Avete mai pensato che un giorno potreste stringere la mano a qualcuno dall’altra parte del mondo e sentire davvero la sua pelle? I sensi digitali stanno rendendo possibile quello che fino a ieri sembrava impossibile.
La tecnologia ha già digitalizzato vista e udito, ora tocca agli altri tre sensi. Dalle interfacce tattili a ultrasuoni che creano sensazioni nell’aria, alla pelle artificiale che replica il tatto umano, fino agli archivi digitali degli odori delle città: la digitalizzazione sensoriale è la prossima frontiera dell’innovazione. Non si tratta di un futuro lontano, ma di tecnologie che stanno nascendo oggi nei laboratori di tutto il mondo.
Sensi digitali: cosa sono e come funzionano
I sensi digitali rappresentano l’evoluzione naturale dell’interazione uomo-macchina. Se finora abbiamo comunicato con la tecnologia principalmente attraverso vista e udito, ora la ricerca si concentra su come digitalizzare anche tatto, olfatto e gusto. Marianna Obrist, professoressa di interfacce multisensoriali all’University College London, spiega come “quasi tutte le tecnologie interattive coinvolgono solo i nostri sensi visivi e uditivi”. Il progetto europeo SenseX, da lei coordinato, ha sviluppato un approccio completamente nuovo chiamato “multisensory experience design”.

La digitalizzazione del tatto utilizza tecnologie come guanti aptici, superfici tattili interattive e feedback vibrotattile. Questi dispositivi sfruttano sensori, attuatori e algoritmi di elaborazione per creare esperienze tattili realistiche. Come spiegano gli esperti di tecnologia sensoriale, si tratta di “replicare, migliorare e trasmettere le sensazioni tattili” attraverso una combinazione di hardware e software avanzati.
Ma il tatto è solo l’inizio. Per l’olfatto, i ricercatori stanno sviluppando interfacce che convertono le sensazioni olfattive in bit digitali, un processo complesso che richiede l’analisi di centinaia di composti volatili. Il gusto, ancora più sfidante, viene affrontato attraverso sistemi come TastyFloats, che usa la levitazione acustica per sospendere particelle di sapore nell’aria senza bisogno di tubi o stimolazione elettrica.
Chi sta costruendo il futuro dei sensi digitali
L’ecosistema dei sensi digitali coinvolge una rete globale di ricercatori, startup e grandi aziende. In Italia, Weart (Wearable Robotic Technology) rappresenta una delle punte di diamante. Nata dal SIRSLab dell’Università di Siena in collaborazione con e-Novia, l’azienda ha sviluppato dispositivi in grado di trasmettere la sensazione del tatto da una persona all’altra, anche a distanza. I loro sensori registrano ruvidità, rigidità e temperatura degli oggetti, per poi riprodurre sulla pelle dell’utente tre tipi di sensazioni: vibrazioni, cambiamento di temperatura e pressione.

Guido Gioioso, ricercatore di SIRSlab, descrive i loro dispositivi come “l’equivalente di microfoni e casse per il senso del tatto”. Da un lato registrano le interazioni tattili in termini di forze, vibrazioni e cambiamenti di temperatura. Dall’altro possono riprodurre queste sensazioni, realizzando per il tatto quello che è già avvenuto per vista e udito.
A livello internazionale, il panorama è altrettanto vivace. Neuralink di Elon Musk sta sviluppando interfacce cervello-computer che promettono di collegare direttamente i pensieri ai dispositivi digitali. Microsoft con il progetto Mesh esplora la realtà mista per permettere dialoghi con avatar digitali attraverso gli HoloLens. Meta e Apple investono pesantemente in dispositivi per la realtà aumentata che integrano sempre più sensi.
La ricerca accademica non è da meno. L’Università di Manchester lavora su archivi digitali degli odori, mentre la Purdue University ha sviluppato tecnologie per trasmettere informazioni attraverso il tocco diretto, permettendo al corpo di funzionare come un trasmettitore di dati digitali.
Le tecnologie già disponibil
Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, molte tecnologie per i sensi digitali sono già realtà. I guanti aptici sono utilizzati in medicina per la riabilitazione e in ambito industriale per operazioni delicate. Le superfici tattili interattive sfruttano l’elettrovibrazione per simulare diverse texture sui touchscreen, mentre il feedback vibrotattile è presente in smartphone, controller di gioco e dispositivi di assistenza per persone con disabilità visive.
Un esempio concreto è Fulu, la prima interfaccia aptica per la realtà aumentata montata sull’unghia. Questo dispositivo porta il senso del tatto nella comunicazione digitale, permettendo di “toccare” a distanza e sentire materiali, sensazioni e texture. Il nome deriva dal giapponese e significa “tangibile”, ma è anche foneticamente vicino a “full”, perché crea un’esperienza di tocco completa.

