La tenda bianca si staglia contro il cielo di Pacific Palisades come un’astronave atterrata tra le ceneri. Dentro, un braccio robotico IRB 6710 afferra tavole di legno con la precisione di un chirurgo, le posiziona, le inchioda. Venti minuti dopo, un pannello strutturale perfetto scivola fuori dalla fabbrica robotica mobile.
Dove a gennaio bruciavano 16.000 case, oggi Cosmic Buildings e ABB Robotics stanno riscrivendo le regole della ricostruzione post-disastro. Non servono più anni di cantieri caotici: bastano 12 settimane, un robot in una tenda e la determinazione di 45 famiglie che vogliono tornare a casa. Il futuro dell’edilizia d’emergenza sta nascendo proprio qui, tra le rovine.
La fabbrica robotica che cambia tutto
Il sistema sviluppato da Cosmic Buildings e ABB non è solo una curiosità tecnologica. È una risposta concreta alla devastazione lasciata dagli incendi di Palisades ed Eaton, che hanno distrutto oltre 16.000 strutture. Al centro dell’innovazione c’è l’integrazione del robot IRB 6710 di ABB con il software RobotStudio, un gemello digitale che simula e ottimizza l’intero processo costruttivo prima ancora di iniziare. Il tutto è ospitato in quella che Sasha Jokic, CEO di Cosmic, chiama una “microfactory”: sostanzialmente una tenda montata su un terreno vuoto di Los Angeles.
Il robot, seduto al centro della struttura temporanea, assembla tavole di legno da 5×15 centimetri per creare il telaio, poi inchioda pannelli di compensato con precisione millimetrica. Due operatori alimentano la macchina con i materiali e ritirano i pannelli finiti. Ogni pannello richiede circa 20 minuti, e l’intera struttura di una casa può essere completata in 10 giorni, riducendo i tempi di costruzione del 70% rispetto ai metodi tradizionali.
Marc Segura, presidente della divisione robotica di ABB, non usa mezzi termini: “Stiamo riscrivendo le regole della costruzione e del recupero post-disastro. Integrando i nostri robot e le tecnologie di gemello digitale nella fabbrica robotica mobile di Cosmic, stiamo abilitando un’automazione di precisione in tempo reale ideale per siti remoti e colpiti da disastri.”

Numeri che parlano chiaro
I dati del progetto sono impressionanti. La fabbrica robotica mobile riduce i costi totali di costruzione del 30% circa rispetto ai metodi convenzionali. Le case possono essere consegnate in sole 12 settimane a 550-700 dollari per piede quadrato (circa 5.900-7.500 euro al metro quadro), contro i tipici 800-1.000 dollari e oltre della media di Los Angeles. Il processo minimizza anche gli sprechi e migliora la qualità costruttiva, alleggerendo il peso economico su proprietari già provati dalle sottostime assicurative e dai costi di ricostruzione gonfiati.
Secondo uno studio pubblicato su Science Robotics, l’uso di robot mobili per la costruzione modulare in situazioni di emergenza rappresenta un cambio di paradigma nel settore. Il mercato globale della robotica nelle costruzioni è destinato a crescere con un tasso annuo composto del 20% fino al 2030, e progetti come questo ne sono la dimostrazione pratica.
“Non stiamo solo costruendo case, stiamo riscrivendo il manuale operativo. La nostra fabbrica robotica mobile è abbastanza veloce per il recupero post-disastro, abbastanza efficiente per abbattere drasticamente i costi, e abbastanza intelligente per non compromettere la qualità.”

