Un nuovo fenomeno sta conquistando l’Europa: matrimoni aperti a ospiti paganti completamente sconosciuti agli sposi. Da Parigi a Roma, alcune startup stanno trasformando le celebrazioni più “familiari” in esperienze commerciali condivisibili.
Non è una moda passeggera, ma un trend che riflette cambiamenti profondi nella società contemporanea: l’economia delle esperienze, la monetizzazione dell’intimità e la ricerca di autenticità in un mondo sempre più digitale. Invitin in Francia e Wedding Privè in Italia sono solo l’inizio di una trasformazione che promette di ridefinire per sempre il concetto di matrimonio privato, trasformandolo in spettacolo sociale aperto e remunerativo.
Il matrimonio francese diventa marketplace
Tutto inizia con una domanda innocente: “Perché non veniamo mai invitati ai matrimoni?” La figlia di cinque anni di Katia Lekarski scatena inconsapevolmente una rivoluzione. La fondatrice di Invitin, startup parigina lanciata nell’aprile 2025, trasforma questa curiosità infantile in un modello di business che si è appena affacciato in Francia. La piattaforma permette alle coppie di vendere un numero limitato di inviti a stranieri accuratamente selezionati, che pagano per vivere autentiche celebrazioni francesi.
Il meccanismo è semplice: le coppie mantengono il controllo totale su chi può partecipare al loro matrimonio attraverso un sistema sicuro di prenotazione, mentre gli ospiti paganti ottengono accesso a celebrazioni in location da sogno, dai châteaux alle spiagge. La startup di Lekarski offre tre servizi distinti: finanziamento per le coppie, esperienze autentiche per i viaggiatori e nuove opportunità per i professionisti del settore wedding. I “crashers” matrimoniali non sono semplici spettatori: partecipano a tutti gli aspetti della celebrazione, dal taglio della torta ai brindisi, diventando temporaneamente parte della famiglia allargata.
Estranei invitati a un matrimonio, in cambio di un contributo? Dietro questo concetto sorprendente si nascondono sfide reali: legami sociali, un’esperienza unica e l’apertura all’inaspettato.
Dalla presentazione di Invitin

L’Italia, il paese del matrimonio “romantico”, non resta a guardare
Il trend attraversa le Alpi e approda in Italia con Wedding Privè, startup fondata da Davide Genovesi e Luca Manelli. La piattaforma italiana eleva il concetto: ospitando tra 2 e 8 turisti, le coppie possono recuperare una parte significativa delle spese matrimoniali, con compensi anche molto alti. Il modello italiano punta su un target più esclusivo: turisti solitamente altospendenti che vengono a conoscenza del progetto attraverso agenzie di viaggio specializzate in esperienze esclusive.
La differenza culturale è evidente: mentre il modello francese democratizza l’accesso con prezzi più accessibili, quello italiano punta sull’esclusività e sui ricavi più elevati. Wedding Privè trasforma il matrimonio in un’esperienza culturale autentica dove i turisti non solo contribuiscono economicamente ma partecipano attivamente alla festa come invitati a tutti gli effetti. L’obiettivo è creare “ambasciatori culturali” che arricchiscano la giornata con tradizioni, storie e interazioni uniche.
I numeri del fenomeno del “matrimonio commerciale” in Europa: In Francia, Invitin offre prezzi dai 150 ai 400 euro per ospite, mentre in Italia Wedding Privè raggiunge i 1000-5000 euro per persona. Le piattaforme selezionano accuratamente gli ospiti paganti e garantiscono un’esperienza autentica sia per le coppie che per i partecipanti.

Perché questo trend sta conquistando l’Europa
Il successo del matrimonio commerciale riflette tre tendenze sociali convergenti. Prima di tutto, l’esplosione dei costi matrimoniali spinge le coppie a cercare soluzioni creative per finanziare le proprie celebrazioni. In un contesto economico caratterizzato da inflazione e ristrettezze finanziarie, la possibilità di recuperare migliaia di euro attraverso ospiti paganti diventa irresistibile per molte coppie europee.
Secondo, l’economia delle esperienze ha trasformato i viaggiatori in cercatori di autenticità. I turisti moderni non vogliono più solo visitare monumenti: desiderano vivere momenti significativi e irripetibili, partecipando a celebrazioni genuine che normalmente sarebbero inaccessibili. Il matrimonio commerciale offre un’immersione totale nella cultura locale, dalle tradizioni familiari ai rituali regionali.
Infine, la normalizzazione della sharing economy ha reso accettabile la monetizzazione di spazi tradizionalmente privati. Se possiamo condividere le nostre case con sconosciuti attraverso Airbnb, perché non condividere anche i nostri matrimoni? Come abbiamo visto in altri cambiamenti sociali, quello che oggi sembra impensabile domani diventerà normalità.
Il futuro del matrimonio è condiviso
Quello che oggi sembra un esperimento audace potrebbe diventare domani la norma. Le piattaforme di matrimonio commerciale stanno evolvendo rapidamente: dai sistemi di invito e prenotazione sempre più sofisticati alle partnership con agenzie di viaggio specializzate, l’industria si sta professionalizzando velocemente. La ricchezza culturale che deriva dall’incontro di tradizioni diverse sta diventando un valore aggiunto sempre più apprezzato dalle coppie.
I fondatori di Wedding Privè prevedono che entro cinque anni sarà di tendenza avere tavoli riservati a ospiti di culture diverse durante i matrimoni. Il matrimonio commerciale rappresenta più di una semplice soluzione economica: è un simbolo della società liquida contemporanea, dove i confini tra pubblico e privato si sfumano e dove l’apertura verso l’altro diventa opportunità di crescita. Non sarà più solo l’aspetto economico a motivare questa scelta, ma anche la ricchezza culturale che questi ospiti apporteranno all’evento.
Non oso immaginare cosa potrà diventare questo trend nella mia Napoli, ma una parte di me (in segreto) non vede l’ora di saperlo.