Nel campo dell’olfatto, esistono già prototipi di dispositivi che analizzano e riproducono odori specifici. La Digital Odour Society (DOS) sta costruendo un archivio globale degli odori delle città, utilizzando sensori avanzati per identificare tutti i composti chimici presenti in un odore e tradurli in rappresentazioni digitali.
Il futuro prossimo dei sensi digitali: cosa ci aspetta
Le previsioni per il futuro dei sensi digitali sono ambiziose ma concrete. Ericsson ha condotto una ricerca su 46 milioni di early adopter tecnologici in tutto il mondo, stimando che il 2030 sarà l’anno del debutto dell’Internet dei sensi, un ecosistema che consentirà una nuova economia dei servizi basata sulle esperienze sensoriali digitali.
Spesso immaginiamo che il futuro abbia uno sviluppo lineare rispetto al presente. Ma dovremmo già prendere in considerazione le opportunità e le sfide che si delineeranno in un mondo in cui i cinque sensi umani saranno digitalizzati.
Secondo lo studio, 6 consumatori su 10 vorrebbero poter camminare attraverso foreste e campagne grazie alle tecnologie digitali, riconoscendo anche gli odori naturali di questi luoghi. Più di 6 intervistati su 10 desiderano smartphone con schermi in grado di restituire la forma e la consistenza di icone e pulsanti. Il 45% degli utenti si aspetta la nascita di centri commerciali digitali dove poter utilizzare tutti e 5 i sensi durante lo shopping.
Dal punto di vista tecnico, i progressi saranno notevoli. Le interfacce tattili a ultrasuoni diventeranno più sofisticate, permettendo di creare sensazioni tattili nell’aria senza contatto fisico diretto. La pelle artificiale sviluppata dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa utilizza sensori in fibra ottica e algoritmi di intelligenza artificiale per individuare posizione e intensità del tocco con estrema precisione.
Che impatto avranno sulla società?
Le applicazioni dei sensi digitali si estendono ben oltre l’intrattenimento. In medicina, i guanti aptici vengono usati per la riabilitazione di pazienti con lesioni motorie e sensoriali. In chirurgia robotica, permettono ai chirurghi di “sentire” ciò che toccano durante operazioni a distanza. Nel campo dell’assistenza alle disabilità, dispositivi tattili migliorano l’accessibilità per persone con disabilità visive, fornendo feedback tattile per la navigazione.
Uno studio interessante riguarda il rapporto tra sensi digitali e sostenibilità. Secondo le previsioni di Ericsson, per sei intervistati su dieci l’Internet dei sensi renderà la società più ecosostenibile. La digitalizzazione di molte attività potrebbe avere impatti positivi sull’ambiente, permettendo di “andare a lavorare, in vacanza o girare il mondo rimanendo all’interno della propria abitazione”.
Nel settore educativo, i sensi digitali promettono di rivoluzionare l’apprendimento. Come spiega Raffaele Di Fuccio dell’Università di Foggia, le Tangible User Interfaces (TUI) offrono soluzioni di apprendimento multisensoriali che coinvolgono tutti i sensi attraverso oggetti manipolabili. Toccare, annusare, gustare diventano elementi fondamentali nello sviluppo cognitivo, supportati dalle nuove tecnologie.
L’industria del marketing sta già sperimentando approcci sensoriali digitali. Immaginate pubblicità che non solo mostrano un prodotto, ma ne fanno sentire la consistenza o l’odore. Il potenziale è enorme, ma solleva anche questioni etiche importanti: come sottolineano gli antropologi, l’esperienza sensoriale influisce profondamente sul modo in cui interpretiamo il mondo e sulle nostre emozioni.
Il futuro dei sensi digitali è già iniziato. Quello che ieri sembrava impossibile oggi è realtà nei laboratori, domani sarà quotidianità nelle nostre case. La sfida non è più tecnica, ma culturale ed etica: come integreremo questa nuova dimensione sensoriale nella nostra vita senza perdere il contatto con la realtà fisica?
Come suggerisce il report Accenture sul futuro “irreale”, siamo diretti verso un mondo dove i confini tra fisico e digitale diventeranno sempre più sottili. Non ha più senso ora chiedersi se accadrà, ma come ci prepareremo a viverlo.