Dicono che nell’industria spaziale non esistano seconde possibilità. Dicono anche che la tecnologia ipersonica sia troppo complessa per essere commercializzata. Invictus sta per dimostrare che si sbagliano su entrambi i fronti. Quando Reaction Engines è andata in bancarotta, la sua tecnologia SABRE sembrava destinata a finire nell’archivio delle “belle idee mai realizzate”. Invece l’ESA ha deciso di raccogliere quella tecnologia e rilanciarla con un progetto ancora più ambizioso: un spazioplano che combina la semplicità del decollo orizzontale con la potenza del volo ipersonico. Vediamoci chiaro.
Come funziona il sistema Invictus
Il cuore di Invictus è un sistema di propulsione che sembra uscito da un film di fantascienza, ma che in realtà rappresenta l’evoluzione naturale della tecnologia aerospaziale. Il veicolo utilizza un motore “air-breathing” alimentato a idrogeno, capace di aspirare ossigeno dall’atmosfera invece di trasportarlo a bordo come fanno i razzi tradizionali. Questo riduce drasticamente il peso del carburante necessario e rende possibile il decollo orizzontale da una normale pista di atterraggio.
La vera innovazione sta nel sistema di “pre-cooler”, sviluppato originariamente da Reaction Engines per il progetto SABRE. Quando un veicolo vola a velocità ipersoniche, l’attrito con l’aria genera temperature superiori ai 1.000 gradi Celsius. David Perigo, ingegnere dell’ESA e responsabile tecnico del programma, spiega che il pre-cooler riesce a raffreddare quest’aria surriscaldata in una frazione di secondo, permettendo ai motori di operare in condizioni che normalmente li distruggerebbero.
Il sistema utilizza idrogeno liquido che scorre attraverso tubature microscopiche per assorbire il calore dell’aria in entrata. È come avere un frigorifero supersviluppato che funziona a velocità impossibili. Questo approccio permette al veicolo di raggiungere Mach 5 (oltre 6.000 chilometri orari) mantenendo l’efficienza di un motore a reazione tradizionale.

Frazer-Nash raccoglie i pezzi migliori
Quando Reaction Engines è entrata in amministrazione controllata nel novembre 2024, sembrava la fine di tre decenni di ricerca sui motori ipersonici. L’azienda britannica aveva speso centinaia di milioni di sterline per sviluppare la tecnologia SABRE, ma non era riuscita a trovare i 20 milioni necessari per continuare le operazioni. Il fallimento ha colpito 173 dei 203 dipendenti dell’azienda.
Frazer-Nash Consultancy, l’azienda britannica di ingegneria e tecnologia che ora guida il consorzio Invictus, ha fatto qualcosa di intelligente: ha assunto molti degli ingegneri più esperti di Reaction Engines. Questo significa che la conoscenza tecnica accumulata in tre decenni non è andata perduta, ma è confluita direttamente nel nuovo progetto.
Sarah Wilkes, direttore generale di Frazer-Nash, ha dichiarato che il progetto rappresenta “un’opportunità entusiasmante per fornire tecnologia avanzata per lo spazio e far progredire le capacità nella difesa”. Il consorzio include anche Spirit AeroSystems e l’Università di Cranfield, creando una combinazione di competenze industriali e accademiche.
La sfida geopolitica dell’Invictus
Il progetto Invictus arriva in un momento di intensa competizione globale nella tecnologia ipersonica. Cina e Stati Uniti stanno investendo miliardi di dollari in veicoli ipersonici per applicazioni sia civili che militari, e l’Europa non vuole rimanere indietro. Tommaso Ghidini, capo del Dipartimento Meccanico dell’ESA, ha descritto il volo ipersonico come “la porta d’accesso a un nuovo paradigma di mobilità, difesa e accesso allo spazio”.
Con Invictus, l’Europa sta cogliendo l’opportunità di guidare tecnologie che ridefiniranno il modo in cui ci muoviamo attraverso il pianeta e oltre. Padroneggiando la propulsione riutilizzabile e air-breathing, stiamo gettando le basi per aeromobili che decollano come aerei e raggiungono l’orbita come razzi.
Il budget di 7 milioni di sterline (circa 8,4 milioni di euro) può sembrare modesto rispetto ai programmi spaziali tradizionali, ma rappresenta una scommessa strategica dell’ESA. Come vi raccontavo anni fa parlando della tecnologia SABRE, questo tipo di propulsione potrebbe rendere i viaggi intercontinentali ultra-rapidi una realtà quotidiana.
Nei prossimi 12 mesi, il team di Invictus dovrà consegnare il design preliminare completo del sistema di volo. Se tutto andrà secondo i piani, il primo volo di prova avverrà all’inizio del 2031. Si vola!