Stavolta le ecomafie hanno trovato pane per i loro denti. Il sistema Perivallon, sviluppato dal Politecnico di Milano, è capace di individuare discariche abusive e siti di smaltimento illegale con un’accuratezza eccezionale. Non si tratta dell’ennesimo annuncio roboante, ma di una tecnologia già testata sul campo che combina intelligenza artificiale e analisi satellitare. Mentre i boss dell’ambiente pensavano di poter continuare a sversare rifiuti nei boschi o nelle periferie senza essere visti, dall’alto qualcuno li sta già osservando. E questa volta non è un elicottero della Guardia di Finanza, ma un algoritmo che non dorme mai.
Perivallon, come funziona l’occhio elettronico
Il cuore del sistema Perivallon batte nel Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria (DEIB) del Politecnico di Milano. Piero Fraternali e Giacomo Boracchi, i ricercatori che guidano il team italiano, hanno messo a punto algoritmi di computer vision capaci di analizzare immagini satellitari con una precisione che fa impallidire anche l’investigatore più esperto. Il software incrocia dati satellitari, rilievi da droni e monitoraggio online, trasformando ogni pixel in un potenziale indizio.
“Grazie all’intelligenza artificiale e all’analisi delle immagini satellitari, oggi possiamo individuare segnali di illegalità ambientale su vasta scala, con rapidità e precisione”, spiegano i due ricercatori. Il sistema non si limita a fotografare: riconosce pattern sospetti, analizza cambiamenti morfologici del territorio e identifica attività incompatibili con l’uso legale del suolo. Quando un’area boschiva diventa improvvisamente un deposito di rifiuti, Perivallon se ne accorge immediatamente.
La tecnologia sfrutta le più recenti innovazioni nel campo della computer vision e dell’analisi multimodale. Gli algoritmi sviluppati dal Politecnico sono addestrati per riconoscere non solo le discariche già formate, ma anche i primi segnali di attività illecite: movimenti di terra sospetti, accumuli anomali di materiali, cambiamenti nella vegetazione che potrebbero indicare sversamenti tossici.
Un progetto da 4 milioni contro le ecomafie
Perivallon non è solo un esperimento accademico, ma un investimento solido dell’Unione Europea nella lotta contro la criminalità ambientale organizzata. Il progetto, finanziato dal programma Horizon Europe con oltre 4 milioni di euro, riunisce 24 partner provenienti da 12 paesi europei ed extraeuropei. Una task force internazionale che include autorità di polizia, agenzie ambientali, università e aziende tecnologiche.
Tra i partner italiani spiccano l’Arma dei Carabinieri, ARPA Lombardia e la Fondazione SAFE. Il consorzio include anche il Centro Satellitare dell’Unione Europea (EU SatCen), l’Università di Vienna, l’Autorità di Polizia Svedese e la Polizia Ellenica. Un network che dimostra quanto sia sentita a livello europeo l’esigenza di strumenti più efficaci contro i crimini ambientali.
Il progetto ha una durata di 36 mesi ed è partito nel dicembre 2022. Gli obiettivi sono ambiziosi: fornire alle forze dell’ordine strumenti digitali avanzati per identificare, investigare e documentare reati ambientali, accelerando le indagini e migliorando la cooperazione internazionale attraverso tecnologie blockchain per la condivisione sicura dei dati.

Test sul campo: Perivallon supera l’esame
La vera prova del fuoco è arrivata lo scorso aprile, quando i partner del progetto si sono riuniti a Soave, in provincia di Verona, per condurre dimostrazioni pratiche presso il centro di esercitazione e formazione sul Monte Calvarina. ARPA Lombardia e Fondazione SAFE hanno coordinato test operativi che hanno permesso di valutare le soluzioni di intelligenza artificiale in scenari realistici.
I risultati hanno superato le aspettative: accuratezza superiore al 90% nell’individuazione di discariche abusive e siti di smaltimento illecito. Non parliamo di test di laboratorio, ma di prove concrete su territori dove l’attività illegale si mescola con l’uso legittimo del suolo, creando sfide complesse per qualsiasi sistema di rilevamento.
Come spiega Michael Garrett, coautore dello studio: “Imparando come i nostri segnali viaggiano nello spazio, otteniamo preziose intuizioni su come proteggere lo spettro radio per le comunicazioni e progettare futuri sistemi radar”. I metodi sviluppati per modellare questi segnali hanno applicazioni che vanno oltre la lotta ai crimini ambientali, dall’astronomia alla difesa planetaria.
Questi strumenti introducono un cambiamento di paradigma, rendendo possibili controlli sistematici del territorio a supporto delle forze dell’ordine e delle agenzie per l’ambiente
Blockchain e formazione: il futuro della lotta ambientale
Perivallon non si limita a individuare i crimini: punta a creare un ecosistema integrato per combatterli. La piattaforma utilizza tecnologie blockchain per garantire la tracciabilità delle informazioni e rafforzare la cooperazione fra i partner istituzionali. Ogni dato raccolto viene certificato e condiviso in modo sicuro, creando un archivio incorruttibile di prove digitali.
Il progetto prevede anche specifici programmi di formazione per operatori e forze dell’ordine. Non basta avere la tecnologia più avanzata se chi la deve usare non sa come sfruttarla al meglio. Per questo Perivallon include moduli didattici che combinano lezioni teoriche con esercitazioni pratiche, usando gemelli digitali di scenari reali di criminalità ambientale.
L’approccio è quello di un laboratorio a cielo aperto dove forze dell’ordine, ricercatori e tecnologi lavorano insieme per affinare strumenti e metodologie. Come sottolinea Fondazione SAFE, l’ex-base militare Calavrina è diventata il centro nevralgico per lo sviluppo tecnologico e capacitativo del progetto.
La gestione illegale dei rifiuti rappresenta una delle attività più redditizie della criminalità organizzata in Europa. Come vi raccontavo in questo articolo, l’intelligenza artificiale sta trasformando ogni settore della società, e l’ambiente non fa eccezione. Perivallon dimostra che la tecnologia può essere un’arma efficace contro chi pensa di poter inquinare indisturbato.
Il monitoraggio sistematico del territorio con analisi frequenti e su larga scala segna un passo avanti nel contrasto ai reati ambientali. Questi strumenti non solo potenziano le capacità investigative delle forze dell’ordine, ma garantiscono maggiore trasparenza e responsabilità nella gestione dei rifiuti, supportando azioni di prevenzione più efficaci.
Mentre le ecomafie continuano a pensare di poter agire nell’ombra, dall’alto qualcosa di nuovo li sta osservando. Non più solo elicotteri o droni delle forze dell’ordine, ma un sistema di intelligenza artificiale che non dorme mai, non si distrae e non si lascia corrompere. Perivallon potrebbe essere l’inizio di una nuova era nella lotta ai crimini ambientali: quella in cui la tecnologia diventa il migliore alleato del pianeta.
Un ringraziamento ad Andrea Bettini di RaiNews24 per lo spunto su Mastodon che ha ispirato questo approfondimento.