Il tabù è caduto: gli USA sono in guerra con l’Iran. Quella che fino a ieri era solo una possibilità remota è diventata realtà nel giro di poche ore. Donald Trump ha fatto quello che nessun presidente americano aveva mai osato: attaccare direttamente l’Iran. Non per procura, non attraverso alleati, ma con i bombardieri stealth B-2 americani che hanno sganciato le loro bombe bunker-buster sui siti nucleari di Fordow, Natanz e Isfahan.
“Abbiamo completato il nostro attacco di grande successo ai tre siti nucleari iraniani”, ha scritto Trump su Truth Social ieri sera. “Un carico completo di BOMBE è stato sganciato sul sito principale, Fordow”. Il presidente ha parlato alla nazione alle 4:00 ora italiana, in quello che ha definito un “momento storico per gli Stati Uniti, Israele e il mondo”.
Da Israele agli USA in guerra: l’escalation inarrestabile
Era iniziato tutto con l’operazione israeliana “Leone che sorge” del 13 giugno. Benjamin Netanyahu aveva colpito per primo, ignorando i tentativi diplomatici (veri o presunti) di Trump. Come vi raccontavamo in questo articolo, quello che doveva essere un attacco chirurgico israeliano si è trasformato in qualcosa di molto più grande. L’Iran ha risposto con centinaia di missili contro Israele. Israele ha replicato. L’Iran ha minacciato le basi americane. E a quel punto Trump ha fatto la sua scelta.
La svolta è arrivata con il briefing dell’8 giugno del generale Dan Caine, capo dello stato maggiore congiunto. Secondo fonti della Casa Bianca, Trump si è convinto che la minaccia nucleare iraniana fosse reale e imminente. “L’Iran poteva produrre un’arma nucleare in pochi mesi”, ha spiegato il presidente. La diplomazia aveva fallito, i negoziati di Ginevra erano naufragati, Khamenei continuava ad arricchire uranio.

Gli USA in guerra con i bombardieri fantasma
L’operazione americana ha una precisione chirurgica che solo i B-2 Spirit possono garantire. Questi bombardieri stealth, praticamente invisibili ai radar, possono trasportare le bombe bunker-buster GBU-57 da 14 tonnellate, le uniche in grado di penetrare le fortificazioni di Fordow. Il sito, costruito 300 metri sotto una montagna, era considerato inespugnabile. E adesso sono già in corso le valutazioni dei danni.
L’attacco ha colpito anche Natanz, il cuore storico del programma nucleare iraniano già devastato dal virus Stuxnet nel 2010, e Isfahan, centro di ricerca e produzione. Trump ha confermato che “tutti gli aerei sono ora fuori dallo spazio aereo iraniano” e che l’operazione è stata “un successo completo”.
Il prezzo di vite umane è ancora una volta alto. I media iraniani parlano di oltre 200 vittime civili, mentre anche Israele continua a colpire: oggi la morte di altri scienziati nucleari, tra cui Isar Tabatabai-Qamsheh, ucciso nella sua abitazione insieme alla moglie.
La reazione iraniana agli USA: “Ogni americano è un bersaglio”
La risposta di Teheran non si è fatta attendere. La tv di stato ha trasmesso un messaggio inequivocabile: “Ogni base militare e ogni cittadino americano nella regione sono ora un bersaglio”. Con 40.000 soldati americani dislocati in Medio Oriente, la minaccia è tutt’altro che simbolica.
La Guida Suprema Ali Khamenei aveva già avvertito che “qualsiasi ingresso militare americano sarà accolto con danni irreparabili”. Ora che l’ingresso c’è stato, la palla passa all’Iran. Le opzioni di Teheran sono limitate ma devastanti: dal blocco dello Stretto di Hormuz (che porterebbe il petrolio a 200 dollari al barile) all’attivazione delle cellule dormienti nei paesi del Golfo.

I prossimi scenari con gli USA in guerra: tre strade verso l’abisso
Scenario 1: La guerra regionale. L’Iran attiva tutti i suoi proxy: Hezbollah dal Libano, Houthi dallo Yemen, milizie sciite dall’Iraq. Israele e Stati Uniti si trovano a combattere su sette fronti simultaneamente. È lo scenario che Netanyahu ha sempre temuto e allo stesso tempo desiderato: la guerra definitiva contro l’asse sciita.
Scenario 2: L’escalation atomica. L’Iran esce formalmente dal Trattato di Non Proliferazione e annuncia di star costruendo la bomba. Trump e Netanyahu decidono di colpire di nuovo, questa volta per cancellare definitivamente ogni traccia del programma nucleare iraniano. Ma l’Iran potrebbe avere siti segreti che l’intelligence non conosce. E questo senza contare un possibile coinvolgimento di altri paesi BRICS.
Scenario 3: Il crollo interno. I bombardamenti americani potrebbero scatenare una rivolta popolare contro il regime degli ayatollah. È lo scenario più ottimistico per Washington, ma anche il più imprevedibile. Un Iran in guerra civile con migliaia di armi potenzialmente sparse sul territorio non è necessariamente una buona notizia per il mondo.
Trump e il gioco più pericoloso

Non ci girerò intorno: il presidente che aveva promesso di “tenere l’America fuori dalle guerre” si ritrova ad aver scatenato quella che potrebbe diventare la Terza Guerra Mondiale. Ma Trump ha una logica precisa: meglio una guerra breve e devastante ora che una guerra nucleare tra dieci anni. “L’Iran non può avere un’arma nucleare. È semplice”, ha detto.
Il problema è che l’Iran la pensa diversamente. E quando una potenza nucleare decide che un altro paese non può avere le stesse sue velleità, comunque vada il risultato raramente è la pace.
Il mondo ha appena fatto un passo oltre il punto di non ritorno. E stavolta, nessuno sa dove si fermerà la caduta.