La Terra ha un appuntamento con la morte. Non il tipo di morte che immaginate, però: quella dove tutto esplode e finisce in un botto. No, sarà una morte per soffocamento. Lenta, inesorabile, scientificamente prevedibile. Fra un miliardo di anni, l’atmosfera terrestre perderà tutto il suo ossigeno e noi, insieme a quasi tutto quello che vive oggi, non ci saremo più. Lo hanno calcolato Kazumi Ozaki e Chris Reinhard, due ricercatori che hanno osato fare una domanda scomoda: quanto durerà ancora l’aria che respiriamo? La risposta è agghiacciante (e affascinante).
Il Sole invecchia e ci condanna tutti
Il meccanismo è semplice. Man mano che il Sole invecchia, diventa più luminoso e caldo. Questo calore extra farà evaporare più anidride carbonica dall’atmosfera, rompendo le molecole di CO2. Meno anidride carbonica significa meno fotosintesi, e meno fotosintesi significa addio ossigeno. È una reazione a catena che porterà i livelli di ossigeno a crollare di un milione di volte rispetto a oggi.
Gli autori dello studio, pubblicato su Nature Geoscience, hanno utilizzato modelli complessi che simulano clima, biologia e geologia per oltre 400.000 scenari diversi. Il risultato è sempre lo stesso: fra 1,08 miliardi di anni (più o meno 140 milioni), l’ossigeno atmosferico scenderà sotto l’1% dei livelli attuali.
Il futuro senza ossigeno? Un ritorno al passato primordiale
Questa trasformazione riporterà la Terra alle condizioni dell’Eone Archeano, quando il pianeta aveva un’atmosfera ricca di metano e priva di ossigeno libero. Allora, circa 4 miliardi di anni fa, la vita era limitata a organismi unicellulari che non avevano bisogno di respirare. La catastrofe dell’ossigeno di 2,4 miliardi di anni fa aveva cambiato tutto, permettendo l’evoluzione di forme di vita complesse. Ma il futuro ci riserva una catastrofe al contrario.
“Stiamo parlando di circa un milione di volte meno ossigeno di quello presente oggi”, ha spiegato Reinhard. Niente piante, niente animali, niente esseri umani. Solo batteri anaerobi che prospereranno in un’atmosfera dominata dal metano.

Perché la scoperta cambia la ricerca extraterrestre
Questa ricerca ha implicazioni enormi per la caccia alla vita nell’universo. Se l’ossigeno atmosferico caratterizza solo il 20-30% della vita di un pianeta, cercare solo ossigeno negli esopianeti potrebbe farci perdere molte opportunità. I ricercatori suggeriscono di ampliare la ricerca ad altri biomarcatori.
La cosa più inquietante? Tutto questo è inevitabile. Non si tratta di cambiamenti climatici o inquinamento umano, ma del normale invecchiamento del nostro sistema solare. È scritto nella fisica stellare, ineluttabile come la gravità.
Peraltro, lo sapete, organismi senza ossigeno esistono già
Come abbiamo sottolineato, la natura ha già sperimentato la vita senza ossigeno. Il parassita Henneguya salminicola vive tranquillamente senza respirare, dimostrando che l’evoluzione ha sempre delle carte nascoste da giocare.
Il tempo che ci rimane
Intanto spero abbiate apprezzato l’approccio alla notizia. Di certo la leggerete altrove con qualche titolo del tipo “aiuto!11!1 Sta finendo l’ossigeno!”: cosa non si fa per un click.
Però, detto tra noi, un miliardo di anni può sembrare un’eternità, ma in termini geologici è un battito di ciglia. Per fare un confronto, la vita complessa sulla Terra è comparsa proprio in questo arco temporale.
La ricerca di Ozaki della Toho University e Reinhard del Georgia Institute of Technology ci ricorda una verità scomoda: niente dura per sempre, nemmeno l’aria che respiriamo. Ma almeno ora lo sappiamo, e abbiamo un bel po’ di tempo (umano) per pensarci sopra. Ammesso che riusciamo a restare nei paraggi per un altro miliardo di anni, intendo.