Ci sono storie che cambiano il modo di vedere la medicina. Otto famiglie britanniche ne sanno qualcosa: i loro figli sono nati grazie al DNA di tre persone diverse, una tecnica che sembrava impossibile fino a poco tempo fa. Questi bambini, il più piccolo di cinque mesi e il più grande di due anni, stanno bene e non mostrano segni delle malattie mitocondriali che avrebbero potuto ereditare. Una vittoria della scienza contro malattie considerate incurabili, ma anche l’inizio di nuovi interrogativi etici.
Come funziona il DNA di tre persone
La procedura, chiamata trasferimento pronucleare, rappresenta una svolta per le famiglie a rischio di trasmettere malattie mitocondriali devastanti. Bobby McFarland della Newcastle University e il suo team hanno perfezionato questa tecnica che coinvolge letteralmente il materiale genetico di tre persone diverse. La madre fornisce il nucleo cellulare con la maggior parte del DNA, il padre contribuisce con lo sperma, mentre una donatrice anonima offre i mitocondri sani.
Il processo inizia con la fecondazione in vitro degli ovuli sia della madre che della donatrice utilizzando lo sperma del padre. Dopo circa 10 ore, i ricercatori rimuovono il nucleo da entrambi gli ovuli fecondati. Questo nucleo contiene la maggior parte del materiale genetico della cellula, separato dal DNA mitocondriale. Il nucleo della madre viene poi inserito nell’ovulo della donatrice, creando un embrione che eredita la maggior parte del suo DNA dai genitori biologici, ma i mitocondri dalla donatrice.
Come spiega Bert Smeets della Maastricht University nei Paesi Bassi, una piccola quantità dei mitocondri della madre può ancora essere trasferita involontariamente, ma i livelli rimangono generalmente troppo bassi per causare problemi di salute.
Perché servono tre persone per un bambino sano
I mitocondri sono le centrali energetiche delle nostre cellule, responsabili della produzione dell’energia necessaria per far funzionare l’organismo. Circa una persona su 5000 ha mitocondri difettosi, che vengono ereditati esclusivamente dalla madre. Questi difetti sono causati da mutazioni genetiche che possono portare a cecità, convulsioni e, nei casi estremi, alla morte.
“È molto difficile per le famiglie affrontare queste malattie: sono devastanti”, sottolinea McFarland. Le malattie mitocondriali colpiscono principalmente tessuti ad alto consumo energetico come il sistema nervoso centrale, il cuore e i muscoli scheletrici, manifestandosi con sintomi che possono variare enormemente da persona a persona.
Nel 2015, il Regno Unito è diventato il primo paese al mondo ad approvare il trasferimento pronucleare per donne ad alto rischio di trasmettere condizioni mitocondriali e che non potrebbero beneficiare dei test genetici preimpianto, che analizzano gli embrioni per rilevare tali mutazioni. La decisione ha scatenato un dibattito internazionale sui limiti etici della manipolazione genetica, ma i risultati pubblicati sul New England Journal of Medicine sembrano giustificare la scelta pionieristica britannica.

I risultati: otto bambini liberi dalle malattie genetiche
McFarland e il suo team hanno utilizzato questa tecnica su 19 donne con mutazioni dannose in circa l’80% o più dei loro mitocondri, il livello che solitamente causa problemi di salute significativi. Sette delle donne sono rimaste incinte dopo il trasferimento degli embrioni nei loro uteri, dando alla luce otto bambini sani in totale, con una coppia che ha avuto dei gemelli.
Direi che i risultati sono buoni quanto si potesse sperare
Così commenta Mike Murphy dell’Università di Cambridge i dati emersi dall’analisi dei campioni di sangue raccolti dai neonati. I ricercatori non hanno trovato mutazioni dannose del DNA mitocondriale in cinque degli otto bambini, e solo livelli molto bassi nei rimanenti tre. Nelle cellule di tre degli otto bambini, i ricercatori hanno notato che tra il 5 e il 16% dei mitocondri aveva le mutazioni della madre, una concentrazione più alta del previsto ma ancora considerata sicura.
A diversi mesi o anni da questi trasferimenti pronucleari, tutti i bambini stanno raggiungendo le loro tappe di sviluppo normalmente. Tuttavia, alcuni hanno anche sperimentato complicazioni che potrebbero essere o meno correlate ai trasferimenti. Un bambino ha sviluppato alti livelli di grassi nel sangue e un battito cardiaco anomalo, trattati poi con successo, mentre un altro ha sviluppato epilessia all’età di sette mesi, che si è risolta spontaneamente.
Il futuro del “triplo DNA”
Il team di Newcastle prevede di continuare a seguire i bambini per determinare eventuali effetti a lungo termine della procedura. Questa non è la prima volta che nascono bambini con DNA di tre persone: già negli anni ’90 negli Stati Uniti furono sperimentate tecniche simili, ma furono poi sospese per problemi di sicurezza. La differenza oggi sta nella precisione della tecnica e nel rigoroso monitoraggio clinico.
Nonostante i successi, la procedura resta controversa e non approvata nella maggior parte dei paesi, inclusi Stati Uniti e Francia. Gli oppositori citano preoccupazioni etiche, tra cui la distruzione di embrioni umani e i timori di creare “bambini su misura”. Tuttavia, per le famiglie che affrontano malattie mitocondriali devastanti, i benefici di questa procedura sono evidenti e cambiano la vita.
Il successo britannico potrebbe aprire la strada ad altri paesi per considerare l’approvazione di queste tecniche. Australia e altri paesi stanno valutando l’introduzione di protocolli simili, mentre la ricerca continua per perfezionare ulteriormente le procedure e ridurre al minimo i rischi residui.
Otto bambini hanno dimostrato che è possibile nascere liberi da malattie genetiche devastanti grazie al contributo di tre persone. Una piccola conquista che potrebbe trasformarsi in una grande speranza per migliaia di famiglie nel mondo. Il futuro della medicina riproduttiva ha appena fatto un passo avanti, uno step alla volta, con la prudenza di chi sa che ogni vita salvata conta più di qualsiasi dibattito etico.