Diciassette giorni dopo il lancio dall’India, NISAR ha completato la sua trasformazione più spettacolare. Come un fiore metallico 1 sboccia nel vuoto cosmico, l’antenna radar del satellite si è aperta passando da 60 centimetri a 12 metri di diametro. Questa operazione, definita tecnicamente “bloom”, ha segnato l’inizio di una nuova era nell’osservazione terrestre.
NISAR può ora scrutare il nostro pianeta con una precisione senza precedenti, rilevando movimenti del suolo inferiori a un centimetro. Una capacità che cambierà il modo di prevedere disastri naturali e monitorare i cambiamenti climatici.
NISAR apre l’antenna più grande mai dispiegata
Il 15 agosto 2025, a 747 chilometri sopra la Terra, si è compiuta un’impresa ingegneristica straordinaria. Il satellite NISAR ha dispiegato con successo la sua antenna radar da 12 metri di diametro, diventando la più grande mai lanciata da una missione NASA. L’operazione di apertura, chiamata “bloom”, ha richiesto 37 minuti di precisione assoluta: piccoli bulloni esplosivi hanno liberato l’antenna, permettendole di aprirsi grazie alla tensione accumulata nella sua struttura flessibile.
L’antenna pesa 64 chilogrammi e presenta una struttura cilindrica composta da 123 montanti in materiale composito e una maglia metallica placcata in oro. Phil Barela, project manager di NISAR presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA, ha commentato: “Questa è la più grande antenna riflettore mai dispiegata per una missione NASA, ed eravamo ovviamente impazienti di vedere il dispiegamento andare bene.”
Per capire le dimensioni: l’antenna NISAR ha un diametro pari alla lunghezza di un autobus scolastico. Durante il lancio era ripiegata come un ombrello in uno spazio di soli 2,4 metri per 60 centimetri. Una volta aperta, simula un’antenna radar tradizionale che per ottenere la stessa risoluzione dovrebbe essere lunga 19 chilometri.

Cosa vedrà NISAR dalla sua orbita
NISAR rappresenta il primo satellite al mondo a utilizzare due sistemi radar sintetici simultaneamente: un sistema a banda L e uno a banda S. Questa configurazione unica permette di osservare la superficie terrestre attraverso nuvole, vegetazione e condizioni meteorologiche avverse, sia di giorno che di notte. Il sistema a banda L può penetrare attraverso le chiome forestali più dense, mentre quello a banda S è più sensibile alla vegetazione leggera e all’umidità nella neve.
Il satellite monitorerà ghiacciai e calotte di ghiaccio, rilevando i movimenti dei ghiacciai artici e antartici con una precisione al centimetro. Potrà tracciare la deformazione del terreno causata da terremoti, eruzioni vulcaniche e frane, fornendo dati cruciali per la prevenzione dei disastri. NISAR osserverà anche i cambiamenti negli ecosistemi forestali e delle zone umide, quantificando la biomassa e monitorando la deforestazione globale.
Paul Rosen, scienziato del progetto NISAR al JPL, spiega:
“Il radar ad apertura sintetica funziona come l’obiettivo di una macchina fotografica, che mette a fuoco la luce per creare un’immagine nitida. La dimensione dell’obiettivo determina la nitidezza dell’immagine.”
Utilizzando tecniche interferometriche speciali che confrontano le immagini nel tempo, NISAR permetterà ai ricercatori di creare “film 3D” dei cambiamenti che avvengono sulla superficie terrestre.
La cooperazione spaziale che cambia il futuro
La missione NISAR è nata dalla collaborazione tra NASA e ISRO (Indian Space Research Organisation), rappresentando un esempio di diplomazia scientifica. Lanciato il 30 luglio 2025 dal Satish Dhawan Space Centre in India, il satellite ha un costo stimato di 1,5 miliardi di dollari, rendendolo probabilmente il satellite di osservazione terrestre più costoso mai costruito.
Il successo del dispiegamento del riflettore di NISAR segna una pietra miliare significativa nelle capacità del satellite. Dai dati che NISAR è pronto a raccogliere avranno un impatto importante su come le comunità globali migliorano le infrastrutture, si preparano e si riprendono dai disastri naturali.
Karen St. Germain, direttrice della divisione scienze della Terra della NASA, ha sottolineato l’importanza della missione per la sicurezza alimentare globale e il monitoraggio delle infrastrutture. NISAR mapperà quasi tutte le superfici terrestri e ghiacciate del pianeta due volte ogni 12 giorni, fornendo una copertura globale senza precedenti per il monitoraggio ambientale.
La missione prevede una durata operativa di 5 anni, durante i quali NISAR orbiterà a 747 chilometri di altitudine in un’orbita polare sincrona con il sole. I dati raccolti saranno disponibili gratuitamente entro 1-2 giorni dall’osservazione, e in poche ore in caso di emergenze come disastri naturali.
Mentre il satellite completa la fase di commissioning di 90 giorni, le operazioni scientifiche inizieranno entro l’autunno 2025. NISAR rappresenta l’evoluzione di decenni di sviluppo radar spaziale, costruendo sull’eredità di missioni come Seasat (1978) e Magellan degli anni ’90. Come vi raccontavo in questo articolo sui satelliti Parcae, l’osservazione spaziale ha sempre giocato un ruolo cruciale nella comprensione del nostro mondo.
Con la sua antenna record completamente dispiegata, NISAR si prepara a ridefinire la nostra comprensione del pianeta Terra, un’immagine radar alla volta.