Ricordate quando Beyond Meat era la stella di Wall Street e tutti parlavano della rivoluzione plant-based? Bene, preparatevi al gran finale: la bancarotta di Beyond Meat nel 2027 è scritta nei numeri, non nelle stelle. Un miliardo di dollari in obbligazioni convertibili da ripagare tra due anni, zero possibilità di rifinanziamento, e creditori che vendono i bond a 17 centesimi per dollaro.
Beyond Meat ha bruciato montagne di soldi cercando di convincere il mondo che gli hamburger di piselli potessero sostituire la carne vera. Risultato? Azioni crollate del 98% dai massimi, ricavi stagnanti e un mercato della carne vegetale che implode su se stesso mentre tutti scappano verso alternative più concrete.
Beyond Meat in bancarotta, i numeri della débâcle
I dati finanziari di Beyond Meat raccontano una storia di declino inarrestabile. Di fatto, Beyond Meat è uno dei peggiori titoli dell’intero mercato. La crescita dei ricavi è stata misera: l’azienda prevede di raggiungere circa 330 milioni di dollari nel 2025, appena il 10% in più rispetto a sei anni fa, nonostante un enorme aumento del numero di prodotti offerti.
La redditività rimane un miraggio lontano. Nel 2024, su base operativa, Beyond Meat ha perso 45 centesimi per ogni dollaro di vendite. L’obiettivo attuale dell’azienda è raggiungere il pareggio entro la fine del prossimo anno, ma anche se raggiunto, significherebbe ancora flussi di cassa negativi.
Il problema principale? Un miliardo di dollari in obbligazioni convertibili in scadenza nel marzo 2027. Beyond Meat non ha modo di ripagare quel debito, e i mercati del credito lo sanno: le obbligazioni vengono attualmente scambiate a circa 17 centesimi per dollaro.
In questo contesto, la sorpresa non è che il titolo Beyond Meat sia sceso del 98% dai massimi dell’inizio del 2021 fino ai minimi storici, ma il fatto che il titolo abbia ancora un valore. Qualsiasi modello puramente finanziario suggerisce che le azioni valgano zero e che nel 2027 l’attività Beyond Meat finirà nelle mani dei suoi obbligazionisti.
Il mercato della carne vegetale crolla
La crisi di Beyond Meat rispecchia problemi più profondi dell’intero settore della carne vegetale. Secondo un’inchiesta di Reuters, colossi come Unilever e Nestlé stanno progressivamente abbandonando le loro linee di carne vegetale, fino alla possibile cessione dei marchi The Vegetarian Butcher e Garden Gourmet.
Le stime di mercato spiegano questo passo indietro. Le vendite totali nel mercato chiave degli Stati Uniti per i sostituti di carne e pesce sono scese a 1,6 miliardi di dollari nel 2023 da 1,7 miliardi nel 2022. La società Euromonitor International prevede che le vendite si eroderanno ulteriormente da qui al 2026.
Al culmine della loro popolarità, i multipli di valutazione medi del mercato azionario per i marchi di alimenti a base vegetale avevano raggiunto tra cinque e dieci volte i loro ricavi annuali. L’età dell’oro è durata poco.
Anche il prezzo delle azioni di Beyond Meat non è l’unico a essere crollato: il rivale Impossible Foods ha visto la sua valutazione interna scendere di almeno la metà, secondo quanto riportato da Bloomberg nel 2023.

Perché la bancarotta di Beyond Meat era prevedibile
I segnali di allarme erano evidenti da tempo. Beyond Meat opera con una struttura del capitale simile a quella di un leveraged buyout, con un valore d’impresa di 1,3 miliardi di dollari, quattro quinti dei quali coperti dal debito. L’azienda ha puntato su una crescita che non si è materializzata, espandendo eccessivamente le operazioni e i debiti.
Il CEO Ethan Brown ha accusato “disinformazione e misdirezione” significative riguardo al profilo salutare della carne a base vegetale, e Beyond Meat è passata all’offensiva per confutare le affermazioni che i suoi prodotti siano troppo processati. Ma come avevamo analizzato in questo articolo, la questione degli alimenti ultra-processati è complessa e riguarda sia carnivori che vegetariani.
Non tutti i problemi sono esterni. Strategicamente, Beyond Meat ha commesso errori cruciali. La collaborazione annunciata nel 2019 con McDonald’s per il McPlant si è interrotta ad agosto negli Stati Uniti a causa di risultati deludenti nei test.
L’azienda ha anche dovuto affrontare una percezione pubblica che cambiava. Molti consumatori sono diventati cauti e preoccupati per la sicurezza della carne vegetale, influenzando pesantemente la sua accettazione. L’inflazione ha aggravato la situazione, dato che i prodotti vegetali erano già più costosi della carne tradizionale.
Il futuro dopo la bancarotta di Beyond Meat
La fine del titolo Beyond Meat non significa necessariamente la fine dell’attività Beyond Meat, tantomeno della carne a base vegetale in generale. Un’azienda riorganizzata può continuare il suo lavoro e forse quotarsi di nuovo in futuro, come è successo a molte compagnie aeree americane.
Ma la delusione del titolo BYND riflette chiaramente la delusione dell’industria nel suo complesso. Beyond Meat aveva pianificato di cambiare il mondo, ma quasi certamente non riuscirà a pagare i suoi debiti. Nonostante i dati mostrino un calo del consumo di carne in Europa, la transizione verso alternative vegetali si sta rivelando più complessa del previsto.
C’è ancora domanda per la carne a base vegetale, anche se rimane a livello di nicchia. Come sostiene Brown, potrebbe essere necessario tempo perché la categoria riconquisti i consumatori e continui a migliorare i suoi prodotti. Ma per gli azionisti Beyond Meat, con il debito in scadenza, non c’è tempo sufficiente.
Nel percorso attuale, gli obbligazionisti prenderanno il controllo dell’azienda tramite fallimento. La bancarotta di Beyond Meat è un caso di studio su come le grandi ambizioni possano scontrarsi brutalmente con la realtà finanziaria, soprattutto quando si tratta di convincere i consumatori a cambiare abitudini radicate da millenni.