, con una maggiore preservazione della struttura interna delle ossa (trabecole). Questo suggerisce, ad esempio, un potenziale effetto protettivo contro l’osteoporosi, una delle principali preoccupazioni dell’invecchiamento umano.
Ma non è tutto. Nel cervello, il trattamento con s-KL ha promosso la generazione di nuovi neuroni e aumentato l’attività immunitaria nell’ippocampo, suggerendo possibili benefici cognitivi. L’analisi trascrittomica ha rivelato un aumento della fagocitosi e dell’attività delle cellule immunitarie nell’ippocampo invecchiato, il che potrebbe tradursi in una migliore protezione contro il declino cognitivo legato all’età.

Dalla mitologia greca al futuro della medicina
Ciò che rende particolarmente affascinante questa ricerca è il ponte che crea tra la mitologia antica e la scienza più avanzata. Klotho, nella mitologia greca, era colei che filava lo stame della vita umana, determinandone in parte la durata. Oggi, la scienza ci mostra che la proteina che porta il suo nome potrebbe effettivamente influenzare la durata e la qualità della nostra vita.
Il gruppo di ricerca aveva già brevettato l’uso di Klotho per trattare i deficit cognitivi e, a seguito di questo studio, sono stati depositati tre nuovi brevetti. Questi proteggono l’uso di Klotho per il trattamento dei deficit ossei e muscolari, nonché per lo sviluppo di terapie mirate ad aumentare la longevità.
Le prospettive future
Naturalmente, è importante ricordare che questa ricerca è stata condotta su topi, e il passaggio agli esseri umani richiederà ulteriori studi approfonditi. Tuttavia, le potenzialità sono enormi.
Come afferma il team di ricerca:
“Quando avremo messo a punto un metodo di somministrazione praticabile, s-KL potrebbe dare un contributo significativo al miglioramento della qualità della vita delle persone e aiutare a costruire una società più sana possibile”.
Gli scienziati continuano a esplorare se la somministrazione diretta della proteina o opzioni di terapia genica più raffinate potrebbero funzionare meglio per gli umani, e stanno pianificando di studiare ulteriormente come s-KL si integri nei diversi percorsi biologici.
È momento storico in cui la popolazione mondiale sta rapidamente invecchiando, con tutte le sfide sanitarie e sociali che questo comporta. Anche altre ricerche, come quella sull’interleuchina 11, stanno aprendo nuove strade verso la comprensione dei meccanismi dell’invecchiamento e la possibilità di modularlo.
La prospettiva di un intervento che possa migliorare simultaneamente diversi aspetti dell’invecchiamento rappresenta una speranza concreta per un futuro in cui non solo vivremo più a lungo, ma lo faremo mantenendo una migliore qualità della vita.