Sotto la superficie dell’oceano, mentre i biologi marini dormono, una sinfonia di “colpi di pistola” racconta storie che nessun subacqueo potrebbe mai sentire. Sono i gamberi pistola (li conoscevate?), creature di appena 3 centimetri che producono suoni da 210 decibel, più forti di un jet al decollo.
Ora, uno studio pionieristico pubblicato su Royal Society Open Science dimostra che questi minuscoli “cecchini” marini potrebbero sostituire costose squadre di ricercatori nel monitoraggio della salute delle barriere coralline. È la nuova frontiera dell’ecologia marina, dove ascoltare vale più che vedere.
Gamberi pistola, i piccoli spioni degli oceani
I gamberi pistola appartengono alle famiglie Alpheidae e Palaemonidae e devono il loro nome alla devastante potenza della loro chela maggiore. Quando chiudono rapidamente questa “arma” naturale, generano un getto d’acqua a 115 km/h che crea bolle di cavitazione. Il collasso di queste bolle produce onde d’urto con una pressione sonora che raggiunge i 210 dB e temperature di circa 4.400°C, sufficienti a stordire piccoli pesci e crostacei.
Ma ciò che rende questi animali davvero speciali per la scienza non è la loro abilità predatoria. È il fatto che il loro “crepitio” notturno costituisce una delle componenti principali del paesaggio sonoro delle barriere coralline sane. Come spiega Xavier Raick, ricercatore post-dottorale presso il K. Lisa Yang Center for Conservation Bioacoustics della Cornell University e autore principale dello studio:
I suoni ad alta frequenza, soprattutto durante la notte, dei gamberi pistola possono essere usati come vero indicatore della resilienza corallina. L’abbondanza dei gamberi pistola è uno specchio della copertura corallina.
Se avete più coralli, specialmente colonie molto grandi, avete più gamberi pistola, e quindi potete usare il loro suono come indicatore della struttura e salute del reef.
L’esperimento che ha cambiato tutto
La ricerca si è svolta intorno all’isola di Moorea, nell’arcipelago delle Isole della Società in Polinesia Francese. Il team internazionale ha registrato i paesaggi sonori subacquei di otto barriere coralline, alcune protette e altre non protette, prima e dopo due importanti eventi di sbiancamento corallino verificatisi nel 2016 e nel 2019.
L’obiettivo era determinare se il monitoraggio acustico passivo potesse essere utilizzato per valutare se le aree marine protette sono più resilienti agli eventi di sbiancamento corallino. I ricercatori hanno impiegato microfoni subacquei per “ascoltare” il reef e hanno condotto rilievi visivi per pesci e organismi bentonici.
I risultati sono stati sorprendenti: i suoni ad alta frequenza prodotti dai gamberi pistola erano più prominenti nelle aree protette dopo lo sbiancamento rispetto ai siti non protetti. Questo suggerisce che lo status di protezione può aiutare i reef a resistere agli impatti climatici.
Il metodo offre diversi vantaggi rispetto agli approcci tradizionali che si basano su immersioni subacquee diurne. Come sottolinea Raick:
“Al momento, le persone conducono rilievi subacquei solo durante il giorno, non durante la notte, perché ottenere dati affidabili durante immersioni notturne è impegnativo. È anche piuttosto costoso, e ottieni solo un’istantanea molto piccola.”

Perché i gamberi pistola sono legati ai coralli
La ricerca ha rivelato che questi minuscoli crostacei sono altamente dipendenti dalla salute dei coralli. Come spiega Raick:
“Molti di questi piccolissimi gamberi pistola hanno bisogno dei coralli per sopravvivere. Se non hanno i coralli, potrebbero scomparire.”
I gamberi pistola vivono principalmente in coppie monogame all’interno di cavità coralline, buche di gobidi, barriere di ostriche o nelle profondità degli spongoceli di spugne selezionate. La complessità strutturale fornita dai coralli sani offre loro rifugi perfetti, protezione dai predatori e territori di caccia ottimali.
Quando le barriere coralline subiscono eventi di sbiancamento e perdono la loro complessità strutturale, anche le popolazioni di gamberi pistola diminuiscono drasticamente. Il loro “silenzio” notturno diventa quindi un indicatore precoce del degrado dell’ecosistema.
Una nuova era per il monitoraggio marino
Lo studio raccomanda di incorporare il monitoraggio acustico nei programmi di gestione dei reef a lungo termine, poiché fornisce un modo efficiente e non invasivo per valutare la salute dei reef insieme ai tradizionali rilievi visivi.
Questa tecnica potrebbe rappresentare una vera svolta nel campo della conservazione marina. Invece di inviare costose squadre di subacquei per rilievi periodici, i ricercatori potrebbero semplicemente posizionare registratori acustici autonomi sui reef e lasciare che i gamberi pistola facciano il lavoro di “reportage”.
Tuttavia, Raick sottolinea che sono necessarie ulteriori ricerche in diverse località: “È una storia su un’isola e deve essere ripetuta in altre parti del mondo.” La metodologia dovrà essere testata su diversi tipi di barriere coralline e in condizioni ambientali differenti per confermare la sua applicabilità universale.
Mentre le barriere coralline di tutto il mondo affrontano minacce crescenti dal cambiamento climatico, l’inquinamento e altre pressioni antropiche, strumenti innovativi come il monitoraggio acustico passivo potrebbero fornire nuove speranze per la loro conservazione. Come abbiamo visto con altre tecnologie innovative, la natura stessa spesso ci fornisce le chiavi per comprendere e proteggere gli ecosistemi più preziosi del nostro pianeta.
I piccoli gamberi pistola, con i loro “colpi” da 210 decibel, potrebbero finalmente aver trovato il loro ruolo di guardiani acustici degli oceani. E forse, ascoltando le loro voci notturne, potremo finalmente sentire in tempo i segnali di pericolo che i nostri reef ci stanno inviando.