Come funziona la fabbrica robotica mobile
Prima di tutto, l’intero sistema viene simulato digitalmente attraverso il Building Information Model (BIM) guidato dall’intelligenza artificiale di Cosmic. Questo modello gestisce tutto: dal design ai permessi, dall’approvvigionamento alla fabbricazione robotica e all’assemblaggio. Solo quando ogni dettaglio è stato ottimizzato virtualmente, il robot entra in azione nel mondo reale.
La fabbrica robotica attuale ha richiesto circa 30 giorni per essere allestita e rimarrà operativa per i prossimi due o tre mesi in questo sito temporaneo. Successivamente, Cosmic prevede di stabilire multiple postazioni temporanee nei quartieri di Pacific Palisades ed Eaton prima di creare una fabbrica permanente. L’obiettivo è ambizioso: costruire 100 case entro il 2027, offrendo ai residenti la possibilità di personalizzare i design modulari secondo le proprie esigenze.
Le case prodotte non sono baracche temporanee. Utilizzano materiali non combustibili, sistemi di backup solare e batterie, oltre a sistemi di riciclo delle acque grigie e generazione di acqua rinnovabile. Ogni struttura supera i codici californiani per incendi e efficienza energetica, offrendo case resistenti al fuoco e a zero emissioni nette che vengono costruite tre volte più velocemente e al 30% in meno rispetto ai metodi tradizionali.

Oltre l’emergenza: una soluzione per la crisi abitativa
Quello che rende questa iniziativa particolarmente interessante è il suo potenziale oltre la ricostruzione post-disastro. Jokic vede nella fabbrica robotica mobile una risposta alla crisi abitativa che affligge non solo la California ma l’intero paese.
“Crediamo fortemente che questo sia il pezzo mancante per scalare la costruzione industrializzata in tutta la nazione e rallentare la crisi abitativa”, afferma.
L’approccio di Cosmic e ABB potrebbe trasformare radicalmente il modo in cui pensiamo all’edilizia di emergenza e non solo. In un mondo dove i disastri naturali sono sempre più frequenti e devastanti, avere sistemi di costruzione rapidi, efficienti e mobili non è più un lusso ma una necessità. La possibilità di dispiegare una fabbrica completa in 30 giorni e iniziare a produrre case di qualità quasi immediatamente cambia completamente le carte in tavola.
Il progetto sta già attirando l’attenzione di altre città e stati che vedono nel modello della fabbrica robotica mobile una soluzione per affrontare non solo le emergenze ma anche la carenza strutturale di alloggi accessibili. Come riportato da Construction Dive, diversi governi locali stanno valutando l’implementazione di sistemi simili per progetti di edilizia sociale e ricostruzione urbana.
Il futuro è già qui (ma non per tutti)
C’è qualcosa di profondamente americano in questa storia: di fronte alla devastazione, invece di piangersi addosso, si inventa una soluzione che sembra uscita da un romanzo di Isaac Asimov. Ma c’è anche un’ombra, sempre profondamente americana, in questo quadro ottimista. Le 45 famiglie che stanno lavorando con Cosmic sono privati, con le risorse per permettersi questa innovazione. Cosa succede a chi non può?
La vera sfida sarà democratizzare questa tecnologia, renderla accessibile non solo a chi può permettersi case da 185-370 metri quadri (come quelle attualmente in produzione), ma anche a chi ha bisogno di soluzioni abitative più modeste. Se la fabbrica robotica mobile rimarrà un giocattolo per ricchi o diventerà davvero lo strumento per risolvere la crisi abitativa dipenderà dalle scelte politiche e imprenditoriali dei prossimi anni.
Per ora, mentre il robot nella tenda continua il suo balletto meccanico trasformando legno e compensato in case, Pacific Palisades diventa il laboratorio vivente di un futuro possibile. Un futuro dove la distruzione non significa più anni di attesa e sofferenza, ma settimane di ricostruzione efficiente. Un futuro dove un robot in una tenda può ricostruire non solo case, ma speranze. E forse, solo forse, è proprio questo il tipo di innovazione di cui abbiamo bisogno: non quella che stupisce con effetti speciali, ma quella che risolve problemi reali con soluzioni eleganti. Anche se arrivano confezionate in una tenda bianca con dentro un braccio robotico.