Allora, avete presente quella sensazione di essere osservati? Non parlo della suocera quando vi vede mettere due zollette di zucchero nel caffè. Parlo di un livello superiore. Quello della tecnologia. Ebbene, preparatevi. Perché la prossima volta che entrerete a comprare il latte, potreste avere decine, centinaia di occhi digitali puntati addosso. Non per spiarvi (o almeno, così dicono), ma per farvi pagare senza passare dalla cassa. Si chiamano negozi autonomi, e la comodità è la loro bandiera. Ecco a che punto è la loro adozione.
Come funzionano i negozi autonomi
Dimenticate la fila alla cassa, lo scanner che non legge il codice a barre, la cassiera (poveretta) che cerca di fare lo slalom tra un cliente impaziente e l’altro. Nei negozi autonomi, la magia avviene in silenzio. Voi entrate, prendete quello che vi serve e uscite. Stop.
Il sistema, o meglio, i sistemi, sanno esattamente cosa avete preso. Come? Una combinazione (dicono) di intelligenza artificiale, telecamere che vi seguono discretamente (ehm…), sensori dappertutto. È un po’ come entrare in un grande cervello digitale che ha un solo scopo: farvi portare via la merce pagandola, senza che dobbiate fare il minimo sforzo per farlo. Vi siete mai chiesti come fanno a sapere cosa prendete? Ecco, la risposta sta in questa rete invisibile.
Quando gli scaffali “pensano” da soli
C’è un concetto affascinante (e forse un po’ inquietante) dietro tutto questo: gli scaffali che diventano “smart”. Non sono più semplici ripiani inerti di metallo o legno. No, questi sono ripiani con sensori, etichette digitali, a volte telecamere integrate. Sentono quando prendete un prodotto, sanno quanti ce ne sono rimasti, possono cambiare prezzo in tempo reale (sì, avete letto bene: prezzo dinamico, che detta così sembra una cosa da borsa di Wall Street, ma applicata al pacco di biscotti).
Quando prendete l’ultima confezione di caffè, lo scaffale lo sa. E lo comunica al sistema centrale. È un po’ come se avessero un piccolo cervello dedicato, solo per contare e segnalare. La vecchia conta manuale? Roba da museo.
L’intelligenza (artificiale) che vi studia
Ma la vera orchestra dietro le quinte è l’intelligenza artificiale (AI) e l’apprendimento automatico (machine learning, che suona più scientifico). Questi sistemi non si limitano a contare. Analizzano i vostri movimenti nel negozio, quanto tempo passate davanti a un prodotto, cosa guardate ma non prendete. Incrociano questi dati con migliaia, milioni di altri clienti.
Perché? Per capire le tendenze, per posizionare meglio i prodotti, per sapere quando riordinare. E (qui arriva il bello) per ridurre quella che in gergo chiamano “differenza inventariale”, ovvero quando le cose spariscono dagli scaffali senza essere pagate. Diciamocelo, è anche un sistema anti-taccheggio di una raffinatezza notevole. Se provate a infilare qualcosa in tasca, il sistema lo vede. E probabilmente ve lo addebita lo stesso.

I vantaggi… per chi vende
Ok, mettiamo da parte per un attimo l’aspetto da “Grande Fratello” dello shopping. Per i gestori dei negozi, i vantaggi sono evidenti e, diciamocelo, succosi. Meno personale alle casse significa meno costi. La gestione del magazzino diventa quasi automatica, addio (o quasi) agli errori umani nella conta. Possono prevedere la domanda con maggiore precisione.
E, come detto, c’è la questione del prezzo dinamico: se un prodotto va a ruba, il prezzo può salire un po’; se è fermo, si abbassa per invogliare all’acquisto. Insomma, un bel salto di qualità per chi gestisce il negozio. È un po’ il tema del retail che come vi ho già raccontato qui su Futuro Prossimo, si sta… beh, cambiando.
La vostra spesa sarà (davvero) più facile?
E per voi, clienti? Beh, la promessa è allettante: entri, prendi, esci. Zero stress da fila. È innegabilmente comodo, soprattutto se avete fretta. Si parla anche di “personalizzazione” dell’esperienza, con offerte mirate mostrate sugli schermi sugli scaffali mentre passate. Funziona? Forse sì.
Ma c’è anche il rovescio della medaglia. Quanto siete disposti a rinunciare alla vostra privacy per un po’ di comodità in più? Vi sentite a vostro agio sapendo che ogni vostro movimento, ogni esitazione davanti a uno scaffale, viene registrato e analizzato? È il prezzo della libertà dal carrello e dalla cassa?
E i commessi? Che fine fanno?
Questa è la domanda che mi preme di più. Che ne è del fattore umano? Certo, la cassa automatica è già una realtà, ma il commesso che ti sorride (o almeno ci prova), quello che ti aiuta a trovare un prodotto, quello che magari conosci di vista nel negozio di quartiere?
In questi negozi autonomi, si dice che il personale verrà riqualificato. Non più alla cassa, ma “sul piano”, ad aiutare i clienti, a sistemare la merce, a risolvere problemi (tipo: “scusi, il sistema mi ha addebitato questo pacco di pasta che ho solo guardato male”). È un cambiamento epocale nel settore del supermercato del domani. Sarà una riqualificazione vera o una semplice riduzione di posti di lavoro, mascherata dietro il nobile concetto di “customer experience”? Il dubbio, disilluso, rimane.
Negozi autonomi, sono più vicini di quanto crediate
Se pensate sia roba da film (ma non dico quale, avete capito il mio odio per quella parola), vi sbagliate. In Italia ne è spuntato uno, ad esempio, che promette appunto questa esperienza “prendi ed esci”. Non è più teoria, è pratica. Ci stanno abituando all’idea che il contatto umano nella spesa sia un optional, un residuo del passato. L’efficienza prima di tutto, la comodità soprattutto.
Negozi autonomi: il prezzo della (troppa?) comodità
Insomma, i negozi autonomi sono la prossima frontiera del commercio al dettaglio. Portano innegabili vantaggi (per i gestori) e una notevole comodità (per i clienti). Sono l’ennesima dimostrazione di come la tecnologia stia entrando in ogni piega della nostra vita quotidiana, spesso senza che ce ne accorgiamo del tutto, o forse facendo finta di non accorgerci di tutto. È comodo, sì. È efficiente, senza dubbio. Ma vi siete fermati a pensare a cosa state cedendo in cambio di quella manciata di minuti risparmiati alla cassa? La privacy? Un briciolo di interazione umana?
La sensazione di non essere costantemente, e dico costantemente, monitorati in ogni singolo passo che fate tra lo scaffale dei biscotti e quello del latte? Allora, la prossima volta che entrerete in uno di questi templi della comodità digitale, mentre allungherete la mano verso quel pacco di patatine, ricordatevi che decine, centinaia di occhi digitali sanno esattamente cosa state facendo.
E il sistema vi vede. Sempre.