Quante volte avete sentito dire che per vivere più a lungo bisogna mangiare meno? La restrizione calorica è da decenni il santo graal della longevità, confermata in laboratorio su centinaia di specie animali. Il problema è semplice: chi di voi riesce davvero a mangiare il 30% in meno per tutta la vita? Quasi nessuno. Per fortuna, la scienza ha appena confermato che esiste un’alternativa altrettanto efficace. Se ci leggete la conoscete da un po’: si chiama Rapamicina, viene dal suolo dell’Isola di Pasqua e offre gli stessi effetti del digiuno senza costringervi a rinunciare al vostro piatto preferito. Uno studio comparativo molto corposo ha appena messo la parola fine a una delle questioni più dibattute della medicina anti-aging. Ne parliamo? Ma prima, una curiosità per prendere la rincorsa.
Il mistero dell’isola di pasqua
La rapamicina ha una storia affascinante. Venne isolata per la prima volta nel 1972 da campioni di suolo raccolti sull’Isola di Pasqua nel 1964. I batteri di quel terreno remoto producevano una sostanza che si sarebbe rivelata un tesoro della medicina moderna.
Inizialmente sviluppata come immunosoppressore per i trapianti d’organo, la rapamicina ha progressivamente mostrato proprietà inaspettate. Come vi sottolineavo in questo approfondimento, la sua capacità di interferire con il pathway mTOR l’ha resa protagonista della ricerca anti-invecchiamento.
La sfida impossibile della restrizione calorica
Mangiare meno per vivere di più. Sembra facile a dirsi, molto meno a farsi. Nei laboratori, la restrizione calorica funziona perfettamente: i topi che mangiano il 30-40% in meno dei loro simili vivono più a lungo, stanno meglio e invecchiano più lentamente. Lo stesso vale per lieviti, vermi, mosche. Perfino per i primati. E per l’uomo? Zahida Sultanova e i suoi colleghi dell’University of East Anglia hanno voluto vederci chiaro una volta per tutte.
La restrizione dietetica è stata il gold standard per vivere più a lungo, ma è difficile da mantenere a lungo termine per la maggior parte di noi
Il team ha setacciato migliaia di articoli scientifici, analizzando alla fine 167 studi condotti su otto specie di vertebrati diversi, dai pesci alle scimmie rhesus. L’obiettivo era ambizioso, confrontare gli effetti di tre approcci alla longevità: restrizione calorica tradizionale, rapamicina e metformina. Risultati? Leggete qua.
Effetti della rapamicina: tutti battuti sul filo di lana
I risultati pubblicati sulla rivista Aging Cell hanno dell’incredibile. Gli effetti della rapamicina si sono dimostrati identici alla restrizione calorica nell’estendere la vita di tutte le otto specie analizzate. Maschi e femmine beneficiano allo stesso modo, indipendentemente dal tipo di restrizione alimentare adottata.
La metformina, farmaco per il diabete di tipo 2 che molti consideravano promettente, ha deluso le aspettative. Nessun beneficio chiaro sulla longevità, nonostante sia attualmente oggetto dello studio TAME, un trial clinico su oltre 3.000 persone.
Come funzionano gli effetti della rapamicina nel nostro corpo
Il segreto sta nel meccanismo target of rapamycin (mTOR), una proteina che regola la crescita cellulare e il metabolismo. Quando la rapamicina raggiunge mTOR, ne blocca l’attività. È come spegnere un interruttore che normalmente dice alle cellule di crescere e moltiplicarsi.
Questo meccanismo imita perfettamente quello che accade durante la restrizione calorica. Il corpo interpreta la riduzione di nutrienti come un segnale per attivare meccanismi di riparazione cellulare e rallentare l’invecchiamento. Le ricerche dimostrano che la rapamicina stimola l’autofagia, un processo con cui le cellule si liberano dei componenti danneggiati e si rinnovano. È come se ogni cellula facesse le pulizie di primavera, eliminando i rifiuti accumulati.
Gli effetti della rapamicina sugli animali da laboratorio
I dati sugli animali sono impressionanti. Matt Kaeberlein, biologo dell’University of Washington, ha documentato come la rapamicina estenda la vita dei topi del 17-18%. Ma i benefici vanno oltre la semplice longevità. Gli animali trattati mostrano miglioramenti cognitivi, riduzione dell’infiammazione cerebrale e muscolare, e un rallentamento generale dei processi di invecchiamento. Non vivono solo più a lungo: vivono meglio.
Il passaggio all’uomo è più complesso. Una revisione sistematica pubblicata su The Lancet Healthy Longevity ha analizzato 19 studi clinici, confermando miglioramenti nei sistemi immunitario, cardiovascolare e cutaneo.
Jonathan An, dentista dell’University of Washington, sta conducendo un trial clinico innovativo. Usa la rapamicina per trattare le malattie gengivali in pazienti over 50, partendo dal principio che l’invecchiamento è la causa sottostante di molte patologie legate all’età. Anche i primi risultati umani degli effetti della rapamicina sulla pelle sono incoraggianti. Come vi raccontavo qui, applicazioni topiche di rapamicina hanno mostrato aumenti nel collagene e riduzioni nei marker di invecchiamento cellulare.
Ancora: altre ricerche recenti hanno svelato come rapamicina e restrizione calorica agiscano attraverso percorsi parzialmente diversi. Questo è importante perché suggerisce che i due approcci potrebbero avere effetti additivi se combinati. Mikhail Blagosklonny, esperto di longevità, ha proposto un approccio personalizzato. Invece di dosi standard, suggerisce di calibrare la rapamicina in base alle malattie specifiche che ciascuno potrebbe sviluppare. Un approccio di medicina di precisione applicato all’anti-invecchiamento.

Le prospettive future della ricerca
La rapamicina sta aprendo nuove strade nella medicina della longevità. Combinazioni con altri farmaci, come il trametinib, hanno mostrato di estendere la vita dei topi del 30%, suggerendo che il futuro potrebbe essere nei cocktail anti-invecchiamento personalizzati.
Migliaia di persone stanno già sperimentando la rapamicina off-label, spesso senza supervisione medica. Un sondaggio del 2023 su 333 utilizzatori ha mostrato benefici auto-riportati su umore, dolore e funzioni cognitive, ma ha anche evidenziato la necessità di studi più rigorosi.
Un futuro senza invecchiamento?
I 167 studi analizzati dalla Sultanova rappresentano la prova più solida mai raccolta sui farmaci anti-invecchiamento. La rapamicina non è più una speranza: è una realtà scientifica documentata.
Ovviamente, questo non significa che dobbiate correre dal medico a chiedere una prescrizione. La ricerca umana è ancora agli inizi, i dosaggi ottimali non sono definiti e gli effetti a lungo termine devono essere monitorati attentamente. Ma per la prima volta nella storia, abbiamo un farmaco che riesce a imitare i benefici del mangiare meno senza costringerci a rinunciare ai piaceri della tavola. Dal suolo remoto dell’Isola di Pasqua ai laboratori di tutto il mondo, gli effetti della rapamicina ci stanno insegnando che l’invecchiamento non è un destino ineluttabile. È un processo che possiamo rallentare, controllare e forse un giorno arrestare del tutto.