Se il vostro cuore potesse scegliere, probabilmente rimarrebbe per sempre ventenne: ma la realtà è che, come tutto il resto del nostro corpo, anche lui invecchia. O almeno, così pensavamo fino a oggi. Perché ora un team di scienziati ha sviluppato un biomateriale in grado di rallentare e persino invertire l’invecchiamento cardiaco. Non sto scherzando. La ricerca, pubblicata su Nature Materials, apre scenari che fino a ieri sembravano impossibili per la salute del cuore. Ma come ci sono arrivati?
La chiave nascosta nella salute del cuore
Il team dell’Università Nazionale di Singapore ha puntato l’attenzione su qualcosa che la maggior parte di noi ignora completamente: la matrice extracellulare. Jennifer Young, autrice senior dello studio, spiega che mentre la maggior parte delle ricerche sull’invecchiamento si concentra su come cambiano le cellule nel tempo, il loro studio guarda invece alla matrice extracellulare e a come i cambiamenti in questo ambiente influenzano l’aging del cuore.
Questa matrice extracellulare è come l’impalcatura che sostiene le cellule cardiache. Con l’età, diventa più rigida e meno efficiente, un po’ come quando le fondamenta di una casa iniziano a cedere. Il risultato? Il cuore fatica di più a pompare sangue e la nostra salute del cuore ne risente. Ma qui arriva la svolta: i ricercatori hanno scoperto che non è tanto la rigidità il problema principale, quanto i segnali biochimici che questa matrice invia alle cellule.
DECIPHER: il nome in codice per la salute del cuore
I ricercatori hanno sviluppato un modello hi-tech chiamato DECIPHER (DECellularized In Situ Polyacrylamide Hydrogel-ECM hybrid). Questo biomateriale ibrido permette di controllare separatamente due aspetti cruciali: la rigidità del tessuto e i segnali biochimici che le cellule ricevono. È come avere due manopole diverse per regolare l’ambiente in cui vivono le cellule del cuore.
L’esperimento ha rivelato qualcosa di sorprendente. Quando hanno messo cellule cardiache “giovani” su una matrice rigida (tipica dei cuori anziani) ma con segnali biochimici giovani, le cellule hanno mantenuto le loro caratteristiche giovanili. Al contrario, cellule giovani su una matrice con segnali “invecchiati” hanno mostrato segni di disfunzione. La conclusione? L’ambiente biochimico intorno alle cellule cardiache invecchiate conta più della rigidità.

Segnali giovani
Come vi sottolineavo già qui, la ricerca sulla rigenerazione cardiaca sta facendo passi da gigante. Ma questa scoperta aggiunge un tassello fondamentale al puzzle. Nishant Kalra, cardiologo, commenta:
“Le molecole superficiali presenti nel tessuto cardiaco giovane possono prevenire l’attivazione delle cellule che promuovono la fibrosi, anche quando il tessuto è rigido come quello del cuore invecchiato.”
La fibrosi è sostanzialmente la formazione di tessuto cicatriziale che irrigidisce il cuore. È un processo normale di riparazione, ma quando va fuori controllo diventa un problema per la salute del cuore. Il fatto che segnali “giovani” possano bloccare questo processo anche in tessuti già invecchiati apre prospettive incredibili.
Il futuro della salute del cuore
Ovviamente, siamo ancora lontani dall’applicazione clinica. Come sottolinea lo stesso Kalra,
“questo lavoro fornisce una piattaforma per identificare meccanismi molecolari e potenziali bersagli terapeutici per prevenire o invertire la disfunzione cardiaca legata all’età. Anche se promettente, la traduzione umana richiede ulteriori validazioni, dato che lo studio ha utilizzato cellule di topo.”
Ma intanto, per proteggere la salute del cuore oggi, possiamo contare su strategie già consolidate: almeno 150 minuti di attività aerobica moderata a settimana, una dieta ricca di frutta, verdura e cereali integrali, limitando grassi saturi e sodio. E soprattutto, smettere di fumare e gestire lo stress.
Questa ricerca ci ricorda che l’invecchiamento del cuore non è una condanna inevitabile. Un giorno avremo davvero l’interruttore per mantenerlo giovane.