Siamo arrivati al punto, cari miei, in cui per fare una semplice corsetta nel parco bisogna vestirsi come un agente segreto di bassa lega? Sembra proprio di sì. Eccovi servita la Urban Eyes Vest, la giacca da jogging che, a quanto pare, dovrebbe risolvere i vostri problemi di sicurezza anti aggressione.
Dicono che sia un’invenzione britannica, e non mi stupisce: dopotutto, chi meglio degli inglesi può concepire un gadget che urla a gran voce “Non provarci, ti sto filmando!” senza battere ciglio? Questa cosa, che a prima vista può apparire come un discutibile pezzo di moda per feticisti della sorveglianza, costa circa 174 euro e si propone di dissuadere le brutte intenzioni con un paio di occhietti bianchi, grandi e ben visibili, che, udite udite, lampeggiano pure di blu mentre riprendono.
Non so voi, ma io mi sento già più sicuro. O più ridicolo. Dipende dai punti di vista, no? Vediamo un po’ cosa c’è dietro questa ennesima trovata.
Allora, l’idea è semplice (e un po’ amara, ammettiamolo)
Se uno vuole fare il furbo, e vede che è inquadrato, forse ci ripensa. Il gilet, che potete preordinare sul sito ufficiale di The Urban Eyes, nasce da una storia tutt’altro che banale. Dietro al progetto c’è Tony Rossiter, un intraprendente britannico che ha avuto l’intuizione dopo un brutto episodio capitato a sua figlia: era stata seguita mentre si allenava.
E da quell’ansia, da quella preoccupazione così comprensibile, è nata la giacca. Un capo leggero, pesa solo 390 grammi, pensato per i podisti e per chi ama passeggiare da solo. Ha strisce riflettenti, pannelli ad alta visibilità e tasche con zip per lo smartphone e le chiavi, che non guasta mai.

Uno “sguardo elettronico”: il nuovo deterrente anti aggressione?
Ma torniamo agli “occhi”. Quei due cerchi bianchi (uno davanti, uno dietro) che lampeggiano di blu quando registrano. La logica è quella della videocamera di sicurezza, ma indossabile. Una specie di “dashcam” umana, per intenderci. L’obiettivo è quello di scoraggiare, non di riprendere per sport.
E qui ci si interroga: siamo sicuri che un aggressore si faccia fermare da un paio di occhi elettronici lampeggianti? O magari è una sfida in più? Magari la ripresa diventa un trofeo, o peggio, un’escalation di violenza? Certo, l’intento è nobile, ma la realtà spesso è un po’ più sfumata delle buone intenzioni.
Questa giacca non è un gadget da tenere in tasca e tirare fuori all’occorrenza, è un’affermazione. Una dichiarazione bella e buona: “Guarda che ti vedo”. Ma in un mondo dove la sorveglianza è ovunque, dal riconoscimento facciale al supermercato (avete letto l’articolo di Futuro Prossimo sul “supermercato orwelliano”?), questa giacca si aggiunge a un coro già molto nutrito.
Privacy o protezione? Il dilemma della tecnologia anti aggressione
Qui sorge la domanda: dove finisce la protezione e dove inizia la paranoia? O, peggio, dove finisce la privacy? Se da un lato abbiamo persone che si bardano di telecamere per sentirsi al sicuro, dall’altro vediamo nascere dispositivi “anti-sorveglianza”, come la felpa con il cappuccio LED che acceca le telecamere, di cui vi raccontavo tempo fa.
Un paradosso notevole, non trovate? C’è chi vuole essere visto a tutti i costi per non essere aggredito, e chi vuole diventare invisibile alle lenti per proteggere la propria libertà.
La verità è che la tecnologia, come sempre, è uno strumento. Sta a noi capire come usarla, e soprattutto, se vogliamo che sia la soluzione a problemi che forse andrebbero affrontati alla radice, con una maggiore sicurezza sociale, una cultura del rispetto. La Urban Eyes Vest è la manifestazione tangibile di una paura, di un bisogno di protezione che la società non sempre riesce a garantire. Non è una bacchetta magica, è un pezzo di tessuto e plastica che lampeggia.
Ci farà sentire più sicuri, certo. Ma non illudiamoci che sia la risposta definitiva. Il mondo, dopotutto, continua a girare, con o senza telecamere che ci osservano.