Avete mai discusso con un complottista? Avete notato quella luce negli occhi? Quel tono di chi vi sta facendo un favore enorme, rivelandovi “la verità” che voi, poveri ingenui, ancora non avete afferrato? Certo che l’avete notato. Quella sicurezza è il loro tratto distintivo, il loro superpotere. Per anni ci siamo interrogati sul perché le persone si tuffino a capofitto in teorie che, diciamocelo, stanno in piedi con lo sputo e con i fili tirati dai soliti noti (che non si sa mai chi siano, ma ci sono). C’era chi diceva fosse narcisismo, chi sete di unicità. E se invece fosse una cosa molto più… banale?
Uno studio fresco di stampa suggerisce che il motore principale dei “complottisti” da cliché non sia il desiderio di sentirsi l’ago nel pagliaio, ma una semplice, gigantesca, esagerata dose di overconfidence. Di quella sicurezza in sé che ti fa credere di essere più sveglio degli altri, anche quando i fatti ti smentiscono. E la parte migliore? Pensano davvero che la maggior parte della gente, voi compresi, abbia già capito tutto e semplicemente non lo dica perché meno coraggiosa.
Overconfidence, questa sconosciuta (o forse troppo conosciuta)
Diciamocelo, un po’ di sicurezza fa bene. Ma quando la sicurezza si trasforma in una corazza impenetrabile a qualsiasi evidenza contraria, beh, allora abbiamo un problema. La ricerca di cui parlo, condotta da gente che di menti umane se ne intende, come il professore Gordon Pennycook, Jabin Binnendyk e David G. Rand (quest’ultimo al Massachusetts Institute of Technology), e pubblicata sulla rivista Personality and Social Psychology Bulletin, punta dritto al cuore della questione: l’overconfidence. L’eccesso di sicurezza. La sicumera, avremmo detto qualche tempo fa.
Questi ricercatori, principalmente dalla Cornell University, hanno messo sotto esame un bel campione di adulti americani. Non hanno chiesto loro di risolvere equazioni complesse (troppo facile per un complottista sentirsi genio lì, no?) ma li hanno sottoposti a test in cui performance effettiva e percezione di performance, due cose ben diverse, erano scollegate. Immaginatevi di dover “indovinare” cosa c’è in un’immagine così sfocata che potreste vederci un unicorno o la lista della spesa. La vostra sicurezza nel dire “è un unicorno!” dice più su di voi che sull’unicorno stesso.
Questo gruppo di persone è davvero scollato dalla realtà. In molti casi, credono a qualcosa con cui pochissime persone sono d’accordo. Non hanno idea di quanto siano lontani dal senso comune.

Ecco, lo studio suggerisce che chi abbocca volentieri alle teorie non proprio… canoniche (dallo morte di Lady Diana ai dinosauri che non sono mai esistiti, passando per la terra piatta), tende a sentirsi più bravo e lucido di quanto i fatti (o l’incapacità di distinguere una macchia da un unicorno sfuocato) suggerirebbero. Insomma, la loro certezza non deriva dall’aver analizzato meglio la situazione, ma da una convinzione un po’ eccessiva nelle proprie capacità.
Sorpresa: i complottisti pensano che siate dei “risvegliati” pure voi, ma vigliacchi
E qui arriva il colpo di scena, quello che rende il tutto non solo frustrante ma anche un tantino comico, se non fosse per le conseguenze nel mondo reale. Non solo questi signori sono straconvinti di aver capito tutto, ma sono anche convinti che la maggior parte degli altri la pensi esattamente come loro. Pensateci: credono di essere l’avanguardia di un pensiero che, segretamente, tutti (o quasi) condividono.
Non è che si sentono gli unici guerrieri della verità contro il sistema, no. Si sentono i portavoce di una verità che, nel loro mondo parallelo fatto di chat “criptate” (rido) e video su piattaforme alternative, è già diventata senso comune. È una distorsione della percezione sociale che lascia a bocca aperta. Stanno sul limite, anzi, sono il limite, ma si vedono al centro della piazza con una folla plaudente intorno.
Questo, tra l’altro, rende la discussione con loro un’impresa quasi impossibile. Se i complottisti pensano che voi, sotto sotto, sappiate benissimo che i governi nascondono l’esistenza degli alieni (giusto per fare un esempio a caso, capitemi) e semplicemente non lo ammettiate per paura, convenienza o chissà cosa, ogni vostro tentativo di presentare dati, logica o semplice buon senso sarà visto come un’ulteriore conferma che state giocando la loro stessa partita, solo che voi siete dalla parte dei “dormienti” per finta. Capire questo meccanismo è un passo fondamentale per chi studia la psicologia delle false credenze.
Il “so tutto io” non è coraggio di pensare, è chiusura mentale
Ora, mettiamo le cose in chiaro. Mettere in discussione il potere, chiedere spiegazioni, non accettare passivamente tutto quello che ci viene raccontato, non è sbagliato. Anzi, la storia è piena di esempi in cui le “verità” ufficiali si sono rivelate parziali, incomplete o totalmente false. Pensare con la propria testa è una virtù, se fatto bene.
Il problema sorge quando il “pensare con la propria testa” si trasforma in un dogmatismo speculare a quello che si critica. Quando la ricerca della “verità nascosta” diventa la scusa per ignorare qualsiasi cosa non si adatti al proprio schema mentale preesistente. Quando l’overconfidence non spinge all’indagine rigorosa, ma alla certezza preconcetta.
Questa ricerca sembra suggerire che, per molti, non sia nemmeno un bisogno di sentirsi speciali o unici a guidare la credenza, ma proprio una grossolana distorsione della realtà che li fa sentire intelligenti e in linea con il “pensiero comune” (il loro). È una sorta di cecità cognitiva, potremmo dire. E questa sindrome, come vi accennavo qui, si diffonde a macchia d’olio online, amplificata da echo chamber e algoritmi che ti mostrano solo quello che vuoi già vedere (o che pensi già di sapere).
Complottisti, vi voglio bene
Non si tratta di deridere le preoccupazioni o il desiderio di capire meglio un mondo complesso. Si tratta di osservare con un po’ di amara ironia quell’atteggiamento di supponenza, quella luce negli occhi di chi è convinto di farvi un favore pazzesco svelandovi il “segreto” che voi, nella vostra presunta stupidità o viltà, ancora non avete afferrato.
Pensano di essere “risvegliati” in un mondo di zombie, ma forse, solo forse, sono talmente certi di essere svegli da non accorgersi di camminare in un sonnambulismo fatto di convinzioni autoprodotte e prive di verifica. E la parte più buffa (e triste) è che sono convinti che voi, proprio voi che leggete queste righe, siate segretamente d’accordo con loro. Che abbiate quella stessa luce negli occhi, solo che la nascondete meglio.
Perché i POTERI FORTI vi pagano! :)