Londra, uffici di DeepMind. Demis Hassabis guarda dalla finestra il futuro che sta costruendo: un edificio Google dove si trasferirà presto con il suo team. A 49 anni, questo ex prodigio degli scacchi ha appena fatto un annuncio che dovrebbe farci riflettere tutti. “Siamo negli ultimi anni della civiltà pre-AGI”, dice con quella calma britannica che rende ancora più inquietanti le sue parole.
Già. L’intelligenza artificiale generale, quella che ci supererà in tutto, arriverà prima del previsto. Eppure Hassabis non è un profeta di sventura: è l’uomo che ha appena vinto il Nobel per aver risolto uno dei problemi più complessi della biologia.
Quando l’intelligenza artificiale diventerà generale
La prima cosa da capire è che Demis Hassabis non è uno di quei tecno-ottimisti che sparano date a caso. Quando nel 2024 ha vinto il Nobel per la Chimica insieme a John Jumper per aver sviluppato AlphaFold, il sistema che predice la struttura tridimensionale delle proteine, aveva già dimostrato che le sue previsioni si avverano. E ora, in una recente intervista al Guardian, ha accorciato drasticamente i tempi per l’arrivo dell’AGI.
“Non so se accadrà all’improvviso o gradualmente”, spiega Hassabis, “ma avremo qualcosa che potremo ragionevolmente chiamare AGI, che mostra tutte le capacità cognitive disponibili agli esseri umani, a partire dai prossimi cinque anni, probabilmente nella parte bassa del range tra i cinque e i dieci anni”. La differenza con le sue dichiarazioni di due anni fa è evidente: allora parlava di “forse dieci anni”, oggi dice “probabilmente cinque”.
La conferma arriva anche dal Google I/O 2025, dove insieme al co-fondatore Sergey Brin ha ribadito che l’AGI arriverà “intorno al 2030”. Brin punta su “poco prima di quella data”, mentre Hassabis sceglie “poco dopo”. Una differenza di mesi, non di anni.
L’IA per Demis Hassabis: “Sarà 10 volte più grande della rivoluzione industriale”
Ma cosa significa davvero AGI? Hassabis è chiaro: “Sarà dieci volte più grande della Rivoluzione Industriale e forse dieci volte più veloce”. Se quella rivoluzione ha amplificato i muscoli umani nell’arco di un secolo, l’intelligenza artificiale amplifierà il pensiero umano in un decennio. La velocità del cambiamento sarà così accelerata da comprimere trasformazioni epocali in pochi anni.
L’impatto sarà pervasivo. Come ha spiegato a CBS News, l’AGI “può risolvere quello che io chiamo problemi dei nodi radice nel mondo: curare malattie terribili, vite molto più sane e più lunghe, trovare nuove fonti di energia”. AlphaFold ha già dimostrato il potenziale: ha predetto la struttura di oltre 200 milioni di proteine in un anno, un lavoro che prima richiedeva decenni per ogni singola proteina.
Il tutto mentre DeepMind continua a sfornare innovazioni. Dopo aver battuto i campioni di Go con AlphaGo e aver risolto il ripiegamento proteico con AlphaFold, ora lavora su sistemi multi-agente che possono collaborare per risolvere problemi complessi. Come racconta al TIME,
“stiamo costruendo strumenti che miglioreranno ogni attività umana”.

L’era dell’abbondanza radicale secondo Demis Hassabis
La visione di Hassabis per il post-AGI suona quasi utopica. “Se gestiamo tutto questo in modo sicuro e responsabile”, dice, “dovremmo trovarci in un mondo di quella che a volte chiamo abbondanza radicale”. Già: “Se”. Ma restiamo nel campo del “se”, tanto per una volta. Immaginate progressi medici che eliminano le malattie, superconduttori a temperatura ambiente, fusione nucleare, progressi nei materiali e nella matematica.
Ora, usciamo dal campo del “se”, perché questo “se” è grande quanto una casa. Hassabis non nasconde le preoccupazioni: “È una distribuzione di probabilità. Ma sta arrivando, in ogni caso sta arrivando molto presto e non sono sicuro che la società sia pronta”. Il problema è che mentre l’AGI si avvicina a passi da gigante, la nostra capacità di gestirne le conseguenze arranca.
Penso che dovremmo essere in un mondo incredibile di abbondanza per forse la prima volta nella storia umana, dove le cose non devono essere a somma zero. E se funziona, dovremmo viaggiare verso le stelle
I rischi che tengono sveglio il premio Nobel
Eppure Demis Hassabis non dorme sonni tranquilli. Come ha spiegato al summit AI di Parigi, “più l’intelligenza artificiale diventa una corsa, più difficile diventa evitare che la nuova potente tecnologia diventi pericolosa”. Il rischio è che la competizione tra giganti tech acceleri i tempi a scapito della sicurezza.
Le preoccupazioni sono concrete. L’AGI potrebbe essere utilizzata da attori malintenzionati, potrebbe sfuggire al controllo umano, potrebbe stravolgere il mercato del lavoro più velocemente di quanto la società riesca ad adattarsi. Come analizziamo spesso qui su Futuro Prossimo, l’impatto dell’AGI sul lavoro sarà massiccio e immediato.
Ma Hassabis resta ottimista (sul lungo termine). Guardando dalla finestra del suo ufficio londinese verso il nuovo edificio Google in costruzione, vede un futuro che noi riusciamo appena a immaginare. Tra cinque anni, forse meno, le macchine potrebbero pensare meglio di noi. La civiltà che conosciamo potrebbe davvero essere agli sgoccioli.
Cosa ci sarà al suo posto?