Quando dei ricercatori di Singapore hanno iniziato a dipingere tre piccole case con vernici diverse, probabilmente non immaginavano che dopo due anni di sole e pioggia tropicali avrebbero risolto uno dei problemi più urgenti delle città moderne. La vernice riflettente tradizionale e quella normale sono ingiallite, mentre la loro nuova formula è rimasta perfettamente bianca. Ma il colore è solo l’inizio: questa vernice riflettente porosa “suda” come la pelle umana, riflette il 92% della luce solare anche quando è bagnata, e taglia i consumi di climatizzazione fino al 40%. Il futuro del raffreddamento urbano ha appena trovato casa, siore e siori.
Una vernice riflettente che non si arrende all’umidità
La maggior parte delle vernici riflettenti funziona bene nei deserti, male ai tropici. Il problema è sempre lo stesso: l’umidità intrappola il calore vicino alle superfici, rendendo inutile il raffreddamento radiativo tradizionale. I ricercatori della Nanyang Technological University hanno aggrato l’ostacolo combinando tre strategie di raffreddamento in una sola vernice riflettente.
Li Hong e il suo team hanno creato una formulazione a base cementizia che riflette la luce solare, irradia calore verso lo spazio e, soprattutto, “suda”. La struttura porosa trattiene l’acqua e la rilascia lentamente, esattamente come fa la nostra pelle. Il risultato? Una vernice riflettente che mantiene l’88-92% di riflettività anche quando è bagnata.

Il test che vale più di mille simulazioni
Due anni di osservazione diretta a Singapore valgono più di qualsiasi modello al computer. Jipeng Fei, coautore della ricerca pubblicata su Science, racconta che mentre le altre vernici ingialliscono dopo pochi mesi di clima tropicale, la loro vernice riflettente “era ancora bianca”.
I numeri parlano chiaro: le case dipinte con la nuova formulazione hanno consumato dal 30 al 40% in meno di elettricità per il condizionamento. Come abbiamo già osservato, le vernici super-riflettenti rappresentano una frontiera promettente, ma questa volta si aggiunge un elemento cruciale: la capacità di funzionare anche in condizioni di alta umidità.
Vernice riflettente, la ricetta è semplice: nanoparticelle, polimeri e un pizzico di sale
La ricetta sembra quasi alchemica, ma è pura ingegneria dei materiali. Le nanoparticelle mantengono alta la riflettività e rafforzano la struttura. Una piccola quantità di polimero e sale aiuta a trattenere l’umidità e previene le crepe. Il tutto viene assemblato in una matrice cementizia che emette fino al 95% del calore assorbito sotto forma di radiazione infrarossa.
See Wee Koh, terzo autore dello studio, sottolinea che “circa il 60% dell’energia degli edifici a livello globale viene utilizzata per il raffreddamento degli spazi”. La vernice riflettente non si limita a risparmiare energia: spedisce il calore direttamente nello spazio invece di scaricarlo nell’aria circostante, contribuendo a ridurre l’effetto isola di calore urbana.
Singapore come laboratorio del futuro
Singapore ha trasformato questa ricerca in politica urbana. L’Housing Development Board sta estendendo l’uso di rivestimenti riflettenti a tutti gli edifici pubblici entro il 2030, dopo che i test a Tampines hanno confermato riduzioni di temperatura fino a 2°C.
La vernice riflettente non è più un esperimento di laboratorio. È una tecnologia matura che aspetta di essere applicata su larga scala nelle città che soffrono di più il calore urbano. Un pennello alla volta, una parete alla volta, verso un futuro un po’ più fresco.